Smantellata organizzazione di narcotrafficanti albanesi: due vivevano a Trani
Collegamenti con la camorra
martedì 26 ottobre 2010
Su ordine di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della procura distrettuale antimafia di Bari, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari, hanno arrestato quattro albanesi e due napoletani con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Le persone tratte in arresto sono Santolo Carotenuto (napoletano, 37 anni, residente a Massa di Somma), Giancarlo Truppo (napoletano, 40 anni, residente a San Sebastiano al Vesuvio), Dritan Aga (albanese, 33 anni, residente a Trani), Adrian Aga (albanese, 31 anni, residente a Trani, già detenuto nel carcere di Lanciano), Loni Paluka (albanese, 28 anni, residente ad Altamura, ma di fatto dimorante a Villacastelli nel brindisino) e Klodian Cobo (albanese, 25 anni, residente ad Altamura).
La pericolosa organizzazione di narcotrafficanti albanesi aveva scelto come basi operative le città pugliesi di Altamura e Trani, piazze che venivano rifornite di sostanze stupefacenti importate dalla Spagna, dall'Olanda e dall'Albania dove operavano affiliati del clan che si occupano di recuperare i carichi e spedirli in Italia. Un'organizzazione che vedeva al proprio vertice pericolosi albanesi coinvolti in più inchieste e già individuati e arrestati in altre occasioni, come Olsi Meta, 30 anni, albanese, ritenuto una vera e propria primula rossa del traffico internazionale di stupefacenti, un traffico che dirigeva da Bologna, città strategica per lo smistamento delle sostanze stupefacenti in diverse località italiane.
A Bologna, Meta ha vissuto per alcuni anni fornendo di cocaina le più importanti piazze italiane, comprese quelle pugliesi. Un personaggio più volte ricercato dalle forze dell'ordine, Meta era già stato arrestato nel dicembre 2007. Tornato in libertà, si è reso latitante come Arben Paluka. Ed era proprio quest'ultimo a tenere le fila dell'organizzazione ad Altamura, in stretto contatto con Fran Coku che dall'Albania garantiva l'invio di carichi di sostanze stupefacenti che venivano importati attraverso i porti di Bari e Brindisi. Entrambi, poi, erano in contatto con Gaetano Marino detto "Gaetano Mckey", ritenuto uno dei vertici del clan camorristico degli scissionisti di Secondigliano. Un altro camorrista, appartenente al clan dei Piscopo, attivo nell'area dei Comuni vesuviani, Santolo Carotenuto, detto "Gigino il panettiere", invece, garantiva all'organizzazione di narcotrafficanti albanesi i carichi di sostanze stupefacenti dall'Olanda.
Le indagini svolte dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dalla Dda di Bari, si sono avvalse sia di vecchie tecniche investigative, quali i pedinamenti, sia dei più sofisticati mezzi informatici. Grande supporto agli investigatori, poi, è stato fornito dalle numerose intercettazioni telefoniche.
In questi anni i finanzieri, nell'ambito di questa inchiesta, hanno già arrestato otto persone e sequestrato 50 chili fra marijuana, cocaina ed eroina e circa 125mila tra euro, dollari, sterline e franchi.
Le persone tratte in arresto sono Santolo Carotenuto (napoletano, 37 anni, residente a Massa di Somma), Giancarlo Truppo (napoletano, 40 anni, residente a San Sebastiano al Vesuvio), Dritan Aga (albanese, 33 anni, residente a Trani), Adrian Aga (albanese, 31 anni, residente a Trani, già detenuto nel carcere di Lanciano), Loni Paluka (albanese, 28 anni, residente ad Altamura, ma di fatto dimorante a Villacastelli nel brindisino) e Klodian Cobo (albanese, 25 anni, residente ad Altamura).
La pericolosa organizzazione di narcotrafficanti albanesi aveva scelto come basi operative le città pugliesi di Altamura e Trani, piazze che venivano rifornite di sostanze stupefacenti importate dalla Spagna, dall'Olanda e dall'Albania dove operavano affiliati del clan che si occupano di recuperare i carichi e spedirli in Italia. Un'organizzazione che vedeva al proprio vertice pericolosi albanesi coinvolti in più inchieste e già individuati e arrestati in altre occasioni, come Olsi Meta, 30 anni, albanese, ritenuto una vera e propria primula rossa del traffico internazionale di stupefacenti, un traffico che dirigeva da Bologna, città strategica per lo smistamento delle sostanze stupefacenti in diverse località italiane.
A Bologna, Meta ha vissuto per alcuni anni fornendo di cocaina le più importanti piazze italiane, comprese quelle pugliesi. Un personaggio più volte ricercato dalle forze dell'ordine, Meta era già stato arrestato nel dicembre 2007. Tornato in libertà, si è reso latitante come Arben Paluka. Ed era proprio quest'ultimo a tenere le fila dell'organizzazione ad Altamura, in stretto contatto con Fran Coku che dall'Albania garantiva l'invio di carichi di sostanze stupefacenti che venivano importati attraverso i porti di Bari e Brindisi. Entrambi, poi, erano in contatto con Gaetano Marino detto "Gaetano Mckey", ritenuto uno dei vertici del clan camorristico degli scissionisti di Secondigliano. Un altro camorrista, appartenente al clan dei Piscopo, attivo nell'area dei Comuni vesuviani, Santolo Carotenuto, detto "Gigino il panettiere", invece, garantiva all'organizzazione di narcotrafficanti albanesi i carichi di sostanze stupefacenti dall'Olanda.
Le indagini svolte dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dalla Dda di Bari, si sono avvalse sia di vecchie tecniche investigative, quali i pedinamenti, sia dei più sofisticati mezzi informatici. Grande supporto agli investigatori, poi, è stato fornito dalle numerose intercettazioni telefoniche.
In questi anni i finanzieri, nell'ambito di questa inchiesta, hanno già arrestato otto persone e sequestrato 50 chili fra marijuana, cocaina ed eroina e circa 125mila tra euro, dollari, sterline e franchi.