Riordino ospedaliero, la Uil contesta il protocollo d'intesa per Trani
Cognetti: «Si tratta di un accordo fondato sul nulla, senza alcun potenziamento»
venerdì 21 ottobre 2016
Che la valutazione del piano di riordino ospedaliero non sia di elogio è noto. Ma Vincenzo Cognetti, segretario aziendale Uil Sanità, lo esprime con grande ironia
«Da qualche tempo, sui tetti del municipio di Trani, è stato issato - dice - il gran pavese come sempre si fa, sul mare, quando si raggiunge un formidabile risultato e si è in festa. Ed infatti è stato firmato il protocollo d'intesa fra il sindaco, il direttore generale della Asl e il presidente della Regione, grazie all'apposito, diafano, "tavolo tecnico", in linea con il Pro (piano di riordino ospedaliero) e per il Pta (presidio territoriale assistenziale) che al solo sentirli, questi acronimi, monta la preoccupazione: sarà una fregatura?».
«Il sindaco, novello Rocky Marciano, che non avrebbe mai fatto un "passo indietro" - prosegue - riguardo al pronto soccorso dell'ospedale cittadino e che era creditore privilegiato per i torti subiti negli ultimi decenni nel campo ospedaliere (ma da parte di chi?), gongolante, ha orgogliosamente dichiarato che, "il tempo delle patetiche "carnevalate" del passato era finito e che, deo gratias, Trani aveva ripreso il suo posto nel firmamento sanitario italiano diventando l'avanguardia del nuovo, buono persine per chi volesse copiarci". Infatti, grazie al salvifico Protocollo d'Intesa il bisogno di salute del bacino d'utenza locale è radicalmente mutato. Se prima era erroneamente ritenuto ospedaliere (che la gente non ha quasi mai bisogno dell'ospedale!!), adesso troverà il suo pieno soddisfacimento nel "territorio", sconosciuto almeno quanto Carneade ed eterno Moloch. E pertanto: via il Pronto Soccorso (a che serve? Meglio un P.P.I.T:), via gli inutili reparti per acuti (Terapia Intensiva, Medicina e Gastroenterologia), via tutto, per ottenere, gaudum magnum, l'ospedale di comunità con ben 10 posti letto (cos'è, cosa fa, chi lo gestisce e come, il numero di posti è sufficiente?), l'oncoematologia (ma non c'era già?) il day hosptial di medicina (forse già c'è anche questo?), i day surgery multidiscipinari, la medicina prenatale, l'endoscopia ginecologica (non c'è già qualcosa del genere?) la RMN da 1.5 tesla e, forse, ma ci si lavora alacremente, la casa del parto (stolto investimento nella branca sanitaria più devastata dal contenzioso medico-legale italiano, aborrito da ogni broker assicurativo sano di mente)».
«A ben vedere - continua il sindacalista - pare proprio che, al povero Sindaco, sia stato rifilato il classico "pacco" napoletano in cui, dopo aver pagato, non potrà che ritrovarvi il classico "mattone". E proprio di un bel mattone si tratta: è paccottiglia, un accordo sul nulla, sul già esistente, senza alcuna nuova concessione né ulteriore potenziamento. Dov'è il guadagno per l'utenza? Dove l'alternativa territoriale a quanto irrimediabilmente perso? Tutta questa felicità è frutto di dabbenaggine o di bieco opportunismo politico di clan? A Ruvo di Puglia,"recentemente, il presidente Emiliano, ha firmato la "Carta di Ruvo" nella quale egli si obbliga in una progettualità, in un miglioramento per il territorio (Ospedale di Primo Livello) che porta ad una modifica del P.R.O. sulla base delle pressioni esercitate dal territorio nei confronti della presidenza della regione. A Trani, invece, nulla, la firma per il "mattone", l'avvallo del niente, delle vane promesse sul mondo incantato del "Territorio". Dov'è il documento finale d'intesa del tavolo tecnico, recante le firme dei partecipanti e dove le soluzioni prospettate? Perché formare "il tavolo" se poi le proposte (alcune davvero di gran buon senso) non sono neppure state lette? Il Protocollo è frutto del tavole tecnico o di una "democratica" imposizione politica di stampo nordcoreano? Come sempre il metodo, lascia molto a desiderare».
Da qui la lunga serie di domande: «Dov'è, al di la dei proclami propagandistici di regime, questo Pro nei dettagli, nella sua ratio; perché viene continuamente bocciato sia a livello romano che regionale? Pensa credibilmente, l'avv Bottaro, che quindici milioni di euro possano anche solo essere sufficienti per riqualificare le tre devastate ex strutture (Ospedale degli Agostiniani, Ospedale Pediatrico, Casa di Riposo Vittorio Emanuele)? Pensa davvero, l'avv. Bottaro, che queste tre grandi cortine fumogene possano compensare l'assenza di posti letto per acuti, i conseguenti viaggi della speranza, la mobilità passiva, l'inefficacia delle cure da carenze strutturali? E poi per farci cosa? Per infilarci fantasiose ed inutili attività socio-sanitarie a beneficio unicamente di chi le gestisce? Ma lo pensa veramente? Sa, l'Avv. Bottaro che, anche grazie alla strada da lui spianata ai novelli orchi tolkieniani ispiratori del P.R.O., carente anche nelle minime cautele, contribuirà a mettere in serio pericolo la vita e la salute di ogni concittadino e utente residente, o sfortunatamente transitante, in questa martoriata landa pugliese (numero di posti letto per acuti, reti per patologie life threatening, percorsi diagnostico-terapeutici hub & spoke, sistema di emergenza territoriale ancora sfornito, ahinoi, di elisoccorso nel 2016, equa distribuzione territoriale dei Dipartimenti di Emergenza Urgenza di II livello)? Qualsiasi pezzo di questo brutto e malriuscito collage gronda, a voler essere buoni, di grande ingenuità ma già Fedro ammoniva che "Non bisogna mai fare società con i più forti e i più furbi perché il debole, o l'ingenuo, ne uscirà sempre con le ossa rotte"».
Ed ancora: «Cosa ci sia da sbandierare, cosa ci sia da festeggiare, cosa ci sia da gioire, francamente non si riesce a capirlo. Non ci si rende conto che quello che ci hanno servito come budino al cioccolato pur avendone il colore, non ne ha il profumo né il sapore, non è affatto gradevole né commestibile e chi lo mangia si trova classificato nei manuali psichiatrici come coprofago? Evitare la lotta - conclude - per ottenere una sanità ospedaliera migliore ed efficiente (quella che ti serve davvero, quella che ti salva la vita, quella dove corre anche il Sindaco, quando ne ha bisogno) per tutto il nostro disgraziato territorio, è imperdonabile e colpevole. Ammaini dunque il gran pavese, sindaco Bottaro, che non c'è nulla da festeggiare, espongo - conclude - il tricolore a mezz'asta che è meglio».
«Da qualche tempo, sui tetti del municipio di Trani, è stato issato - dice - il gran pavese come sempre si fa, sul mare, quando si raggiunge un formidabile risultato e si è in festa. Ed infatti è stato firmato il protocollo d'intesa fra il sindaco, il direttore generale della Asl e il presidente della Regione, grazie all'apposito, diafano, "tavolo tecnico", in linea con il Pro (piano di riordino ospedaliero) e per il Pta (presidio territoriale assistenziale) che al solo sentirli, questi acronimi, monta la preoccupazione: sarà una fregatura?».
«Il sindaco, novello Rocky Marciano, che non avrebbe mai fatto un "passo indietro" - prosegue - riguardo al pronto soccorso dell'ospedale cittadino e che era creditore privilegiato per i torti subiti negli ultimi decenni nel campo ospedaliere (ma da parte di chi?), gongolante, ha orgogliosamente dichiarato che, "il tempo delle patetiche "carnevalate" del passato era finito e che, deo gratias, Trani aveva ripreso il suo posto nel firmamento sanitario italiano diventando l'avanguardia del nuovo, buono persine per chi volesse copiarci". Infatti, grazie al salvifico Protocollo d'Intesa il bisogno di salute del bacino d'utenza locale è radicalmente mutato. Se prima era erroneamente ritenuto ospedaliere (che la gente non ha quasi mai bisogno dell'ospedale!!), adesso troverà il suo pieno soddisfacimento nel "territorio", sconosciuto almeno quanto Carneade ed eterno Moloch. E pertanto: via il Pronto Soccorso (a che serve? Meglio un P.P.I.T:), via gli inutili reparti per acuti (Terapia Intensiva, Medicina e Gastroenterologia), via tutto, per ottenere, gaudum magnum, l'ospedale di comunità con ben 10 posti letto (cos'è, cosa fa, chi lo gestisce e come, il numero di posti è sufficiente?), l'oncoematologia (ma non c'era già?) il day hosptial di medicina (forse già c'è anche questo?), i day surgery multidiscipinari, la medicina prenatale, l'endoscopia ginecologica (non c'è già qualcosa del genere?) la RMN da 1.5 tesla e, forse, ma ci si lavora alacremente, la casa del parto (stolto investimento nella branca sanitaria più devastata dal contenzioso medico-legale italiano, aborrito da ogni broker assicurativo sano di mente)».
«A ben vedere - continua il sindacalista - pare proprio che, al povero Sindaco, sia stato rifilato il classico "pacco" napoletano in cui, dopo aver pagato, non potrà che ritrovarvi il classico "mattone". E proprio di un bel mattone si tratta: è paccottiglia, un accordo sul nulla, sul già esistente, senza alcuna nuova concessione né ulteriore potenziamento. Dov'è il guadagno per l'utenza? Dove l'alternativa territoriale a quanto irrimediabilmente perso? Tutta questa felicità è frutto di dabbenaggine o di bieco opportunismo politico di clan? A Ruvo di Puglia,"recentemente, il presidente Emiliano, ha firmato la "Carta di Ruvo" nella quale egli si obbliga in una progettualità, in un miglioramento per il territorio (Ospedale di Primo Livello) che porta ad una modifica del P.R.O. sulla base delle pressioni esercitate dal territorio nei confronti della presidenza della regione. A Trani, invece, nulla, la firma per il "mattone", l'avvallo del niente, delle vane promesse sul mondo incantato del "Territorio". Dov'è il documento finale d'intesa del tavolo tecnico, recante le firme dei partecipanti e dove le soluzioni prospettate? Perché formare "il tavolo" se poi le proposte (alcune davvero di gran buon senso) non sono neppure state lette? Il Protocollo è frutto del tavole tecnico o di una "democratica" imposizione politica di stampo nordcoreano? Come sempre il metodo, lascia molto a desiderare».
Da qui la lunga serie di domande: «Dov'è, al di la dei proclami propagandistici di regime, questo Pro nei dettagli, nella sua ratio; perché viene continuamente bocciato sia a livello romano che regionale? Pensa credibilmente, l'avv Bottaro, che quindici milioni di euro possano anche solo essere sufficienti per riqualificare le tre devastate ex strutture (Ospedale degli Agostiniani, Ospedale Pediatrico, Casa di Riposo Vittorio Emanuele)? Pensa davvero, l'avv. Bottaro, che queste tre grandi cortine fumogene possano compensare l'assenza di posti letto per acuti, i conseguenti viaggi della speranza, la mobilità passiva, l'inefficacia delle cure da carenze strutturali? E poi per farci cosa? Per infilarci fantasiose ed inutili attività socio-sanitarie a beneficio unicamente di chi le gestisce? Ma lo pensa veramente? Sa, l'Avv. Bottaro che, anche grazie alla strada da lui spianata ai novelli orchi tolkieniani ispiratori del P.R.O., carente anche nelle minime cautele, contribuirà a mettere in serio pericolo la vita e la salute di ogni concittadino e utente residente, o sfortunatamente transitante, in questa martoriata landa pugliese (numero di posti letto per acuti, reti per patologie life threatening, percorsi diagnostico-terapeutici hub & spoke, sistema di emergenza territoriale ancora sfornito, ahinoi, di elisoccorso nel 2016, equa distribuzione territoriale dei Dipartimenti di Emergenza Urgenza di II livello)? Qualsiasi pezzo di questo brutto e malriuscito collage gronda, a voler essere buoni, di grande ingenuità ma già Fedro ammoniva che "Non bisogna mai fare società con i più forti e i più furbi perché il debole, o l'ingenuo, ne uscirà sempre con le ossa rotte"».
Ed ancora: «Cosa ci sia da sbandierare, cosa ci sia da festeggiare, cosa ci sia da gioire, francamente non si riesce a capirlo. Non ci si rende conto che quello che ci hanno servito come budino al cioccolato pur avendone il colore, non ne ha il profumo né il sapore, non è affatto gradevole né commestibile e chi lo mangia si trova classificato nei manuali psichiatrici come coprofago? Evitare la lotta - conclude - per ottenere una sanità ospedaliera migliore ed efficiente (quella che ti serve davvero, quella che ti salva la vita, quella dove corre anche il Sindaco, quando ne ha bisogno) per tutto il nostro disgraziato territorio, è imperdonabile e colpevole. Ammaini dunque il gran pavese, sindaco Bottaro, che non c'è nulla da festeggiare, espongo - conclude - il tricolore a mezz'asta che è meglio».