No alla nipote di Tito ai Dialoghi di Trani
Dopo Lima ecco De Noia. Il consigliere: «Manifestazione inutile, la facciano a Teheran»
giovedì 26 maggio 2011
«Un evento fazioso ed intollerante». Non usa mezzi termini il consigliere comunale Francesco De Noia (PdL) che si scaglia contro I Dialoghi di Trani, manifestazione che lo stesso definisce «pseudoculturale, divenuta un esempio lampante di propaganda politica marcatamente estremista ed antioccidentale».
Il pesante giudizio espresso da De Noia è figlio di quella che il consigliere chiama «ennesima, odiosa ed inaccettabile provocazione costituita dalla presenza della nipote dell'ex dittatore jugoslavo Tito, macabro progettista della morte di oltre 25mila italiani e di oltre 350mila profughi che dovettero abbandonare la jugoslavia per la feroce e macabra persecuzione attuata dal generale comunista. Un evento che ancora oggi fa commuovere e che solo negli ultimi anni è stato ricostruito in tutta la sua tragica realtà».
De Noia spiega: «Con questo non desidero minimamente attribuire alla suddetta signora responsabilità che non le appartengono, ma resta fuori discussione che la sua presenza, in una città, peraltro, multiculturale, è quanto meno inopportuna. Tale circostanza fa riflettere sulle vere intenzioni di questa ormai inutile manifestazione che ha perso la sua connotazione culturale imparziale per assumere le sembianze di un amplificatore di certe ideologie antioccidentali ed estremiste. L'anno scorso il professor Vattimo ci inorridì con le sue condivisioni alle tesi, anche antisemite, sostenute dal presidente iraniano Ahmadinejad e che, dopo la morte di Bin Laden costituisce l'antioccidentale per antonomasia. Questo anno la signora Tito che, ribadisco, non può essere ritenuta colpevole delle atroci barbarie dello zio, ma, non può essere sottaciuta la circostanza che la sua presenza non può essere ancora digerita, da quanti ricordano ancora con estrema commozione l'eccidio ideato dal generale slavo».
Per il consigliere comunale del centrodestra tranese «è incontrovertibile che la manifestazione voglia fare della pura e semplice propaganda a sostegno di tutte quelle ideologie che si contrappongono con il modello di vita occidentale e con quelle ideologie grazie alle quali si è raggiunta la libertà ed il benessere in cui viviamo. Vi è, nella scelta degli organizzatori, una retrospettiva di ordine squisitamente politico, di puro proselitismo estremista che vuole divulgare quelle ideologie che non digeriscono il modello sociale ed economico nel quale viviamo. A ciò si aggiunga che durante la manifestazione sarà presente l'assessore regionale all'istruzione Alba Sasso che non disdegna le passerelle nella nostra città, pur avendo deciso di negare a Trani una sede dell'Istituto scolastico alberghiero. Sarebbe il caso di glissare la partecipazione a tale evento, e di pensare di non riproporlo mai più nella nostra città (penso che Teheran, Khartoum o Damasco sarebbero più propense ad accogliere tale manifestazione) almeno fino a quando non abbandonerà questa faziosa attività di proselitismo politico antioccidentale. Auspico che i rappresentati dell'Amministrazione non partecipino allo sdegnoso spettacolo che a breve andrà in onda nel castello federiciano».
De Noia conclude il suo attacco prendendosela anche con il manifesto della manifestazione: «Ma per la Soprintendenza per i beni culturali il manifesto relativo ai Dialoghi di Trani, affisso sul castello non urta con il decoro architettonico del monumento?».
Il frontale di De Noia contro i Dialoghi di Trani giunge poche ore prima della consegna della targa che il presidente della Repubblica ha consegnato in premio per la decima edizione della rassegna letteraria. La targa è stata ricevuta in rappresentanza dal sindaco, Giuseppe Tarantini, che nel pomeriggio la girerà all'associazione La Maria del porto, organizzatrice del'evento. Mah.
Il pesante giudizio espresso da De Noia è figlio di quella che il consigliere chiama «ennesima, odiosa ed inaccettabile provocazione costituita dalla presenza della nipote dell'ex dittatore jugoslavo Tito, macabro progettista della morte di oltre 25mila italiani e di oltre 350mila profughi che dovettero abbandonare la jugoslavia per la feroce e macabra persecuzione attuata dal generale comunista. Un evento che ancora oggi fa commuovere e che solo negli ultimi anni è stato ricostruito in tutta la sua tragica realtà».
De Noia spiega: «Con questo non desidero minimamente attribuire alla suddetta signora responsabilità che non le appartengono, ma resta fuori discussione che la sua presenza, in una città, peraltro, multiculturale, è quanto meno inopportuna. Tale circostanza fa riflettere sulle vere intenzioni di questa ormai inutile manifestazione che ha perso la sua connotazione culturale imparziale per assumere le sembianze di un amplificatore di certe ideologie antioccidentali ed estremiste. L'anno scorso il professor Vattimo ci inorridì con le sue condivisioni alle tesi, anche antisemite, sostenute dal presidente iraniano Ahmadinejad e che, dopo la morte di Bin Laden costituisce l'antioccidentale per antonomasia. Questo anno la signora Tito che, ribadisco, non può essere ritenuta colpevole delle atroci barbarie dello zio, ma, non può essere sottaciuta la circostanza che la sua presenza non può essere ancora digerita, da quanti ricordano ancora con estrema commozione l'eccidio ideato dal generale slavo».
Per il consigliere comunale del centrodestra tranese «è incontrovertibile che la manifestazione voglia fare della pura e semplice propaganda a sostegno di tutte quelle ideologie che si contrappongono con il modello di vita occidentale e con quelle ideologie grazie alle quali si è raggiunta la libertà ed il benessere in cui viviamo. Vi è, nella scelta degli organizzatori, una retrospettiva di ordine squisitamente politico, di puro proselitismo estremista che vuole divulgare quelle ideologie che non digeriscono il modello sociale ed economico nel quale viviamo. A ciò si aggiunga che durante la manifestazione sarà presente l'assessore regionale all'istruzione Alba Sasso che non disdegna le passerelle nella nostra città, pur avendo deciso di negare a Trani una sede dell'Istituto scolastico alberghiero. Sarebbe il caso di glissare la partecipazione a tale evento, e di pensare di non riproporlo mai più nella nostra città (penso che Teheran, Khartoum o Damasco sarebbero più propense ad accogliere tale manifestazione) almeno fino a quando non abbandonerà questa faziosa attività di proselitismo politico antioccidentale. Auspico che i rappresentati dell'Amministrazione non partecipino allo sdegnoso spettacolo che a breve andrà in onda nel castello federiciano».
De Noia conclude il suo attacco prendendosela anche con il manifesto della manifestazione: «Ma per la Soprintendenza per i beni culturali il manifesto relativo ai Dialoghi di Trani, affisso sul castello non urta con il decoro architettonico del monumento?».
Il frontale di De Noia contro i Dialoghi di Trani giunge poche ore prima della consegna della targa che il presidente della Repubblica ha consegnato in premio per la decima edizione della rassegna letteraria. La targa è stata ricevuta in rappresentanza dal sindaco, Giuseppe Tarantini, che nel pomeriggio la girerà all'associazione La Maria del porto, organizzatrice del'evento. Mah.