Racket delle estorsioni a Trani, in carcere altre tre persone

Notificate in tutto sette ordinanze di custodia cautelare

sabato 25 marzo 2017 11.16
I carabinieri del comando provinciale di Bari all'alba di oggi hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Dda, nei confronti di 7 persone specializzatesi nella sistemica imposizione del pizzo a gran parte del tessuto economico tranese.

I fatti oggetto di contestazione odierna sono scaturiti dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e sono collegati al più noto filone d'indagine convenzionalmente denominato "Pointbreak" e che aveva visto, il 2 febbraio scorso, un centinaio di Carabinieri, supportati da unità cinofile antidroga e da un elicottero dell'Arma, dare esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare, all'epoca emessa dal Gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura tranese, che trovava il proprio fondamento nelle indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Trani dal Novembre del 2016. Durante le perquisizioni effettuate nel corso di quel blitz, i militari arrestarono anche una donna già affiliata al clan Annacondia, trovata in possesso di cocaina, e gli arresti furono complessivamente 8.

Le indagini non sono tuttavia mai state interrotte e i carabinieri della stazione di Trani e del locale Nucleo Operativo, che avevano avviato i propri accertamenti a riscontro delle dichiarazioni di quel collaboratore e sono stati supportati dal coraggio di numerosi commercianti che hanno deciso di denunciare, hanno accertato altre estorsioni nei confronti di commercianti e ristoratori tranesi: a questi veniva richiesto il pagamento, praticamente mensile, di somme di danaro oscillanti tra i 100 ed i 3000 euro. Non soddisfatti del danno causato, in diversi occasioni i malfattori si erano peraltro avvalsi del clima di terrore infuso nelle vittime, costringendole a fornire loro cibo o alcoolici costosi senza mai pagare. Emblematico il comportamento criminale di una delle persone arrestate, che subentrava al fratello arrestato per altra causa e continuava, per mesi, ad incassare le somme di danaro versate dalle vittime.

I risultati delle indagini condotte, proseguite e portate a termine nel brevissimo lasso di tempo di appena un mese, hanno trovato la piena condivisione della magistratura inquirente e giudicante, all'esame delle quali è stata sottoposta la metodologia mafiosa dei correi: come già emerso, l'azione criminale era sì estesa all'intero territorio cittadino, ma si è caratterizzata non solo per le minacce, implicite o esplicite, di gravissime ritorsioni in caso di rifiuto o opposizione alle richieste formulate, ma anche per il profondo clima di terrore ingenerato dalla caratura criminale del gruppo e della pressoché automatica evocazione della forza degli ambienti mafiosi notoriamente presenti in Trani sin dall'epoca del boss Annacondia.

L'attività investigativa aveva già permesso, tra l'altro, di ben delineare la struttura del gruppo, all'interno del quale spicca, quale elemento emergente nel panorama malavitoso tranese, Vito Corda, 38enne, pluripregiudicato, figlio di Nicola, già esponente di assoluto rilievo del clan Annacondia, operante negli anni '80 e '90 nel nord-barese. Il Corda, quale mente ispiratrice nell'organizzare le attività illecite dei correi e già detenuto poiché colpito da provvedimento di fermo eseguito dai carabinieri di Trani il 29 gennaio scorso ed attinto dal provvedimento di custodia del 2 febbraio, è destinatario anche dell'odierna misura cautelare, poiché risultato responsabile di ulteriori condotte estorsive, stavolta aggravate dalla metodologia mafiosa di cui all'articolo della legge 203/1991.

Attivo e determinante il ruolo dei restanti complici, in capo ai quali pendono le accuse di aver agito, in nome e per conto proprio ovvero in funzione del Corda, rinnovando insistentemente le richieste estorsive nonché riscuotendo il danaro illecitamente richiesto.

Le indagini, uttora in corso per accertare l'esistenza di ulteriori casi di estorsioni tentate o consumate, hanno aperto le porte della casa circondariale di Trani per tre persone, finora in stato di libertà, nonché graniticamente consolidato il quadro accusatorio per ulteriori quattro persone già detenute presso le case circondariali di Trani e Foggia, tutte colpite dall'odierno provvedimento di custodia cautelare dovendo gli stessi rispondere di estorsione in concorso, continuata ed aggravata dalla metodologia mafiosa con l'aggravante per due di essi di aver commesso i fatti, in un caso mentre era soggetto alla sorveglianza speciale di polizia, ed in un altro per aver commesso i fatti nel triennio successivo alla decadenza della medesima misura di prevenzione.

I carabinieri si aspettano ora che ulteriori imprenditori vittime del pizzo si facciano avanti per denunciare e per riscontrare quanto già venuto a conoscenza dei militari nell'ambito delle investigazioni.

Ecco i nomi degli arrestati:
Vito Corda, 39enne;
Michele Di Feo, 35enne;
Ilir Gishti, 29enne;
Nicola Pecorella, 40enne;
Pasquale Pecorella, 35enne;
Pasquale Pignataro, 32enne;
Armando Presta, 46enne.