Sinistra e Libertà di Trani elegge il coordinamento
«Prima il programma dei candidati. Un centrosinistra modello Puglia». Il congresso ha approvato il documento con cui si presenta agli elettori
domenica 17 aprile 2011
17.28
Si è svolto a Trani il primo congresso di Sinistra Ecologia e Libertà. Il congresso ha eletto il coordinamento del partito, costituito da sette persone. Faranno parte del coordinamento Vincenzo Ferreri, Ruggiero Carcano, Rino Sonatore, Mino Di Lernia e Savino Ricchiuto. Altri due esponenti del partito scioglieranno la riserva nei prossimi giorni. Alla prima riunione del coordinamento sarà eletto il segretario cittadino. Il congresso ha approvato il documento con cui il partito si presenta agli elettori ed agli alleati. Ecco il testo della mozione:
«Il primo congresso di Sinistra Ecologia Libertà di Trani si apre dentro uno scenario drammatico segnato dalle tante guerre che hanno lo scopo di reprimere il bisogno di libertà di intere generazioni, di popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo. La scintilla è partita da un giovane commerciante che si è dato fuoco contro un sopruso della polizia e della burocrazia; non era un kamikaze, non ha indossato una cintura esplosiva, non si è arruolato per addestrarsi in qualche cellula terrorista. Si è cosparso di liquido infiammabile e si è dato fuoco. Un gesto estremo, di chi non ha speranza per il proprio futuro. La stessa disperazione che ha portato milioni di giovani magrebini a ribellarsi per un futuro migliore. La zona sensibile, dall'Algeria all'Iran, rappresenta il 36 per cento della produzione mondiale di petrolio. Questo è quel che ci riguarda sul piano concreto, insieme ai rischi di guerre non soltanto civili, in una zona ricca di conflitti latenti, alle porte dell'Occidente europeo. Sul piano politico, ideologico, morale, quel che sta accadendo è inoltre destinato a sconvolgere, a rovesciare il pregiudizio occidentale sul mondo arabo musulmano. Il famoso conflitto di civiltà. Il primo cambiamento già avvenuto è che uomini e donne rivendicano i diritti dei cittadini di uno Stato democratico, e quindi rifiutano il modello del rais, onnipotente e insostituibile, dominante dall'Atlantico all'Oceano indiano per decenni. Dopo il tunisino Ben Ali e l'egiziano Mubarak, adesso traballa Gheddafi, caricatura dell'autocrate arabo miliardario in petrodollari, in esercizio da più di quarant'anni. I popoli insorti hanno sotto gli occhi i modelli democratici. Le immagini, le informazioni, scavalcano le frontiere e le censure. I giovani tunisini, egiziani, yemeniti, marocchini e anche libici, dei quali non avevamo l'impressione di conoscere i volti, perché il loro paese sembrava incarnato soltanto da Gheddafi, e dalle sue grottesche stravaganze, rivendicano diritti individuali e libertà. Non si rifanno ad ideali nazionalisti o ad estremismi. Diventa urgente e necessario che si cessi questo sterminio di popoli e si avviano le relazioni di pace, che si attiva la buona politica per fare del Mediterraneo un mare di libertà per tutta l'Europa. I movimenti che attraversano il mediterraneo stanno attraversando in questi mesi anche gran parte dei paesi europei.
I processi di crisi che attanagliano l'Europa hanno alimentato i venti di ribellione in Grecia, in Spagna, in Inghilterra. Anche nel nostro paese l'aumento del divario tra poveri e ricchi e l'aumento della disoccupazione ha portato negli ultimi mesi il lavoro al centro del dibattito politico culturale. Le ultime vicende della Fiat e di Marchionne hanno occupato gran parte dei talk show riportando alla centralità la questione operaia che si considerava sulla via del tramonto. Si è partiti dai metalmeccanici per travolgere tutte le categorie. Il congresso di Sel di Trani deve iniziare proprio dal tema del lavoro, bene comune primario, il lavoro umiliato, sottopagato, precario e pericoloso; il lavoro come arma di ricatto, il lavoro sancito dall'articolo 1 della costituzione come fondamento stesso della costituzione che da molti anni sotto attacco per via di una serie di concause: le forze imprenditoriali sono subordinate al mondo finanziario, che ormai regola e detta le condizioni e gli assetti stessi, non più solo produttivi ma determinando lo status e il diritto ad esistere di intere nazioni; il mondo finanziario ha assunto quegli inediti caratteri predatori di cui parla il nostro Manifesto costituente, arrivando a decidere di razziare la sovranità di Stati come la Grecia. Questo è il frutto di anni e anni di delegittimazione, di deregolamentazione e di autentica sottomissione dei diritti acquisiti in anni di conquiste civili che nel secolo scorso avevano assunto carattere universalmente riconosciuto di diritti fondamentali ed inviolabili.
Venti anni di politiche scellerate, alle quali il centrosinistra a causa di tanti errori non è riuscito ad opporsi come c'era bisogno, hanno frantumato le certezze. Mal celandosi dietro l'alibi di un mai declinato concetto di flessibilità, si è prodotta tanta, tanta precarietà, si è reso accettabile per qualcuno - ma non per noi – cedere, giorno dopo giorno, diritti in cambio di una promessa di lavoro, fino a mettere in alternativa, come a Pomigliano, la possibilità di lavorare, con l'esigibilità dei diritti costituzionali e fino a sostenere, come ha fatto il ministro Tremonti, che non possiamo più permetterci le misure di sicurezza nei posti di lavoro. E' ben riuscito il piano di mettere i lavoratori l'uno contro l'altro portando a quella che oggi sembra una insanabile frattura tra confederazioni sindacali, spostando il terreno dello scontro per nascondere la verità del fallimento di una prassi, che vuole il mercato autoregolato unico sovrano incontrastato a dispetto dei continui fallimenti finanziari, del crollo di un sistema basato sulla speculazione e nel quadro di un mondo dove le diseguaglianze ed i conflitti sociali, ancorché militari, stanno assumendo livelli insopportabili ed insostenibili. In 20 anni si è riusciti ad imporre un modello culturale, prima ancora che economico, falsato, deviato e deviante, un modello di vita imperante incentrato sull'individualismo e sulla convenienza al di fuori di ogni quadro morale etico e politico. Un concetto distorto di libertà, diametralmente opposto a quello che vogliamo significare nel nome del partito che rappresentiamo, ha usurpato il termine cardine delle aspirazioni collettive di giustizia e di liberazione dalle oppressioni riducendolo a mera aspirazione privata inserita totalmente al di fuori di un sentire comune e collettivo. Qui, nel cuore del problema lavoro risiedono le ragioni profonde di un ripensamento delle politiche da e di sinistra.
Riaprire la partita - Questo è il titolo che campeggia sulla tessera di Sinistra Ecologia e Libertà per il 2011. Riaprire la partita significa l'inizio di un lavoro di ricostruzione delle macerie delle coscienze e di un nuovo sentire comune, che si prospetta lungo e faticosissimo: significa combattere il berlusconismo. In tanti, in troppi hanno creduto necessario e sufficiente combattere Berlusconi, non capendo che nel mentre si andava affermando un modello culturale mondiale che in Italia ha Berlusconi, ma in Francia ha Sarkozy, in Inghilterra ha visto il lungo predominio del Thatcherismo, in Germania vede la Merkel e che negli Usa ha solo per ora intravisto la fine con Obama dopo anni di Reganismo perpetrato in continuità per decenni anche tramite la generazione dei Bush. E che soprattutto in Italia vedeva una punta dell'iceberg non rappresentata soltandto da una persona, ma da un modello che essa rappresentava. Questo modello culturale, prima ancora che economico, andava ed andrebbe avversato con coerenza e con una visione complessivamente alternativa di politica, economia, gestione della cosa pubblica. Questo, in tutti questi anni, spesso non è riuscito. Il centrosinistra in questo ha le sue colpe. Non ha saputo far valere le sue ragioni, quasi affetto da un complesso d'inferiorità che lo portava a rincorrere l'avversario, con la sinistra, preda di vari e diversi errori,che faceva sentire sempre meno la sua voce. Si sono commessi una serie di errori, anche di sottovalutazione dell'avversario, che hanno portato a sconfitte pesanti in momenti decisivi. Si è prodotto un ventennio di assenza della politica perdendo sistematicamente la vera battaglia culturale per l'affermazione di un modello alternativo e coerente. Anche a causa degli errori della sinistra, che è finita in un vicolo cieco, finendo per disperdersi e frantumandosi, fino al disastro del 2008, quando 15 anni di errori, operazioni fallimentari ed un voto utile che è stato utile solo al centrodestra hanno portato Berlusconi alla vittoria piu' netta della storia, il centrosinistra ad una sconfitta che lo lasciava debole e spaccato, e la sinistra, soprattutto, fuori dal Parlamento, dispersa in mille rivoli, e senza un progetto all'orizzonte. Questa è la ragione stessa dell'esistenza di Sel, non fare un nuovo partito ma la necessità di ricostruire dalle fondamenta la sinistra, di farla rinascere dalle macerie prodotte da anni di errori che l'hanno portata fuori da Parlamento.
Per 15 anni la sinistra è stata strozzata da due opposte tendenze. Da un lato, chi ha pensato che per essere moderni ed essere vincenti bisognasse, chissà perché poi, rinunciare progressivamente alle nostre idee, ai nostri tratti caratteristici, e infine, rinunciare proprio ad essere di sinistra. E' stata, questa, la caratteristica sia del d'alemismo che del veltronismo, fenomeni spesso contrapposti ma in questo complementari. Il risultato è stato un indebolimento progressivo (altro che essere vincenti), ed uno scivolamento continuo che ha portato, infine, a portar fuori dal campo della sinistra tante persone e tanti gruppi che, per storia, collocazione ed idee, non sarebbero affatto estranei ad essa. Tutto questo, per di più, non ha nemmeno rafforzato la coalizione, aumentando conflittualità e contraddizioni nel cuore del centrosinistra, ed (è un dato di fatto) aumentando la sua instabilità ed indebolendola (anche qui parlano i numeri) anche sotto il profilo elettorale. Dall'altro lato, però, a questo spesso si è risposto cadendo nell'errore opposto. Invece di puntare a dare subito rappresentanza a quella sinistra da cui altri si allontanavano, si sono alzati steccati, si è parlato dell'altra sinistra, non ci si è smossi da visioni antagoniste, arrivando anche ad autorappresentarsi come una sinistra che avesse quasi la vocazione al minoritarismo. E per dare forza a queste auto rappresentazioni, qualcuno si è rifugiato in modelli anacronistici, in vecchie simbologie, che hanno perso il loro antico valore di liberazione e di emancipazione, per gli esiti distorti e spesso drammatici che hanno determinato. Dice Nichi Vendola: Il comunismo è stato una vicenda straordinaria quando è stato una domanda. E' stato una vicenda terribile quando è stato una risposta. Quando ha camminato sui mezzi cingolati, il sogno si è capovolto in un incubo.
Di questo dobbiamo essere consapevoli e oggi, all'inizio di nuovo millennio, dobbiamo dare risposte consone che partano da presupposti completamente diversi da quelli che erano alla base delle Ideologie della fine '800. Ma anche quando si era portati a qualche aggregazione, essa aveva sempre un carattere temporaneo, di cartello elettorale, con tutti gli steccati ancora innalzati, senza un vero progetto politico, e con scarsa capacità espansiva. Il risultato è stato che mentre una parte della sinistra si scioglieva in altro tipo di contenitori, l'altra parte non solo non riusciva ad occupare quel grande spazio che potenzialmente si apriva, ma rimanendo bloccata si lasciava travolgere, rimanendo infine fuori dal Parlamento. Così, d'un colpo, la sinistra tutta rimaneva senza una sua propria autonoma rappresentanza politica, in un momento nel quale pure ci sarebbe tanto bisogno di sinistra. E questo, fatalmente, indeboliva anche il centrosinistra e l'opposizione a Berlusconi, proprio quando il cavaliere lanciava la sua offensiva più dirompente e radicale. Per reagire a tutto questo è nata Sinistra Ecologia e Libertà. Per rompere questa tenaglia, rifiutando entrambe queste tendenze sbagliate.
Ricostruire la sinistra dalle macerie, costruire una forza che sia davvero la casa di tutte le persone di sinistra, senza distinzioni vecchie e nuove, e con la vocazione ad estendere quest'aggregazione in maniera sempre più larga e sempre più vera. Una sinistra davvero unitaria e davvero rinnovata. Una sinistra che vuole vincere, con la sua faccia, ma che cerca di vincere, senza paura di perdere, come dice Vendola. Una sinistra che abbatte gli steccati, e che per questo può essere attrattiva per la tanta sinistra diffusa che in essi non si riconosce, e non si vergogna di se stessa. Insomma, quella sinistra che era mancata per 15 anni. Questo è Sel in tutta Italia. E per questo, nonostante sia fuori dal Parlamento ed abbia poca visibilità e pochi mezzi, riesce a crescere. Perché questa è la sinistra che la gente aspettava. Quel che troppi dirigenti, anche per colpa dei meccanismi poco partecipativi dei vecchi partiti, non avevano compreso, prigionieri di approcci schematici ed elitari. Per dirla con Gramsci, con quel passaggio più volte citato da Vendola: L'errore dell'intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed esser appassionato (non solo del sapere in sé, ma per l'oggetto del sapere) cioè che l'intellettuale possa essere tale (e non un puro pedante) se distinto e staccato dal popolo-nazione, cioè senza sentire le passioni elementari del popolo, comprendendole e quindi spiegandole e giustificandole nella determinata situazione storica, e collegandole dialetticamente alle leggi della storia, a una superiore concezione del mondo, scientificamente e coerentemente elaborata, il sapere; non si fa politica-storia senza questa passione, cioè senza questa connessione sentimentale tra intellettuali e popolo-nazione. In assenza di tale nesso i rapporti dell'intellettuale col popolo-nazione sono o si riducono a rapporto di ordine puramente burocratico, formale; gli intellettuali diventano una casta o un sacerdozio.
A decenni di distanza da questo illuminante discorso indiscutibilmente il termine casta è entrato nel vocabolario collettivo per definire la politica. C'è il bisogno di un nuovo vocabolario, il bisogno di ripensare nel profondo la vecchia concezione che ha portato storicamente a contrapporre il lavoro, l'ambiente e la libertà, come entità separate, ritenendo che si dovesse necessariamente indicare - o peggio ancora imporre - delle priorità, l'uno a danno delle altre, mentre la sfida è nell'amalgamazione. L'ecologismo e l'ambientalismo devono essere intesi come una risorsa primaria in un quadro complessivo e complesso di esigenze umane, dell'uomo nel suo contesto ambientale, della sua aspirazione ad emanciparsi per mezzo del lavoro, e la declinazione di Green economy è la punta di diamante di questa nuova idea di sviluppo, di crescita e di emancipazione. Le questioni sulla limitatezza della risorsa pianeta terra (vedi ultimo disastro quello nucleare in Giappone) devono essere il giusto presupposto di un progetto politico complessivo, e che invece troppo spesso si è dichiarato autonomo e trasversale rispetto ad un progetto politico. Al tempo stesso, molti si erano dichiarati a favore delle politiche ecologiste, ma tenendole quasi come corollario, e non dandogli quella rilevanza che invece, nel nostro tempo, esse hanno. Noi oggi siamo qui per questo, per ricostruire questa connessione sentimentale con il popolo pensato nel suo eco-sistema, dove il futuro possibile parte dalla consapevolezza dell'esistente e del concetto del limite, di risorse, di possibilità, di inviolabilità dei diritti e dei beni. Per far ciò l'analisi deve essere lucida e a nostro avviso il manifesto fondativo di Sel affronta dettagliatamente i punti cardine di quel che è per noi la lettura critica della società e ne cito nuovamente l'essenza: Sinistra, ecologia e libertà unisce tre discorsi, che, per chi guarda la realtà senza lo schermo di cattive ideologie, non possono e non potranno mai più apparire separati: Il lavoro degli uomini, i cicli naturali, una civiltà fondata sullo sviluppo di responsabilità, facoltà e libertà umane.
Lavoro e il caso franzoni - Sel e la politica in generale ha il dovere di traguardare le generazioni future per consegnare a loro delle possibilità, beni e risorse riproducibili e non un pianeta esausto e logoro dove in uno scenario apocalittico va in scena una tremenda guerra per ambire alle macerie, per far ciò i principali interlocutori debbono essere indubbiamente i giovani che sono in questo momento la parte più svantaggiata e più in difficoltà del nostro Paese. Noi vogliamo essere questo partito; vogliamo rappresentare gli operai delle fabbriche e delle piccole imprese, i lavoratori dei servizi e delle amministrazioni pubbliche, i lavoratori della conoscenza, i contadini e gli artigiani, vogliamo dare voce ai precari, ai lavoratori migranti che subiscono lo sfruttamento più disumano, alla fatica delle donne che lavorano dentro e fuori le mura domestiche. Vogliamo farlo riconoscendo la reciproca autonomia tra rappresentanza politica e rappresentanza sociale. Vogliamo essere un partito che non ha timore di dire che nel conflitto capitale–lavoro sceglie di stare dalla parte del lavoro e dei lavoratori. Vogliamo che in tutti i campi la politica si assuma la responsabilità di scelte chiare, coerenti, utili ed uniformate ad un progetto organico, contro il tatticismo. Un partito che nasce e ambisce a modificare il quadro politico-culturale del paese deve partire dalle peculiarità del territorio in cui opera, è anche questo il compito del congresso de circolo di Trani.
Recentemente abbiamo fatto un'iniziativa pubblica e partecipata dal titolo Ricomincio da tre: lavoro, casa, e sanità. Per individuare tre emergenze che affliggono il nostro territorio e tentare di dare una risposta, un contributo di programma e d'impegno per il circolo di Sel di Trani ma anche una traccia di lavoro per un programma comune dell'intero centrosinistra tranese. Viviamo in un territorio mortificato, che paga un prezzo altissimo al ricatto delle imprese (quelle poche sopravvissute alla crisi finanziaria e alle politiche sciagurate del ministro Tremonti) che rincorrendo il lavoro precario e sottosalariato in aree del pianeta dove mancano le forme di tutela, portano a compimento il progetto di abbandono dei siti di produzione per lasciare il posto, da un lato alla speculazione finanziaria da giocarsi sulle borse planetarie sottoforma di prodotti derivati e giri di denaro in assenza del prodotto, e dall'altro alla speculazione edilizia, come se questa possa fornire in eterno da sola tutti posti di lavoro. Emblematica è la crisi della filatura Franzoni prima delle officine San Marco Sud della Cidneo e della cartiera della vicina Barletta. Dopo dieci anni di incentivi dati a pioggia dai governi vanno via portandosi macchinari e attrezzature dal territorio o dal paese lasciando solo disoccupazione. La tenda messa in piazza ha parlato di questo a tutti noi, quei lavoratori erano lì a ricordarci se mai ce ne fossimo dimenticati che c'è un bisogno urgente del lavoro, che la buona politica si deve attivare per dare risposte e speranze di futuro a loro,a noi, e ad un intera generazione di giovani che rischiano di rimanere esclusi dal lavoro. Vi è un costante allontanamento tra i luoghi di produzione e consumo per la tendenza a relegare i poderi agricoli e i piccoli settori di produzione lontano, lontanissimo dalle nostre realtà post-agricole, post-industriali e post non si sa più che cosa. Nella nuova Provincia della Bat manca completamente un'idea di rilancio economico e questo configura una vera emergenza sociale con gravissime responsabilità della politica. La futura amministrazione nel riprogettare i percorsi dello sviluppo, deve inevitabilmente attivare progetti capaci di far scendere in campo anche altri soggetti per coinvolgerli in uno sforzo sinergico capace di attivare e mobilitare forze, potenzialità e risorse. Un tavolo di confronto e di decisione per progetti importanti di interesse collettivo diventa momento di alta progettualità e di concreto terreno di verifica sulle cose da fare. Istituzioni, credito, formazione, imprenditoria possono trovare intese per la realizzazione di importanti progetti. In buona sostanza, diventa importante e fondamentale l'intervento diretto dell'amministrazione per il rilancio dell'economia locale con progetti ad hoc che vedano il concorso del Comune anche per ciò che riguarda l' utilizzo dei fondi europei, dei corsi di formazione, della valorizzazione delle risorse espresse dal territorio. Su questo terreno l'amministrazione è chiamata a dare risposte positive per creare le condizioni per progetti innovativi e di sviluppo, nella consapevolezza che se non sarà la rete delle istituzioni a farlo, saranno i poteri economici e finanziari ad imporli.
Distretti - Bisogna promuovere i distretti di economia solidale per un modello economico opposto a quello dominante. Tali distretti perseguono obiettivi quali il raggiungimento di un'economia equa e socialmente sostenibile, si impegnano ad agire in base a regole di giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, inclusione sociale). I soggetti aderenti ai distretti si impegnano a praticare un'economia rispettosa dell'ambiente (sia nell'uso di energia e materie prime, sia nella produzione di rifiuti) e il più possibile contenuta nell' impatto ambientale, cercando di valorizzare la dimensione locale, il che significa dare la priorità alla produzione e al consumo delle risorse del territorio, sia in termini di materie prime ed energia, che di conoscenze, saperi, pratiche tradizionali, relazioni e partecipazione a progetti locali.
Esternalizzazioni - Per quanto riguarda la macchina amministrativa non è da ignorare la questione esternalizzazioni. Dobbiamo tener presente che nella quasi totalità della situazione in cui si è esternalizzato un lavoro da parte degli Enti locali, dopo un primo periodo di risparmi, è iniziata una tendenza al rialzo dei costi che dopo pochi anni sono diventati superiori a quelli del dipendente comunale garantito. L'utilizzo di risorse interne alla dotazione organica è fondamentale anche per l'avvio di una corretta politica di ridistribuzione del reddito. Non è da sottovalutare, a questo proposito, la costruzione di professionalità sulla questione della lotta all'evasione che, proprio con le risorse recuperate, possono nei fatti autofinanziarsi. Crediamo nella necessità di individuare lo strumento fondamentale nella pianificazione, e ciò anche e soprattutto in quella urbanistica applicata alle politiche abitative per l'ormai cronica assenza di edilizia residenziale pubblica, inducendo così il necessario fattore calmierante dei prezzi degli alloggi. La politica deve saper guardare alle opportunità che la nuova scienza-coscienza ecologica ci fornisce e che è la vera scommessa per il futuro. Ad esempio rilanciare l'agricoltura locale e un prodotto di qualità con un utilizzo del suolo sostenibile è un primo grande obiettivo realizzabile. Quelli dove si possono integrare la produzione con il turismo tradizionale, l'ecoturismo e l'agro-turismo; i suoli dove impiantare il fotovoltaico.
Energia e nucleare - Nel campo energetico, di fronte al terremoto del Giappone abbiamo sentito e manifestato lutto, commozione, solidarietà. Il sisma, lo tsunami, la tragedia nucleare del Giappone confermano la necessità di costruire il si alla fuoriuscita globale dal nucleare e di dire si a fermare il ritorno del nucleare in Italia (o subito o a primavera con il referendum). Siamo indignati per la subdola moratoria proposta ora dal Governo filonucleare, chiediamo un no al nucleare! Gli stessi costi del nucleare (già non competitivi solo se si conteggia lo smaltimento delle scorie) ora devono sottostare a nuovi parametri di sicurezza: è divenuta ormai la fonte di energia più costosa di tutte. Di qui la scelta obbligata di Sel di votare si ai referendum che si terranno i primi di giugno.
Nel campo dell'enorme business dei rifiuti crediamo che si possa intervenire in modo efficace con un progetto in cui la differenziata, quella vera porta a porta, determini un indotto basato sul riciclo ed il riuso. Crediamo che si possa estendere enormemente il campo di applicazione, anche per ridurre al minimo la frazione di cdr, ad esempio strutturando un sistema di raccolta e di riuso di materiali nuovi e compositi ed intervenendo su altri particolarmente inquinanti quali gli olii esausti, che oggi spesso e in buona parte non costituiscono nessuna tipologia di rifiuto essendo smaltiti impropriamente nella comune rete fognante determinano un inquinamento massiccio delle acque e che invece possono costituire una risorsa economica importante. Non va altresì sottovalutato l'aspetto riguardante i criteri di formazione della bolletta che dovranno essere conformati al criterio di quantità e qualità della risorsa rifiuto, incentivando economicamente l'utenza con un premio ed eliminando vecchi criteri basati esclusivamente sulla tipologia, la dimensione residenziale e dei fondi. L'economicità ed il beneficio indotto del sistema basterà da solo a evidenziare l'inutilità del ricorso ai termo-inceneritori, in particolar modo sul nostro territorio comunale e provinciale.
Il quadro politico - Le elezioni regionali pugliesi del 2010 sanciscono il successo del nostro partito nel nostro territorio. Malgrado l'assenza di rappresentanti istituzionali che potessero sostenere la campagna elettorale del nostro candidato e la carenza di fondi per la realizzazione di iniziative diffuse sul territorio, la presentazione di un candidato credibile e capace di attrarre consensi al di fuori dell'area che rappresentiamo permette al nostro partito di diventare il primo partito del centrosinistra e il secondo a Trani dopo il Pdl. E' un risultato storico che dimostra la bontà del nostro progetto politico. Come abbiamo scritto nel nostro comunicato post-elezioni, il risultato di Sinistra e Libertà e di Felice di Lernia a Trani dimostra che mettendosi insieme, a sinistra, si può costruire qualcosa di grande. Che poi è lo spirito che anima, da sempre, il progetto di Sel. E questo dimostra quanto sia necessario farlo crescere. Dall'aggregazione iniziale, di due anni fa, al grande risultato delle elezioni regionali, dove siamo riusciti a convogliare su Sel e sul nostro candidato un'area di sinistra ancor più vasta con ottimi risultati, è stato ulteriormente dimostrato quanto spazio ci sia per una sinistra larga, dove tutte le persone di sinistra possano sentirsi a casa, che abbatta gli steccati che per troppo tempo l'hanno caratterizzata e danneggiata. Per questo Sel è nata, con questo obiettivo, di allargarsi ed aggregare ancor di più, deve andare avanti.
Elezioni amministrative di trani - Abbiamo lasciato alle conclusioni un passaggio sul quadro politico e di alleanze anche in vista degli appuntamenti elettorali locali. Lo facciamo alla fine, con alcuni spunti di carattere programmatico proprio perché, per Sel, ogni condizione per patti ed alleanze future è subordinata alla ferma volontà di determinare le condizioni di una vera e propria rivoluzione culturale nel panorama politico, come dice Vendola per scuotere l'albero morto del centrosinistra non rinunciando affatto ad incidere in tal senso anche nella nostra città. Quindi ogni proposta e valutazione conseguente dovrà considerare l'irrinunciabilità di Sel ai principi fondanti del partito e le conseguenti posizioni che intendiamo assumere quali quelle sulla declinazione dei beni comuni universale e con essa la nostra posizione netta ed inequivocabile sull'acqua pubblica, in merito ai principi di solidarietà, sull'idea di sviluppo eco-sostenibile che guarda alle energie rinnovabili e dice no al nucleare, individuando nella green-economy il vero motore di sviluppo per la creazione di posti di lavoro.
Un complesso organico di proposte, quindi, da perseguire e ricercare con atti ed azioni pienamente coerenti, senza i ma anche, senza fare scelte incoerenti sulla base di calcoli astratti o di una presunta rincorsa al centro.Noi la responsabilità la sentiamo e la assumiamo totalmente nella nostra linea politica e conseguentemente nelle scelte che dovranno essere messe in campo. Comprendiamo benissimo quanto oggi può essere vincente e dirompente una politica coerente, realmente alternativa ad una destra che mai come ora è debole, frammentata e inoperante, se non per ciò che attiene le ambasce del suo leader, i diktat leghisti e i provvedimenti tecnico-finanziari devastanti di Tremonti. E' questo senso di responsabilità che deve guidare la coalizione e che può farla forte. Per questo riteniamo doveroso e responsabile continuare a lavorare su un'ipotesi di ampia coalizione di centrosinistra classico, o (per intenderci) come quella che attualmente governa la Puglia, ovvero un'alleanza sostanziata da principi e da progetti comuni, un'unione d'intenti che non deve e non potrà avere il carattere di cartello elettorale fine a se stesso.
Sel di Trani intende partire da una discussione programmatica, e cosi guardare favorevolmente ad un processo di individuazione delle rappresentanze attraverso primarie di coalizione, che impegnino i candidati al rispetto delle decisioni prese a livello collegiale. La priorità, però, è che il centrosinistra a Trani sia unito. Da quando esiste il sistema maggioritario, tre volte su quattro ci si è presentati divisi, e tutte e tre le volte questo ha significato sconfitte rovinose. Non siamo indisponibili, quindi, ad altre soluzioni, quando esse si rendessero necessarie, purché siano davvero condivise e non snaturino la coalizione. Ovviamente i tempi per far ciò non sono infiniti e Sel non è disponibile ad estenuanti proroghe sine die, pertanto ogni proposta deve avere quale base di partenza un calendario certo e pubblico entro il quale chiudere o meno le intese ed eventualmente per svolgere le primarie.
Auspichiamo, che a partire dal congresso, possa prendere il mare aperto questo partito autenticamente nuovo in un quadro di affinità che induca tutti a vedere una nuova prospettiva politica per Sel e per tutto il centrosinistra, in Italia come nella nostra città di Trani, fugando ogni tentazione di ricorso a tattiche e tatticismi fratricidi che annichilirebbero ancora una volta le aspettative, anche sopite e inconsapevoli, di quel popolo con cui vogliamo riconnetterci sentimentalmente e a cui questa volta dobbiamo dare una prova matura di coerenza e concretezza. Citando Enrico Berlinguer: Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita».
«Il primo congresso di Sinistra Ecologia Libertà di Trani si apre dentro uno scenario drammatico segnato dalle tante guerre che hanno lo scopo di reprimere il bisogno di libertà di intere generazioni, di popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo. La scintilla è partita da un giovane commerciante che si è dato fuoco contro un sopruso della polizia e della burocrazia; non era un kamikaze, non ha indossato una cintura esplosiva, non si è arruolato per addestrarsi in qualche cellula terrorista. Si è cosparso di liquido infiammabile e si è dato fuoco. Un gesto estremo, di chi non ha speranza per il proprio futuro. La stessa disperazione che ha portato milioni di giovani magrebini a ribellarsi per un futuro migliore. La zona sensibile, dall'Algeria all'Iran, rappresenta il 36 per cento della produzione mondiale di petrolio. Questo è quel che ci riguarda sul piano concreto, insieme ai rischi di guerre non soltanto civili, in una zona ricca di conflitti latenti, alle porte dell'Occidente europeo. Sul piano politico, ideologico, morale, quel che sta accadendo è inoltre destinato a sconvolgere, a rovesciare il pregiudizio occidentale sul mondo arabo musulmano. Il famoso conflitto di civiltà. Il primo cambiamento già avvenuto è che uomini e donne rivendicano i diritti dei cittadini di uno Stato democratico, e quindi rifiutano il modello del rais, onnipotente e insostituibile, dominante dall'Atlantico all'Oceano indiano per decenni. Dopo il tunisino Ben Ali e l'egiziano Mubarak, adesso traballa Gheddafi, caricatura dell'autocrate arabo miliardario in petrodollari, in esercizio da più di quarant'anni. I popoli insorti hanno sotto gli occhi i modelli democratici. Le immagini, le informazioni, scavalcano le frontiere e le censure. I giovani tunisini, egiziani, yemeniti, marocchini e anche libici, dei quali non avevamo l'impressione di conoscere i volti, perché il loro paese sembrava incarnato soltanto da Gheddafi, e dalle sue grottesche stravaganze, rivendicano diritti individuali e libertà. Non si rifanno ad ideali nazionalisti o ad estremismi. Diventa urgente e necessario che si cessi questo sterminio di popoli e si avviano le relazioni di pace, che si attiva la buona politica per fare del Mediterraneo un mare di libertà per tutta l'Europa. I movimenti che attraversano il mediterraneo stanno attraversando in questi mesi anche gran parte dei paesi europei.
I processi di crisi che attanagliano l'Europa hanno alimentato i venti di ribellione in Grecia, in Spagna, in Inghilterra. Anche nel nostro paese l'aumento del divario tra poveri e ricchi e l'aumento della disoccupazione ha portato negli ultimi mesi il lavoro al centro del dibattito politico culturale. Le ultime vicende della Fiat e di Marchionne hanno occupato gran parte dei talk show riportando alla centralità la questione operaia che si considerava sulla via del tramonto. Si è partiti dai metalmeccanici per travolgere tutte le categorie. Il congresso di Sel di Trani deve iniziare proprio dal tema del lavoro, bene comune primario, il lavoro umiliato, sottopagato, precario e pericoloso; il lavoro come arma di ricatto, il lavoro sancito dall'articolo 1 della costituzione come fondamento stesso della costituzione che da molti anni sotto attacco per via di una serie di concause: le forze imprenditoriali sono subordinate al mondo finanziario, che ormai regola e detta le condizioni e gli assetti stessi, non più solo produttivi ma determinando lo status e il diritto ad esistere di intere nazioni; il mondo finanziario ha assunto quegli inediti caratteri predatori di cui parla il nostro Manifesto costituente, arrivando a decidere di razziare la sovranità di Stati come la Grecia. Questo è il frutto di anni e anni di delegittimazione, di deregolamentazione e di autentica sottomissione dei diritti acquisiti in anni di conquiste civili che nel secolo scorso avevano assunto carattere universalmente riconosciuto di diritti fondamentali ed inviolabili.
Venti anni di politiche scellerate, alle quali il centrosinistra a causa di tanti errori non è riuscito ad opporsi come c'era bisogno, hanno frantumato le certezze. Mal celandosi dietro l'alibi di un mai declinato concetto di flessibilità, si è prodotta tanta, tanta precarietà, si è reso accettabile per qualcuno - ma non per noi – cedere, giorno dopo giorno, diritti in cambio di una promessa di lavoro, fino a mettere in alternativa, come a Pomigliano, la possibilità di lavorare, con l'esigibilità dei diritti costituzionali e fino a sostenere, come ha fatto il ministro Tremonti, che non possiamo più permetterci le misure di sicurezza nei posti di lavoro. E' ben riuscito il piano di mettere i lavoratori l'uno contro l'altro portando a quella che oggi sembra una insanabile frattura tra confederazioni sindacali, spostando il terreno dello scontro per nascondere la verità del fallimento di una prassi, che vuole il mercato autoregolato unico sovrano incontrastato a dispetto dei continui fallimenti finanziari, del crollo di un sistema basato sulla speculazione e nel quadro di un mondo dove le diseguaglianze ed i conflitti sociali, ancorché militari, stanno assumendo livelli insopportabili ed insostenibili. In 20 anni si è riusciti ad imporre un modello culturale, prima ancora che economico, falsato, deviato e deviante, un modello di vita imperante incentrato sull'individualismo e sulla convenienza al di fuori di ogni quadro morale etico e politico. Un concetto distorto di libertà, diametralmente opposto a quello che vogliamo significare nel nome del partito che rappresentiamo, ha usurpato il termine cardine delle aspirazioni collettive di giustizia e di liberazione dalle oppressioni riducendolo a mera aspirazione privata inserita totalmente al di fuori di un sentire comune e collettivo. Qui, nel cuore del problema lavoro risiedono le ragioni profonde di un ripensamento delle politiche da e di sinistra.
Riaprire la partita - Questo è il titolo che campeggia sulla tessera di Sinistra Ecologia e Libertà per il 2011. Riaprire la partita significa l'inizio di un lavoro di ricostruzione delle macerie delle coscienze e di un nuovo sentire comune, che si prospetta lungo e faticosissimo: significa combattere il berlusconismo. In tanti, in troppi hanno creduto necessario e sufficiente combattere Berlusconi, non capendo che nel mentre si andava affermando un modello culturale mondiale che in Italia ha Berlusconi, ma in Francia ha Sarkozy, in Inghilterra ha visto il lungo predominio del Thatcherismo, in Germania vede la Merkel e che negli Usa ha solo per ora intravisto la fine con Obama dopo anni di Reganismo perpetrato in continuità per decenni anche tramite la generazione dei Bush. E che soprattutto in Italia vedeva una punta dell'iceberg non rappresentata soltandto da una persona, ma da un modello che essa rappresentava. Questo modello culturale, prima ancora che economico, andava ed andrebbe avversato con coerenza e con una visione complessivamente alternativa di politica, economia, gestione della cosa pubblica. Questo, in tutti questi anni, spesso non è riuscito. Il centrosinistra in questo ha le sue colpe. Non ha saputo far valere le sue ragioni, quasi affetto da un complesso d'inferiorità che lo portava a rincorrere l'avversario, con la sinistra, preda di vari e diversi errori,che faceva sentire sempre meno la sua voce. Si sono commessi una serie di errori, anche di sottovalutazione dell'avversario, che hanno portato a sconfitte pesanti in momenti decisivi. Si è prodotto un ventennio di assenza della politica perdendo sistematicamente la vera battaglia culturale per l'affermazione di un modello alternativo e coerente. Anche a causa degli errori della sinistra, che è finita in un vicolo cieco, finendo per disperdersi e frantumandosi, fino al disastro del 2008, quando 15 anni di errori, operazioni fallimentari ed un voto utile che è stato utile solo al centrodestra hanno portato Berlusconi alla vittoria piu' netta della storia, il centrosinistra ad una sconfitta che lo lasciava debole e spaccato, e la sinistra, soprattutto, fuori dal Parlamento, dispersa in mille rivoli, e senza un progetto all'orizzonte. Questa è la ragione stessa dell'esistenza di Sel, non fare un nuovo partito ma la necessità di ricostruire dalle fondamenta la sinistra, di farla rinascere dalle macerie prodotte da anni di errori che l'hanno portata fuori da Parlamento.
Per 15 anni la sinistra è stata strozzata da due opposte tendenze. Da un lato, chi ha pensato che per essere moderni ed essere vincenti bisognasse, chissà perché poi, rinunciare progressivamente alle nostre idee, ai nostri tratti caratteristici, e infine, rinunciare proprio ad essere di sinistra. E' stata, questa, la caratteristica sia del d'alemismo che del veltronismo, fenomeni spesso contrapposti ma in questo complementari. Il risultato è stato un indebolimento progressivo (altro che essere vincenti), ed uno scivolamento continuo che ha portato, infine, a portar fuori dal campo della sinistra tante persone e tanti gruppi che, per storia, collocazione ed idee, non sarebbero affatto estranei ad essa. Tutto questo, per di più, non ha nemmeno rafforzato la coalizione, aumentando conflittualità e contraddizioni nel cuore del centrosinistra, ed (è un dato di fatto) aumentando la sua instabilità ed indebolendola (anche qui parlano i numeri) anche sotto il profilo elettorale. Dall'altro lato, però, a questo spesso si è risposto cadendo nell'errore opposto. Invece di puntare a dare subito rappresentanza a quella sinistra da cui altri si allontanavano, si sono alzati steccati, si è parlato dell'altra sinistra, non ci si è smossi da visioni antagoniste, arrivando anche ad autorappresentarsi come una sinistra che avesse quasi la vocazione al minoritarismo. E per dare forza a queste auto rappresentazioni, qualcuno si è rifugiato in modelli anacronistici, in vecchie simbologie, che hanno perso il loro antico valore di liberazione e di emancipazione, per gli esiti distorti e spesso drammatici che hanno determinato. Dice Nichi Vendola: Il comunismo è stato una vicenda straordinaria quando è stato una domanda. E' stato una vicenda terribile quando è stato una risposta. Quando ha camminato sui mezzi cingolati, il sogno si è capovolto in un incubo.
Di questo dobbiamo essere consapevoli e oggi, all'inizio di nuovo millennio, dobbiamo dare risposte consone che partano da presupposti completamente diversi da quelli che erano alla base delle Ideologie della fine '800. Ma anche quando si era portati a qualche aggregazione, essa aveva sempre un carattere temporaneo, di cartello elettorale, con tutti gli steccati ancora innalzati, senza un vero progetto politico, e con scarsa capacità espansiva. Il risultato è stato che mentre una parte della sinistra si scioglieva in altro tipo di contenitori, l'altra parte non solo non riusciva ad occupare quel grande spazio che potenzialmente si apriva, ma rimanendo bloccata si lasciava travolgere, rimanendo infine fuori dal Parlamento. Così, d'un colpo, la sinistra tutta rimaneva senza una sua propria autonoma rappresentanza politica, in un momento nel quale pure ci sarebbe tanto bisogno di sinistra. E questo, fatalmente, indeboliva anche il centrosinistra e l'opposizione a Berlusconi, proprio quando il cavaliere lanciava la sua offensiva più dirompente e radicale. Per reagire a tutto questo è nata Sinistra Ecologia e Libertà. Per rompere questa tenaglia, rifiutando entrambe queste tendenze sbagliate.
Ricostruire la sinistra dalle macerie, costruire una forza che sia davvero la casa di tutte le persone di sinistra, senza distinzioni vecchie e nuove, e con la vocazione ad estendere quest'aggregazione in maniera sempre più larga e sempre più vera. Una sinistra davvero unitaria e davvero rinnovata. Una sinistra che vuole vincere, con la sua faccia, ma che cerca di vincere, senza paura di perdere, come dice Vendola. Una sinistra che abbatte gli steccati, e che per questo può essere attrattiva per la tanta sinistra diffusa che in essi non si riconosce, e non si vergogna di se stessa. Insomma, quella sinistra che era mancata per 15 anni. Questo è Sel in tutta Italia. E per questo, nonostante sia fuori dal Parlamento ed abbia poca visibilità e pochi mezzi, riesce a crescere. Perché questa è la sinistra che la gente aspettava. Quel che troppi dirigenti, anche per colpa dei meccanismi poco partecipativi dei vecchi partiti, non avevano compreso, prigionieri di approcci schematici ed elitari. Per dirla con Gramsci, con quel passaggio più volte citato da Vendola: L'errore dell'intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed esser appassionato (non solo del sapere in sé, ma per l'oggetto del sapere) cioè che l'intellettuale possa essere tale (e non un puro pedante) se distinto e staccato dal popolo-nazione, cioè senza sentire le passioni elementari del popolo, comprendendole e quindi spiegandole e giustificandole nella determinata situazione storica, e collegandole dialetticamente alle leggi della storia, a una superiore concezione del mondo, scientificamente e coerentemente elaborata, il sapere; non si fa politica-storia senza questa passione, cioè senza questa connessione sentimentale tra intellettuali e popolo-nazione. In assenza di tale nesso i rapporti dell'intellettuale col popolo-nazione sono o si riducono a rapporto di ordine puramente burocratico, formale; gli intellettuali diventano una casta o un sacerdozio.
A decenni di distanza da questo illuminante discorso indiscutibilmente il termine casta è entrato nel vocabolario collettivo per definire la politica. C'è il bisogno di un nuovo vocabolario, il bisogno di ripensare nel profondo la vecchia concezione che ha portato storicamente a contrapporre il lavoro, l'ambiente e la libertà, come entità separate, ritenendo che si dovesse necessariamente indicare - o peggio ancora imporre - delle priorità, l'uno a danno delle altre, mentre la sfida è nell'amalgamazione. L'ecologismo e l'ambientalismo devono essere intesi come una risorsa primaria in un quadro complessivo e complesso di esigenze umane, dell'uomo nel suo contesto ambientale, della sua aspirazione ad emanciparsi per mezzo del lavoro, e la declinazione di Green economy è la punta di diamante di questa nuova idea di sviluppo, di crescita e di emancipazione. Le questioni sulla limitatezza della risorsa pianeta terra (vedi ultimo disastro quello nucleare in Giappone) devono essere il giusto presupposto di un progetto politico complessivo, e che invece troppo spesso si è dichiarato autonomo e trasversale rispetto ad un progetto politico. Al tempo stesso, molti si erano dichiarati a favore delle politiche ecologiste, ma tenendole quasi come corollario, e non dandogli quella rilevanza che invece, nel nostro tempo, esse hanno. Noi oggi siamo qui per questo, per ricostruire questa connessione sentimentale con il popolo pensato nel suo eco-sistema, dove il futuro possibile parte dalla consapevolezza dell'esistente e del concetto del limite, di risorse, di possibilità, di inviolabilità dei diritti e dei beni. Per far ciò l'analisi deve essere lucida e a nostro avviso il manifesto fondativo di Sel affronta dettagliatamente i punti cardine di quel che è per noi la lettura critica della società e ne cito nuovamente l'essenza: Sinistra, ecologia e libertà unisce tre discorsi, che, per chi guarda la realtà senza lo schermo di cattive ideologie, non possono e non potranno mai più apparire separati: Il lavoro degli uomini, i cicli naturali, una civiltà fondata sullo sviluppo di responsabilità, facoltà e libertà umane.
Lavoro e il caso franzoni - Sel e la politica in generale ha il dovere di traguardare le generazioni future per consegnare a loro delle possibilità, beni e risorse riproducibili e non un pianeta esausto e logoro dove in uno scenario apocalittico va in scena una tremenda guerra per ambire alle macerie, per far ciò i principali interlocutori debbono essere indubbiamente i giovani che sono in questo momento la parte più svantaggiata e più in difficoltà del nostro Paese. Noi vogliamo essere questo partito; vogliamo rappresentare gli operai delle fabbriche e delle piccole imprese, i lavoratori dei servizi e delle amministrazioni pubbliche, i lavoratori della conoscenza, i contadini e gli artigiani, vogliamo dare voce ai precari, ai lavoratori migranti che subiscono lo sfruttamento più disumano, alla fatica delle donne che lavorano dentro e fuori le mura domestiche. Vogliamo farlo riconoscendo la reciproca autonomia tra rappresentanza politica e rappresentanza sociale. Vogliamo essere un partito che non ha timore di dire che nel conflitto capitale–lavoro sceglie di stare dalla parte del lavoro e dei lavoratori. Vogliamo che in tutti i campi la politica si assuma la responsabilità di scelte chiare, coerenti, utili ed uniformate ad un progetto organico, contro il tatticismo. Un partito che nasce e ambisce a modificare il quadro politico-culturale del paese deve partire dalle peculiarità del territorio in cui opera, è anche questo il compito del congresso de circolo di Trani.
Recentemente abbiamo fatto un'iniziativa pubblica e partecipata dal titolo Ricomincio da tre: lavoro, casa, e sanità. Per individuare tre emergenze che affliggono il nostro territorio e tentare di dare una risposta, un contributo di programma e d'impegno per il circolo di Sel di Trani ma anche una traccia di lavoro per un programma comune dell'intero centrosinistra tranese. Viviamo in un territorio mortificato, che paga un prezzo altissimo al ricatto delle imprese (quelle poche sopravvissute alla crisi finanziaria e alle politiche sciagurate del ministro Tremonti) che rincorrendo il lavoro precario e sottosalariato in aree del pianeta dove mancano le forme di tutela, portano a compimento il progetto di abbandono dei siti di produzione per lasciare il posto, da un lato alla speculazione finanziaria da giocarsi sulle borse planetarie sottoforma di prodotti derivati e giri di denaro in assenza del prodotto, e dall'altro alla speculazione edilizia, come se questa possa fornire in eterno da sola tutti posti di lavoro. Emblematica è la crisi della filatura Franzoni prima delle officine San Marco Sud della Cidneo e della cartiera della vicina Barletta. Dopo dieci anni di incentivi dati a pioggia dai governi vanno via portandosi macchinari e attrezzature dal territorio o dal paese lasciando solo disoccupazione. La tenda messa in piazza ha parlato di questo a tutti noi, quei lavoratori erano lì a ricordarci se mai ce ne fossimo dimenticati che c'è un bisogno urgente del lavoro, che la buona politica si deve attivare per dare risposte e speranze di futuro a loro,a noi, e ad un intera generazione di giovani che rischiano di rimanere esclusi dal lavoro. Vi è un costante allontanamento tra i luoghi di produzione e consumo per la tendenza a relegare i poderi agricoli e i piccoli settori di produzione lontano, lontanissimo dalle nostre realtà post-agricole, post-industriali e post non si sa più che cosa. Nella nuova Provincia della Bat manca completamente un'idea di rilancio economico e questo configura una vera emergenza sociale con gravissime responsabilità della politica. La futura amministrazione nel riprogettare i percorsi dello sviluppo, deve inevitabilmente attivare progetti capaci di far scendere in campo anche altri soggetti per coinvolgerli in uno sforzo sinergico capace di attivare e mobilitare forze, potenzialità e risorse. Un tavolo di confronto e di decisione per progetti importanti di interesse collettivo diventa momento di alta progettualità e di concreto terreno di verifica sulle cose da fare. Istituzioni, credito, formazione, imprenditoria possono trovare intese per la realizzazione di importanti progetti. In buona sostanza, diventa importante e fondamentale l'intervento diretto dell'amministrazione per il rilancio dell'economia locale con progetti ad hoc che vedano il concorso del Comune anche per ciò che riguarda l' utilizzo dei fondi europei, dei corsi di formazione, della valorizzazione delle risorse espresse dal territorio. Su questo terreno l'amministrazione è chiamata a dare risposte positive per creare le condizioni per progetti innovativi e di sviluppo, nella consapevolezza che se non sarà la rete delle istituzioni a farlo, saranno i poteri economici e finanziari ad imporli.
Distretti - Bisogna promuovere i distretti di economia solidale per un modello economico opposto a quello dominante. Tali distretti perseguono obiettivi quali il raggiungimento di un'economia equa e socialmente sostenibile, si impegnano ad agire in base a regole di giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, inclusione sociale). I soggetti aderenti ai distretti si impegnano a praticare un'economia rispettosa dell'ambiente (sia nell'uso di energia e materie prime, sia nella produzione di rifiuti) e il più possibile contenuta nell' impatto ambientale, cercando di valorizzare la dimensione locale, il che significa dare la priorità alla produzione e al consumo delle risorse del territorio, sia in termini di materie prime ed energia, che di conoscenze, saperi, pratiche tradizionali, relazioni e partecipazione a progetti locali.
Esternalizzazioni - Per quanto riguarda la macchina amministrativa non è da ignorare la questione esternalizzazioni. Dobbiamo tener presente che nella quasi totalità della situazione in cui si è esternalizzato un lavoro da parte degli Enti locali, dopo un primo periodo di risparmi, è iniziata una tendenza al rialzo dei costi che dopo pochi anni sono diventati superiori a quelli del dipendente comunale garantito. L'utilizzo di risorse interne alla dotazione organica è fondamentale anche per l'avvio di una corretta politica di ridistribuzione del reddito. Non è da sottovalutare, a questo proposito, la costruzione di professionalità sulla questione della lotta all'evasione che, proprio con le risorse recuperate, possono nei fatti autofinanziarsi. Crediamo nella necessità di individuare lo strumento fondamentale nella pianificazione, e ciò anche e soprattutto in quella urbanistica applicata alle politiche abitative per l'ormai cronica assenza di edilizia residenziale pubblica, inducendo così il necessario fattore calmierante dei prezzi degli alloggi. La politica deve saper guardare alle opportunità che la nuova scienza-coscienza ecologica ci fornisce e che è la vera scommessa per il futuro. Ad esempio rilanciare l'agricoltura locale e un prodotto di qualità con un utilizzo del suolo sostenibile è un primo grande obiettivo realizzabile. Quelli dove si possono integrare la produzione con il turismo tradizionale, l'ecoturismo e l'agro-turismo; i suoli dove impiantare il fotovoltaico.
Energia e nucleare - Nel campo energetico, di fronte al terremoto del Giappone abbiamo sentito e manifestato lutto, commozione, solidarietà. Il sisma, lo tsunami, la tragedia nucleare del Giappone confermano la necessità di costruire il si alla fuoriuscita globale dal nucleare e di dire si a fermare il ritorno del nucleare in Italia (o subito o a primavera con il referendum). Siamo indignati per la subdola moratoria proposta ora dal Governo filonucleare, chiediamo un no al nucleare! Gli stessi costi del nucleare (già non competitivi solo se si conteggia lo smaltimento delle scorie) ora devono sottostare a nuovi parametri di sicurezza: è divenuta ormai la fonte di energia più costosa di tutte. Di qui la scelta obbligata di Sel di votare si ai referendum che si terranno i primi di giugno.
Nel campo dell'enorme business dei rifiuti crediamo che si possa intervenire in modo efficace con un progetto in cui la differenziata, quella vera porta a porta, determini un indotto basato sul riciclo ed il riuso. Crediamo che si possa estendere enormemente il campo di applicazione, anche per ridurre al minimo la frazione di cdr, ad esempio strutturando un sistema di raccolta e di riuso di materiali nuovi e compositi ed intervenendo su altri particolarmente inquinanti quali gli olii esausti, che oggi spesso e in buona parte non costituiscono nessuna tipologia di rifiuto essendo smaltiti impropriamente nella comune rete fognante determinano un inquinamento massiccio delle acque e che invece possono costituire una risorsa economica importante. Non va altresì sottovalutato l'aspetto riguardante i criteri di formazione della bolletta che dovranno essere conformati al criterio di quantità e qualità della risorsa rifiuto, incentivando economicamente l'utenza con un premio ed eliminando vecchi criteri basati esclusivamente sulla tipologia, la dimensione residenziale e dei fondi. L'economicità ed il beneficio indotto del sistema basterà da solo a evidenziare l'inutilità del ricorso ai termo-inceneritori, in particolar modo sul nostro territorio comunale e provinciale.
Il quadro politico - Le elezioni regionali pugliesi del 2010 sanciscono il successo del nostro partito nel nostro territorio. Malgrado l'assenza di rappresentanti istituzionali che potessero sostenere la campagna elettorale del nostro candidato e la carenza di fondi per la realizzazione di iniziative diffuse sul territorio, la presentazione di un candidato credibile e capace di attrarre consensi al di fuori dell'area che rappresentiamo permette al nostro partito di diventare il primo partito del centrosinistra e il secondo a Trani dopo il Pdl. E' un risultato storico che dimostra la bontà del nostro progetto politico. Come abbiamo scritto nel nostro comunicato post-elezioni, il risultato di Sinistra e Libertà e di Felice di Lernia a Trani dimostra che mettendosi insieme, a sinistra, si può costruire qualcosa di grande. Che poi è lo spirito che anima, da sempre, il progetto di Sel. E questo dimostra quanto sia necessario farlo crescere. Dall'aggregazione iniziale, di due anni fa, al grande risultato delle elezioni regionali, dove siamo riusciti a convogliare su Sel e sul nostro candidato un'area di sinistra ancor più vasta con ottimi risultati, è stato ulteriormente dimostrato quanto spazio ci sia per una sinistra larga, dove tutte le persone di sinistra possano sentirsi a casa, che abbatta gli steccati che per troppo tempo l'hanno caratterizzata e danneggiata. Per questo Sel è nata, con questo obiettivo, di allargarsi ed aggregare ancor di più, deve andare avanti.
Elezioni amministrative di trani - Abbiamo lasciato alle conclusioni un passaggio sul quadro politico e di alleanze anche in vista degli appuntamenti elettorali locali. Lo facciamo alla fine, con alcuni spunti di carattere programmatico proprio perché, per Sel, ogni condizione per patti ed alleanze future è subordinata alla ferma volontà di determinare le condizioni di una vera e propria rivoluzione culturale nel panorama politico, come dice Vendola per scuotere l'albero morto del centrosinistra non rinunciando affatto ad incidere in tal senso anche nella nostra città. Quindi ogni proposta e valutazione conseguente dovrà considerare l'irrinunciabilità di Sel ai principi fondanti del partito e le conseguenti posizioni che intendiamo assumere quali quelle sulla declinazione dei beni comuni universale e con essa la nostra posizione netta ed inequivocabile sull'acqua pubblica, in merito ai principi di solidarietà, sull'idea di sviluppo eco-sostenibile che guarda alle energie rinnovabili e dice no al nucleare, individuando nella green-economy il vero motore di sviluppo per la creazione di posti di lavoro.
Un complesso organico di proposte, quindi, da perseguire e ricercare con atti ed azioni pienamente coerenti, senza i ma anche, senza fare scelte incoerenti sulla base di calcoli astratti o di una presunta rincorsa al centro.Noi la responsabilità la sentiamo e la assumiamo totalmente nella nostra linea politica e conseguentemente nelle scelte che dovranno essere messe in campo. Comprendiamo benissimo quanto oggi può essere vincente e dirompente una politica coerente, realmente alternativa ad una destra che mai come ora è debole, frammentata e inoperante, se non per ciò che attiene le ambasce del suo leader, i diktat leghisti e i provvedimenti tecnico-finanziari devastanti di Tremonti. E' questo senso di responsabilità che deve guidare la coalizione e che può farla forte. Per questo riteniamo doveroso e responsabile continuare a lavorare su un'ipotesi di ampia coalizione di centrosinistra classico, o (per intenderci) come quella che attualmente governa la Puglia, ovvero un'alleanza sostanziata da principi e da progetti comuni, un'unione d'intenti che non deve e non potrà avere il carattere di cartello elettorale fine a se stesso.
Sel di Trani intende partire da una discussione programmatica, e cosi guardare favorevolmente ad un processo di individuazione delle rappresentanze attraverso primarie di coalizione, che impegnino i candidati al rispetto delle decisioni prese a livello collegiale. La priorità, però, è che il centrosinistra a Trani sia unito. Da quando esiste il sistema maggioritario, tre volte su quattro ci si è presentati divisi, e tutte e tre le volte questo ha significato sconfitte rovinose. Non siamo indisponibili, quindi, ad altre soluzioni, quando esse si rendessero necessarie, purché siano davvero condivise e non snaturino la coalizione. Ovviamente i tempi per far ciò non sono infiniti e Sel non è disponibile ad estenuanti proroghe sine die, pertanto ogni proposta deve avere quale base di partenza un calendario certo e pubblico entro il quale chiudere o meno le intese ed eventualmente per svolgere le primarie.
Auspichiamo, che a partire dal congresso, possa prendere il mare aperto questo partito autenticamente nuovo in un quadro di affinità che induca tutti a vedere una nuova prospettiva politica per Sel e per tutto il centrosinistra, in Italia come nella nostra città di Trani, fugando ogni tentazione di ricorso a tattiche e tatticismi fratricidi che annichilirebbero ancora una volta le aspettative, anche sopite e inconsapevoli, di quel popolo con cui vogliamo riconnetterci sentimentalmente e a cui questa volta dobbiamo dare una prova matura di coerenza e concretezza. Citando Enrico Berlinguer: Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita».