Adriano De Masi, storia di un tranese partito da zero: lezione per tanti altri
In Germania per cercare lavoro tra decisioni coraggiose e sacrifici
venerdì 3 gennaio 2020
7.35
La storia che vi racconto questa settimana è quella che ha protagonista uno dei tanti tranesi che invece di lamentarsi o aspettare il proverbiale "panierino", si è rimboccato le maniche ed é partito, nel maggio scorso, per la Germania, destinazione Amburgo.
Questa è la storia di Adriano De Masi (mi ha autorizzato a rendere nota la sua identità) ed ha solo 28 anni. La decisione di partire arrivò dopo aver perso il lavoro, dopo aver chiesto una regolare assunzione dopo un anno di lavoro ininterrotto, come pizzaiolo.
È partito con un biglietto di sola andata per Amburgo. Arrivato nella città tedesca ha dovuto sopravvivere accettando una misera paga ed un alloggio fatiscente, tenuto in sospeso in tale condizione da un italiano come lui. Adriano ci confida che nella sua esperienza tedesca ha conosciuto vari italiani e non tutti degli "stinchi di santo".
Liberatosi, con non poche difficoltà, finalmente, da questa prima condizione "traumatica", Adriano si trasferisce a Monaco di Baviera, pieno di speranze. Ma nella ricca città bavarese non trova uno straccio di alloggio. Lavora per un mese circa ed è costretto a fare la fila negli ostelli per poter dormire. Non trova camere disponibili, la disperazione sale e l'esperienza assume connotati drammatici: mentre qui a Trani molti suoi coetanei nullafacenti cominciano a fare colazioni all'aperto, coi primi caldi, nei bar cittadini, Adriano è costretto a rimanere fino a tarda notte nella stazione di Monaco, tra gente ubriaca e senzatetto che cercavano di derubarlo di quel poco che aveva.
Ma il nostro concittadino non molla e finalmente la ruota gira e porta la svolta: riesce a guadagnare il primo stipendio di 2600 euro, speso subito per la casa, tra caparra e affitto. Ora ha una casa in pieno centro e dopo tanti sacrifici è felice della sua posizione e delle decisioni coraggiose che ha dovuto prendere.
Non appena avrà stabilizzato meglio la sua posizione, ha in mente di ospitare la sua famiglia, perché anche i componenti della stessa, possano costruirsi un futuro lontano da un Sud Italia che Adriano vede "come troppo stretto per chi vuole ritagliarsi un posto o fare carriera". Noi vorremmo che quelli come lui tornino qui al Sud, una volta realizzatisi per trasmettere il proprio coraggio ed esperienza ai giovani di qui. Ma possiamo capirlo: troppe lacrime, troppe umiliazioni.
E poi troppi ricordi duri che ora si sciolgono nel riconoscimento e nell'amore forte verso la sua mamma: Adriano ha perso il padre a 13 anni e la madre, nonostante la depressione, crediamo favorita dal prematuro luttuoso evento, ha cresciuto con amore e dedizione cinque figli. Adriano deve la vita a lei e forse la trasmissione nel DNA di un elemento fondamentale: il coraggio. Questo articolo lo dedichiamo alla signora De Masi. Adriano oggi fa sempre il pizzaiolo ed è un esempio per tanti tranesi.
Questa è la storia di Adriano De Masi (mi ha autorizzato a rendere nota la sua identità) ed ha solo 28 anni. La decisione di partire arrivò dopo aver perso il lavoro, dopo aver chiesto una regolare assunzione dopo un anno di lavoro ininterrotto, come pizzaiolo.
È partito con un biglietto di sola andata per Amburgo. Arrivato nella città tedesca ha dovuto sopravvivere accettando una misera paga ed un alloggio fatiscente, tenuto in sospeso in tale condizione da un italiano come lui. Adriano ci confida che nella sua esperienza tedesca ha conosciuto vari italiani e non tutti degli "stinchi di santo".
Liberatosi, con non poche difficoltà, finalmente, da questa prima condizione "traumatica", Adriano si trasferisce a Monaco di Baviera, pieno di speranze. Ma nella ricca città bavarese non trova uno straccio di alloggio. Lavora per un mese circa ed è costretto a fare la fila negli ostelli per poter dormire. Non trova camere disponibili, la disperazione sale e l'esperienza assume connotati drammatici: mentre qui a Trani molti suoi coetanei nullafacenti cominciano a fare colazioni all'aperto, coi primi caldi, nei bar cittadini, Adriano è costretto a rimanere fino a tarda notte nella stazione di Monaco, tra gente ubriaca e senzatetto che cercavano di derubarlo di quel poco che aveva.
Ma il nostro concittadino non molla e finalmente la ruota gira e porta la svolta: riesce a guadagnare il primo stipendio di 2600 euro, speso subito per la casa, tra caparra e affitto. Ora ha una casa in pieno centro e dopo tanti sacrifici è felice della sua posizione e delle decisioni coraggiose che ha dovuto prendere.
Non appena avrà stabilizzato meglio la sua posizione, ha in mente di ospitare la sua famiglia, perché anche i componenti della stessa, possano costruirsi un futuro lontano da un Sud Italia che Adriano vede "come troppo stretto per chi vuole ritagliarsi un posto o fare carriera". Noi vorremmo che quelli come lui tornino qui al Sud, una volta realizzatisi per trasmettere il proprio coraggio ed esperienza ai giovani di qui. Ma possiamo capirlo: troppe lacrime, troppe umiliazioni.
E poi troppi ricordi duri che ora si sciolgono nel riconoscimento e nell'amore forte verso la sua mamma: Adriano ha perso il padre a 13 anni e la madre, nonostante la depressione, crediamo favorita dal prematuro luttuoso evento, ha cresciuto con amore e dedizione cinque figli. Adriano deve la vita a lei e forse la trasmissione nel DNA di un elemento fondamentale: il coraggio. Questo articolo lo dedichiamo alla signora De Masi. Adriano oggi fa sempre il pizzaiolo ed è un esempio per tanti tranesi.