Supercinema, Tarantini alza le mani: «Altri i nostri progetti»
Fumata nera nell'incontro con le associazioni. Il sindaco risponde anche alla proposta del forum di acquisire l'immobile
sabato 26 marzo 2011
10.14
Il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, ha incontrato il forum costituito per la riqualificazione culturale dell'immobile che ha ospitato il Supercinema. Il primo cittadino confuta una per una le richieste che le associazioni hanno fatto nel comunicato. Il forum aveva chiesto di vincolare l'edificio tramite richiesta del Comune alla Soprintendenza. Il sindaco spiega: «La Soprintendenza sarebbe più sensibile se faceste voi stessi la richiesta, perché un'amministrazione potrebbe avere dei secondi fini». Questa idea è avallata anche dalla dirigente al settore cultura, Maria Dettori, presente all'incontro: «Se facessimo questa richiesta per un edificio che non è di nostra proprietà ma di privati cittadini, questi potrebbero anche chiederci di rispondere dei danni».
Tarantini risponde anche alla proposta avanzata dal forum di acquisire l'immobile tra le proprietà comunali: «Sarebbe un'operazione difficile a farsi perché i proprietari sono ben undici. Credo sia impossibile mettere d'accordo tante teste. I proprietari probabilmente avrebbero più interesse a farci altro che non a darlo al Comune. Di più, il Comune di Trani oggi non ha i soldi per poter solo pensare un'iniziativa di questo tipo».
Il progetto che Tarantini ha sempre in mente è quello di trasformare in una sorta di cittadella della cultura l'intera area di piazza Plebiscito. Oltre al sogno del teatro con annesso centro congressi nella sede di Amet, vi sarebbe la volontà di gettare le basi per un progetto alquanto ambizioso: riconvertire il carcere femminile in una struttura museale ed espositiva (facendo affidamento sulle insistenti richieste di trasferimento della sede da parte della direttrice del penitenziario, Bruna Piarulli) e fare per San Domenico ciò che si è fatto con San Luigi, ossia un centro d'aggregazione in grado di fungere anche da auditorium. «E' solo un'idea - si affretta a dire il primo cittadino - che noi possiamo avviare a beneficio della prossima amministrazione, ma potrebbe cambiare la nostra città dal punto di vista culturale, economico e soprattutto turistico».
A conclusione dell'incontro, il sindaco si è detto disposto a collaborare con le associazioni del forum nel caso in cui volessero continuare la loro battaglia.
Tarantini risponde anche alla proposta avanzata dal forum di acquisire l'immobile tra le proprietà comunali: «Sarebbe un'operazione difficile a farsi perché i proprietari sono ben undici. Credo sia impossibile mettere d'accordo tante teste. I proprietari probabilmente avrebbero più interesse a farci altro che non a darlo al Comune. Di più, il Comune di Trani oggi non ha i soldi per poter solo pensare un'iniziativa di questo tipo».
Il progetto che Tarantini ha sempre in mente è quello di trasformare in una sorta di cittadella della cultura l'intera area di piazza Plebiscito. Oltre al sogno del teatro con annesso centro congressi nella sede di Amet, vi sarebbe la volontà di gettare le basi per un progetto alquanto ambizioso: riconvertire il carcere femminile in una struttura museale ed espositiva (facendo affidamento sulle insistenti richieste di trasferimento della sede da parte della direttrice del penitenziario, Bruna Piarulli) e fare per San Domenico ciò che si è fatto con San Luigi, ossia un centro d'aggregazione in grado di fungere anche da auditorium. «E' solo un'idea - si affretta a dire il primo cittadino - che noi possiamo avviare a beneficio della prossima amministrazione, ma potrebbe cambiare la nostra città dal punto di vista culturale, economico e soprattutto turistico».
A conclusione dell'incontro, il sindaco si è detto disposto a collaborare con le associazioni del forum nel caso in cui volessero continuare la loro battaglia.
Dieci associazioni della città (Meeting dance, Miriello's school, Cineclub Vertigo, circolo Dino Risi, compagnia Teatrale Francavilla, La Fabbrica di Nichi, Legambiente, La Maria del Porto, Marluna Teatro e Settimo piano e mezzo) chiedono formalmente all'amministrazione comunale di vincolare lo stabile una volta sede del Supercinema, di acquisirlo tra le proprietà comunali e di far li il teatro comunale, investendo nell'acquisto e nella piccola ristrutturazione dell'edificio i fondi previsti per la realizzazione di una nuova struttura con annesso centro congressi nell'attuale sede di Amet. L'idea portata avanti dal sindaco è quella di impiantare il teatro all'interno della sede dell'azienda, rispolverando un progetto già preso in considerazione tempo addietro ed accantonato perché il teatro sarebbe risultato piccolo a fronte di grandi spese per la riorganizzazioni strutturali.