"Luce sulla Storia", Fondazione S.E.C.A. e Pugliapromozione per la pietra di Trani
Una serie di incontri con esperti del settore lapideo, storici dell’arte, architetti e geologi del territorio
lunedì 21 luglio 2025
11.20
Dopo il grande successo del progetto "Luce sulla Storia", ideato dalla Fondazione S.E.C.A. e promosso da ARET Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione POC Puglia 2014/2020 Asse VI - Azione 6.8 - "Prodotti Turistici", la Fondazione S.E.C.A. ha deciso di proseguire il lavoro di ricerca e promozione sulla storia dell'estrazione in terra di Trani, attraverso una serie di incontri con esperti del settore lapideo, storici dell'arte, architetti e geologi del territorio: l'obiettivo è quello di valorizzare ulteriormente la tradizione lapidea di Trani e il suo straordinario patrimonio storico e culturale. Proprio durante le visite guidate alla cava Albas, "Le Cave e Le Pietre Storia dell'estrazione in terra di Trani", è emersa con forza l'esigenza di approfondire il percorso di ricerca attraverso nuove attività e itinerari tematici, finalizzati a riscoprire il ruolo storico ed economico delle cave di Trani, in particolare nel contesto dell'architettura romanica pugliese e delle antiche rotte commerciali mediterranee della pietra.
La pietra di Trani ha avuto un ruolo di rilievo nella storia dell'architettura italiana, soprattutto durante il periodo medievale. Già in epoca romana, le cave pugliesi venivano sfruttate per l'estrazione dei materiali da costruzione, ma è tra l'XI e il XIII secolo che la pietra di Trani conosce la sua massima valorizzazione. Grazie alla sua resistenza, durabilità e al caratteristico colore chiaro, era particolarmente apprezzata per la realizzazione e la decorazione di edifici religiosi e pubblici. La pietra di Trani è protagonista dell'architettura romanica pugliese: tra i capolavori che la impiegano si annoverano la Cattedrale di Trani (XII secolo), con la sua imponente facciata in pietra calcarea bianca che riflette la luce del mare; la Basilica di San Nicola a Bari; le Cattedrali di Bitonto e Altamura, oltre a numerose chiese minori e castelli disseminati in tutta la regione.
La pietra di Trani fu apprezzata per le sue qualità estetiche e strutturali, fu ampiamente impiegata in epoca romanica per la realizzazione di colonne, capitelli, pavimentazioni e opere scultoree di grande pregio. Storicamente, la sua estrazione avveniva a cielo aperto, con tecniche manuali che richiedevano abilità e forza fisica. I blocchi venivano separati dalla roccia madre tramite cunei, leve e martelli, poi trasportati su carri oppure, nei pressi della costa, imbarcati via mare verso altre regioni italiane e del Mediterraneo.
Da oltre duemila anni, la natura e il lavoro dell'uomo si intrecciano quotidianamente per offrire questa preziosa materia prima, protagonista di innumerevoli opere architettoniche e artistiche che ancora oggi abbelliscono chiese, piazze, monumenti in tutto il mondo.
Durante le visite guidate, i partecipanti si sono ritrovati immersi in un mondo fatto di pietra, sudore e memoria, tra luoghi millenari in continua trasformazione, dove i paesaggi verdi della campagna pugliese sono interrotti da anfiteatri di pietra che svelano il cuore profondo e autentico di questa terra. Tutto ciò ha rappresentato un viaggio affascinante nella storia del pregiato marmo tranese, dall'antichità ai giorni nostri, raccontando soprattutto il duro sacrificio umano dei cavamonti che, con fatica e dedizione, ne hanno reso possibile l'estrazione del pregiato materiale. Il sacrificio dei cavamonti si leggeva nelle mani segnate dal duro lavoro, nei volti scavati dal tempo: restano ancora oggi testimoni muti di una tradizione millenaria, forgiata nel sudore, nel silenzio e nell'orgoglio.
La Fondazione S.E.C.A. desidera infine rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro che sono intervenuti con entusiasmo alle varie attività culturali, dimostrando interesse, partecipazione e sostegno.
La pietra di Trani ha avuto un ruolo di rilievo nella storia dell'architettura italiana, soprattutto durante il periodo medievale. Già in epoca romana, le cave pugliesi venivano sfruttate per l'estrazione dei materiali da costruzione, ma è tra l'XI e il XIII secolo che la pietra di Trani conosce la sua massima valorizzazione. Grazie alla sua resistenza, durabilità e al caratteristico colore chiaro, era particolarmente apprezzata per la realizzazione e la decorazione di edifici religiosi e pubblici. La pietra di Trani è protagonista dell'architettura romanica pugliese: tra i capolavori che la impiegano si annoverano la Cattedrale di Trani (XII secolo), con la sua imponente facciata in pietra calcarea bianca che riflette la luce del mare; la Basilica di San Nicola a Bari; le Cattedrali di Bitonto e Altamura, oltre a numerose chiese minori e castelli disseminati in tutta la regione.
La pietra di Trani fu apprezzata per le sue qualità estetiche e strutturali, fu ampiamente impiegata in epoca romanica per la realizzazione di colonne, capitelli, pavimentazioni e opere scultoree di grande pregio. Storicamente, la sua estrazione avveniva a cielo aperto, con tecniche manuali che richiedevano abilità e forza fisica. I blocchi venivano separati dalla roccia madre tramite cunei, leve e martelli, poi trasportati su carri oppure, nei pressi della costa, imbarcati via mare verso altre regioni italiane e del Mediterraneo.
Da oltre duemila anni, la natura e il lavoro dell'uomo si intrecciano quotidianamente per offrire questa preziosa materia prima, protagonista di innumerevoli opere architettoniche e artistiche che ancora oggi abbelliscono chiese, piazze, monumenti in tutto il mondo.
Durante le visite guidate, i partecipanti si sono ritrovati immersi in un mondo fatto di pietra, sudore e memoria, tra luoghi millenari in continua trasformazione, dove i paesaggi verdi della campagna pugliese sono interrotti da anfiteatri di pietra che svelano il cuore profondo e autentico di questa terra. Tutto ciò ha rappresentato un viaggio affascinante nella storia del pregiato marmo tranese, dall'antichità ai giorni nostri, raccontando soprattutto il duro sacrificio umano dei cavamonti che, con fatica e dedizione, ne hanno reso possibile l'estrazione del pregiato materiale. Il sacrificio dei cavamonti si leggeva nelle mani segnate dal duro lavoro, nei volti scavati dal tempo: restano ancora oggi testimoni muti di una tradizione millenaria, forgiata nel sudore, nel silenzio e nell'orgoglio.
La Fondazione S.E.C.A. desidera infine rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro che sono intervenuti con entusiasmo alle varie attività culturali, dimostrando interesse, partecipazione e sostegno.