Le cave dismesse, un patrimonio da salvaguardare

Nuova Italia propone i recuperi creativi. Raimondo Lima: «una risorsa per il turismo della città»

venerdì 2 dicembre 2011 9.50
La recente decisione di organizzare a Trani un simposio di scultura, riapre la discussione sul futuro dell'attività estrattiva a Trani. Per Raimondo Lima (Nuova Italia) «le cave dismesse sono un patrimonio culturale da salvaguardare, ma anche una risorsa per il turismo della città».

«Credo sia opportuno - dice Lima - iniziare a pensare ad una nuova forma di marketing territoriale per la famosa pietra di Trani meglio conosciuta come biancone. La futura amministrazione, seguendo il solco tracciato da Tarantini in questi anni, deve perseverare nell'investimento e nella crescita dell'indotto turistico. La valorizzazione e il restyling del comparto della pietra potrebbe essere un ulteriore volano di crescita per la nostra città. Per poter promuovere il riutilizzo delle cave si stanno sviluppando in Europa ed in Italia (penso per esempio a Massa Carrara o alla più vicina Apricena), i cosiddetti recuperi creativi, dovuti all'intervento progettuale di architetti paesaggisti ed artisti. Si tratta di interventi in genere orientati al recupero delle cave attraverso la riconversione delle stesse in funzione del tempo libero: ad esempio adattandole a musei, palcoscenici naturali, luoghi di spettacolo ma anche di sport. In un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, credo sia necessario reinventarsi e fare di necessità virtù: ripartiamo dalla nostra terra e ripensando alle cave, rivaluteremmo allo stesso tempo l'agro della città spesso pericolosamente dimenticato».