La NarraVita

Valerio Rinaldi: design, moda e passione

Ha ideato VLab per vendere arredi e poi abiti

Valerio Rinaldi è un giovane pacato e calmo, ma con una grande passione che trapela dai suoi occhi. Non è stato semplice convincerlo a raccontarsi eppure lo ha fatto con una minuzia di particolari tipica di chi ha ponderato e scelto bene il proprio futuro. Un artista, esperto di moda e design, aperto all'arte nelle sue varie e disparate sfaccettature.

Come nasce la scelta di dedicarsi al mondo della moda?

«La mia aspirazione originaria era rivolta al design, alla creazione di qualcosa di materiale, perché mi ha sempre affascinato il processo che porta dall'idea all'oggetto. Dall'astratto al concreto, servendosi di tutte le qualità che si hanno, passando dalla creatività immateriale alla capacità di saper lavorare la materia. Ho iniziato con l'arte creando installazioni, oggetti ready-made e quadri di grandi dimensioni dove buona parte dell'astrazione dell'idea rimaneva nell'oggetto finito. Passando agli arredi con il restauro creativo, l'unione tra funzionalità dell'oggetto ed estetica incontravano meglio le mie esigenze creative mutate. Nella specializzazione in interior design ho imparato a gestire il processo creativo ed ho appreso meglio le tecniche di progettazione. Ho capito che era riduttivo limitarsi agli arredi ed ho allargato i miei campi di ricerca e di interesse fino ad arrivare alla moda. Avere una mentalità progettuale permette di poter creare tutto, di pari passo con l'erudizione in merito alla materia scelta chiaramente. Non bisogna limitarsi se si ha voglia di espandere la propria esperienza. La curiosità mi ha portato a dedicarmi anche alla moda».

Mi racconti come nasce VLab?

«Vlab, abbreviazione di LABoratorio di Valerio, nasce fisicamente l'8 dicembre 2011 come esposizione di arredi in via Umberto 103 a Trani. Per vicissitudini di vita, il 12 luglio 2012 il Vlab re-inaugura come negozio di abbigliamento e accessori, oltre che di arredi e si divide sui social in Vlab store e Vlab artdesign. Questa fase ibrida termina il 29 marzo 2013 con il restyling "White Era" e trasforma lo store fisico in contenitore bianco che ha come unici protagonisti i capi d'abbigliamento e gli accessori, mentre il reparto artdesign diventa completamente "virtuale" trasferendo online la vendita di arredi».


Da dove sei partito e dove sei arrivato con il tuo lavoro?

«Se ci si riferisce al mio lavoro di designer, sono partito dal restauro di una poltrona di mia nonna per poi arrivare a progettare arredi, grafiche e abbigliamento.
Aprendo un mio store ho imparato a gestirlo, a cercare e vendere prodotti selezionati su canali di vendita non convenzionali, a creare contenuti per comunicare sul web nell'era dominata dai social. Curando l'etichetta indipendente "Sof'ja Andreevna". fondata con Angela Papagni, ora social media manager del Vlab, ho conosciuto tutti i passaggi della filiera produttiva e della distribuzione, creando una piccola e importante collaborazione con un brand italiano. Ma questa è un'anteprima.

Come si finanzia un giovane stilista?

«Un giovane stilista si finanzia da solo se vuole iniziare la propria carriera con una linea d'abbigliamento propria. Io realizzo le mie collezioni investendo una parte dei ricavi dell'attività del Vlab. Ma sta all'abilità di fare impresa di ognuno l'approvvigionamento dei fondi utili ad iniziare e mantenere una attività. Sappiamo tutti che molti ragazzi che ora hanno la propria etichetta indipendente hanno iniziato "dal basso", producendo in garage e vendendo agli amici, per poi proporsi ad un pubblico più grande entrando nei negozi. Ci sono però parecchi bands europei o a volte regionali per l'artigianato ed è a questi che può pensare di accedere un ragazzo che adesso vuole fare lo stilista o il designer in genere. Anche se la trafila burocratica richiede nervi (e testicoli) d'acciaio».

Progetti per il futuro?

«Incrementare l'attività volta alla produzione e al recupero creativo degli arredi, seguendo la strada della customizzazione. Continuare a far crescere il brand Sof'ja puntando alla personalizzazione dei clienti sui capi del brand, servizio già fornito dal Vlab store e arma, unita alla qualità del lavoro, per combattere le multinazionali e differenziarci dall'idea tradizionale di marchio di abbigliamento».
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