Tutto ritorna al suo posto: l’intronizzazione della SS. Addolorata a Trani
Il post processione: il velo della Madonna è simbolo di dolore, di fede e di amore materno
sabato 19 aprile 2025
10.05
Tra Fede e tradizione popolare anche quest'anno la "Processione di Notte della Madonna", come si usa chiamarla a Trani, si è conclusa tra le lacrime, gli abbracci e le preghiere, nei silenzi dei fedeli che delle chiese hanno accolto l'effige della SS. Addolorata, accompagnandola in un percorso di dolore che è il dolore intimo, difficilmente narrabile, di ciascuno di noi.
C'è tuttavia un dopo da raccontare, perché il Rito non è solo quello intenso della processione, ma è anche quello legato al rientro della effige nell'aula liturgica della Chiesa di Santa Teresa, ma che bello il saluto finale tributatole dalla Polizia Locale e da altre rappresentanze militari, saluti e sguardi diretti di grande significato.
Ora immaginate il momento in cui, nel silenzio, si senta solo la soave musica di rientro, siamo a fine della processione, e la SS. Addolorata dando le spalle all'ingresso della chiesa, per non distogliere lo sguardo dal popolo alla ricerca ancora del Volto di Suo Figlio, torna a casa sua, la Chiesa di Santa Teresa che ne custodisce il Culto. La cancellata di Santa Teresa si chiude davanti a lei e dopo che succede?
Accade ciò che Vi mostriamo nel video che pubblichiamo: che i confratelli e le consorelle della Arciconfraternita della SS. Addolorata, dopo una intima ed emozionante preghiera di saluto intonata dal padre spirituale, Don Gaetano Lops, si prodigano per riportare al suo naturale luogo devozionale l'effige. Lo fanno coordinandosi nei movimenti e nei gesti più piccoli, così come si farebbe in famiglia, aiutandosi l'un l'altro ed avendo un unico scopo: intronizzare la Madre, infiorarla nuovamente e sistemarle il velo ed il vestito, quello originale che quest'anno ha indossato nuovamente dopo un attento lavoro di restauro e recupero dell'antico splendore ottocentesco.
Delle vestigia della SS. Addolorata colpisce la leggerezza e la trama del velo che ha un profondo significato teologico e simbolico nella tradizione cristiana, perché rappresenta il dolore, la sofferenza e la partecipazione di Maria alla Passione di Cristo, ma anche la sua fede e il suo ruolo di madre spirituale dell'umanità: un segno visibile della sua partecipazione, modello di obbedienza, al sacrificio redentore di Gesù che richiama l'umiltà e la totale accettazione della volontà divina da parte Sua.
In quel velo i fedeli sentono che c'è tutta la protezione materna di Maria, diventa un simbolo di conforto e di rifugio per chi si rivolge a lei nei momenti di sofferenza. Così è stato alla fine, in quelle sottili trame, in quegli orditi trovi intrecciate le nostre fragilità umane incapaci di accettare la condizione della sofferenza, ignorando che dietro ad esse, per coloro che credono, c'è un progetto più grande di Redenzione. Non ci convinciamo ancora che siamo "anime del Purgatorio viventi" e come tali, non c'è alcuna possibilità di sottrarci al dolore fisico e spirituale. L'unica possibilità è erigere la SS. Madonna Addolorata a modello di vita.
® Vietata la riproduzione
C'è tuttavia un dopo da raccontare, perché il Rito non è solo quello intenso della processione, ma è anche quello legato al rientro della effige nell'aula liturgica della Chiesa di Santa Teresa, ma che bello il saluto finale tributatole dalla Polizia Locale e da altre rappresentanze militari, saluti e sguardi diretti di grande significato.
Ora immaginate il momento in cui, nel silenzio, si senta solo la soave musica di rientro, siamo a fine della processione, e la SS. Addolorata dando le spalle all'ingresso della chiesa, per non distogliere lo sguardo dal popolo alla ricerca ancora del Volto di Suo Figlio, torna a casa sua, la Chiesa di Santa Teresa che ne custodisce il Culto. La cancellata di Santa Teresa si chiude davanti a lei e dopo che succede?
Accade ciò che Vi mostriamo nel video che pubblichiamo: che i confratelli e le consorelle della Arciconfraternita della SS. Addolorata, dopo una intima ed emozionante preghiera di saluto intonata dal padre spirituale, Don Gaetano Lops, si prodigano per riportare al suo naturale luogo devozionale l'effige. Lo fanno coordinandosi nei movimenti e nei gesti più piccoli, così come si farebbe in famiglia, aiutandosi l'un l'altro ed avendo un unico scopo: intronizzare la Madre, infiorarla nuovamente e sistemarle il velo ed il vestito, quello originale che quest'anno ha indossato nuovamente dopo un attento lavoro di restauro e recupero dell'antico splendore ottocentesco.
Delle vestigia della SS. Addolorata colpisce la leggerezza e la trama del velo che ha un profondo significato teologico e simbolico nella tradizione cristiana, perché rappresenta il dolore, la sofferenza e la partecipazione di Maria alla Passione di Cristo, ma anche la sua fede e il suo ruolo di madre spirituale dell'umanità: un segno visibile della sua partecipazione, modello di obbedienza, al sacrificio redentore di Gesù che richiama l'umiltà e la totale accettazione della volontà divina da parte Sua.
In quel velo i fedeli sentono che c'è tutta la protezione materna di Maria, diventa un simbolo di conforto e di rifugio per chi si rivolge a lei nei momenti di sofferenza. Così è stato alla fine, in quelle sottili trame, in quegli orditi trovi intrecciate le nostre fragilità umane incapaci di accettare la condizione della sofferenza, ignorando che dietro ad esse, per coloro che credono, c'è un progetto più grande di Redenzione. Non ci convinciamo ancora che siamo "anime del Purgatorio viventi" e come tali, non c'è alcuna possibilità di sottrarci al dolore fisico e spirituale. L'unica possibilità è erigere la SS. Madonna Addolorata a modello di vita.
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