Alcol
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Salute d'asporto

Disturbo da uso di alcol

Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca

L'alcol etilico, o etanolo, è una sostanza psicoattiva ampiamente diffusa che, in base alla sua concentrazione nel sangue, può alterare la percezione, la consapevolezza e il comportamento. A differenza di altri nutrienti, non richiede digestione e viene assorbito rapidamente nel flusso sanguigno. La sua concentrazione varia a seconda del tipo di bevanda: può essere bassa, come nella birra (circa 4%), o molto alta nei distillati (fino al 70%).

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'alcol è classificato come una droga a tutti gli effetti, in quanto sostanza psicoattiva in grado di generare assuefazione e dipendenza.

In Italia, i dati ISTAT relativi al biennio 2023–2024 evidenziano che meno della metà degli adulti (42%) tra i 18 e i 69 anni dichiara di non consumare alcol. Tuttavia, circa 1 persona su 6 (18%) adotta un consumo classificato come "a maggior rischio" per la salute, a causa della quantità o delle modalità con cui viene assunto.

Nello specifico:
Il 9% degli adulti pratica binge drinking (abbuffate alcoliche).
Il 10% consuma alcol prevalentemente o esclusivamente fuori pasto.
Il 2% adotta un consumo abituale elevato.
Questo tipo di consumo è più frequente tra i giovani e giovanissimi, tra gli uomini, e tra le persone con un elevato livello socioeconomico o istruzione superiore.

Il disturbo da uso di alcol (AUD) si manifesta come una perdita di controllo sull'assunzione, con conseguente sviluppo di tolleranza (necessità di dosi sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto) e sintomi di astinenza in caso di sospensione.

L'alcol agisce su vari sistemi neurochimici, come:
Dopamina (piacere e ricompensa),
GABA (rilassamento),
Glutammato (attivazione),
Serotonina (umore).

Questi effetti contribuiscono a sensazioni di euforia e riduzione dell'ansia. Tuttavia, non tutti i consumatori sviluppano una dipendenza, evidenziando la complessità multifattoriale dell'AUD, che comprende fattori genetici, ambientali e psicologici.

Il consumo cronico e prolungato di alcol può compromettere diversi apparati e sistemi:

Apparato gastrointestinale: epatite alcolica, cirrosi, pancreatite, gastrite, reflusso. È importante monitorare la funzione epatica e valutare la vaccinazione contro epatiti A e B.

Sistema ematologico: anemia, leucopenia e trombocitopenia, spesso legate a carenze nutrizionali (in particolare vitamina B12 e folati).

Sistema nervoso: neuropatia periferica, sindrome di Wernicke-Korsakoff (grave deficit di tiamina), peggioramento di disturbi psichiatrici preesistenti.

Sistema cardiovascolare: fibrillazione atriale, ipertensione arteriosa, cardiomiopatia dilatativa e aumento del rischio di ictus.

Sistema oncologico: aumento significativo del rischio di sviluppare tumori (esofago, fegato, mammella, colon-retto, stomaco).

Sistema endocrino e immunitario: osteoporosi, disfunzioni tiroidee, immunodepressione con maggiore suscettibilità a infezioni.

L'AUD è inoltre strettamente associato a eventi traumatici (cadute, incidenti stradali), malnutrizione, disturbi cognitivi e una maggiore mortalità. Va distinta da altri disturbi psichiatrici (come ansia, depressione o PTSD), che possono coesistere o mascherarne i sintomi.

Le Linee Guida per una Sana Alimentazione non indicano un livello di consumo "sicuro" di alcol privo di rischi. Tuttavia, forniscono soglie orientative per definire un consumo a basso rischio:
Uomini adulti: massimo 2 unità alcoliche al giorno
Donne adulte: massimo 1 unità alcolica al giorno
Over 65: massimo 1 unità alcolica al giorno
Minori di 18 anni e donne in gravidanza: nessuna unità alcolica

Una unità alcolica equivale a circa 12 grammi di alcol puro, corrispondente a:
1 bicchiere di vino (125 ml a 12°),
1 lattina di birra (330 ml a 4,5°),
1 aperitivo (80 ml a 38°),
1 bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°).

Il disturbo da uso di alcol rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria, troppo spesso sottovalutata sia a livello individuale che sistemico. È fondamentale promuovere informazione e consapevolezza, soprattutto tra i più giovani, per prevenire comportamenti a rischio e contrastare la normalizzazione del consumo eccessivo.

Una corretta educazione alla salute, l'identificazione precoce dei segnali di dipendenza, il supporto psicologico e, nei casi più gravi, l'accesso a trattamenti farmacologici e programmi riabilitativi multidisciplinari, rappresentano strumenti chiave per affrontare l'AUD in maniera efficace
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