Prodotti preincartati nei supermercati di Trani: l'etichetta a volte mente

La data di confezionamento viene "rinfrescata" dopo alcuni giorni di frigo

martedì 17 giugno 2014 12.59
Pronti in tavola, o prodotti preincartati: sono tanti i supermercati della città che offrono materie prime come frutta, ortaggi, pesce e carne in confezioni pronte all'uso. Si tratta di un valido aiuto in cucina: il pesce è già sfilettato, le zucchine alla julienne sono pronte per finire in una frittata, la frutta già tagliata e rinfrescata è l'ideale per l'ufficio e per il mare. Servizi, quelli di preparazione e confezionamento, che si pagano a caro prezzo: un trancio di salmone in supermercato costa dai 10 ai 13 euro al chilo, il carpaccio dello stesso pesce (preparato ed esposto nelle vaschette trasparenti) arriva a costare anche 25 euro al chilo. Ma quello del prezzo nettamente più alto non è l'unico inconveniente.

Succede - a volte - che l'etichetta applicata sulla vaschetta di funghi tagliati o sul melone a cubetti (giusto per citarne un paio) non riporti correttamente alcune informazioni importanti per il consumatore, come la data di scadenza. Nulla di vietato, si intenda: in Italia sui prodotti preincartati (da non confondere con i preconfezionati, cioè tutti quelli provvisti di un imballaggio all'origine) sono obbligatorie poche informazioni e, tra queste, non rientrano né la data di confezionamento né quella di scadenza (sebbene vi sia una sentenza del Giudice di Pace di Vasto che obbliga a farlo). Però, quando la data di confezionamento viene indicata ed è sbagliata, il consumatore può essere indotto a conservare e consumare il prodotto anche quando non è più buono.

La pratica diffusa e riscontrata in un frequentato supermercato di Trani e poi in un superstore di Bisceglie (altra catena ma stesso gruppo) è quella di aggiornare l'etichetta del prodotto dopo alcuni giorni dal confezionamento. Succede il lunedì con il melone del sabato o, come ha spiegato ad un consumatore il direttore di uno di questi market, dopo un paio di giorni per "rinfrescare" gli ortofrutticoli tagliati. Anche se, ad essere rinfrescata è solo l'etichetta: dunque se acquistate le zucchine julienne oggi con data di confezionamento del 17 giugno, queste potrebbero avere qualche giorno di vita in più ed essere passate sotto la "policy aziendale" (così ha riferito il dir) del "rinfresco": il prodotto viene aperto, controllato, riconfezionato. Con la nuova data.

Nulla di grave, chiaro che spetta al consumatore controllare visivamente lo stato dei prodotti, come avviene in un banco di pescheria, al mercato, dal fruttivendolo. Ma la "data aggiornata" sulle etichette può rappresentare un rischio per la salute: se acquisto oggi un prodotto che ha già due/tre giorni di frigo nel supermercato, probabilmente dopo altri due giorni di conservazione casalinga risulterà guasto. Sarebbe opportuno, come avviene in un noto ipermercato della zona, proporre i prodotti con qualche giorno di frigo con le offerte "Happy hour" o "Occhio alla scadenza", più che aggiornare la data di confezionamento. E' una questione di correttezza.