Sessantenne tranese morta di peritonite a Bisceglie, la Procura: «Non fu malasanità»

Il pm ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sul decesso di Orsola Stella

giovedì 16 marzo 2017
Per il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Michele Ruggiero, il decesso di Orsola Stella non è un caso di malasanità. Una conclusione che deriva dall'esito finale della consulenza del medico legale Francesco Vinci, che eseguì l'autopsia sul cadavere della 60enne tranese. La donna è morta la notte del 24 aprile 2016 all'ospedale di Bisceglie prima di eseguire una tac all'addome per la quale, poco prima, era stata trasferita dal pronto soccorso del "San Nicola Pellegrino" di Trani. Per il consulente del pm non ci sono responsabilità del medico in servizio al pronto soccorso la sera del 23 aprile: la morte, avvenuta per "peritonite acuta da perforazione intestinale" era inevitabile. A prescindere, dunque, da tempi d'attesa per visita ed accertamenti.

Esattamente opposta la tesi dei familiari della donna che, attraverso l'avvocato Ignazio Daniele Nenna, hanno presentato opposizione alla richiesta d'archiviazione dell'indagine a carico del medico del pronto soccorso di Trani. Per la difesa, che si avvale di un parere medico-legale del chirurgo ferrarese Alessandra Bergonzini, "la conduzione dell'esame necroscopico del consulente medico legale del pubblico ministero è stata decisamente carente e superficiale". Al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani che dovrà valutare la richiesta d'archiviazione e la relativa opposizione (la camera di consiglio sarà fissata nei prossimi giorni) l'avv. Nenna ha chiesto di formulare l'imputazione coatta per l'accusa di omicidio colposo nei confronti del medico del pronto soccorso di Trani e, in via subordinata, di ordinare al pm di svolgere ulteriore indagini anche interrogando persone informate su quanto accadde al pronto soccorso del San Nicola Pellegrino, soprattutto sui tempi di visita della donna.

Chiesta, inoltre, la nomina di un nuovo consulente medico-legale "al di fuori del Distretto della Corte di Appello di Bari, ovvero appartenente a distretto di Corte d'Appello di altra Regione". Secondo quanto si legge nell'opposizione dei familiari "i curanti omettevano di eseguire tempestivamente accertamenti prontamente eseguibili presso qualsiasi presidio ospedaliero, riconosciuti utili strumenti per l'approfondimento diagnostico in caso di addome acuto, programmando tardivamente l'esecuzione della tac da eseguirsi peraltro presso altra struttura ospedaliera in quanto indisponibile all'ospedale di Trani. L'esecuzione degli accertamenti clinici-strumentali-laboratoristici necessari alla diagnosi avrebbe permesso con certezza una diversa evoluzione del quadro clinico presentato da Stella, scongiurandone il decesso".