Campetto di San Giuseppe, ci scrive Don Enzo De Ceglie

Il parroco: «Troppe parole in libertà su questa vicenda. Ecco come stanno i fatti»

lunedì 19 gennaio 2009
La vicenda del campetto di San Giuseppe è tornata prepotentemente d'attualità in una delle ultime rubriche firmate da Giovanni Ronco nello spazio "Chiaro e Tondo", a cui ha fatto seguito una precisazione del sindaco, Giuseppe Tarantini. Sulla questione abbiamo ascoltato Don Enzo De Ceglie, parroco di San Giuseppe e – con nostro grande piacere - attento lettore di Traniweb. Don Enzo ha voluto fornirci la sua versione sulla vicenda del campetto, fornendoci una nota che pubblichiamo integralmente. «Un muro di silenzio di fronte ad atti scritti e tante parole in libertà. Potrebbe essere questo il modo per descrivere il comportamento della civica amministrazione e del primo cittadino a proposito dei fatti del campetto di Via Falcone. Per amore di verità non intendo più tacere sulla ricostruzione dei fatti che vedo tuttora riportare dagli organi di stampa locali.
Ricostruisco i fatti per date.

30.04.1990: Il sindaco Nicola Baldassarre concede in comodato d'uso gratuito per nove anni (rinnovabili) il suolo in Via Istria – Viale dei Platani (oggi Via Falcone) dopo un lunghissimo iter di richieste e sollecitazioni da parte di Mons. Aldo Martucci (deceduto il 27.06.1987) e dei suoi collaboratori e del successore d. Raffaele Sarno. All'art. 3 di tale concessione si legge che il Comune di Trani è sempre libero di destinare a diversa funzione lo stesso campetto previo un preavviso di 60 giorni. L'A.N.S.P.I. realizza a proprie spese, contando sulla generosità dei fedeli, le opere necessarie per l'utilizzo del campetto.



Inaugurazione del campetto, da sinistra: il parroco Don Raffaele, l'arcivescovo Mons. Cassati e il sindaco Di Marzio. (Foto Antonio Capogrosso)

14.12.1998: Il parroco d. Raffaele Sarno inoltra al sindaco Giancarlo Tamborrino una richiesta di proroga della concessione. A tale richiesta il Comune risponde con un lungo prolungato silenzio.

30.09.2004: Viene nominato parroco di S. Giuseppe il sottoscritto. Con il consiglio dell'A.N.S.P.I. mi reco in visita dal sindaco per chiedergli quale volontà politica ci fosse sul campo. Vengo accolto cordialmente e mi si spiega che l'area in oggetto rientra tra i "suoli sottoposti a vincoli caducali", che tali vincoli sono scaduti e che del campetto non se ne potrà più fare uso. Mi si dice: "Giammai proprio io che sono nato a S. Giuseppe potrò passare alla storia come il sindaco che toglierà il campetto alla parrocchia". In quella sede iniziano delle promesse orali di un'area alle spalle del Palazzetto dello Sport che potrebbe essere destinata a "rimpiazzare" il campetto. Nel frattempo mi si dice che è possibile continuare ad usufruire dello stesso e così accade fino al …

20.03.2007: il suolo di via Falcone, sino a tale momento concesso in uso all'associazione C.R.E.S.C.A. della parrocchia S. Giuseppe, è stato consegnato senza alcun preavviso ad opera della civica amministrazione ad un gestore di telefonia pubblica per il posizionamento di un'antenna (con verbale di consegna dell'area comunale da parte dell'Ufficio Tecnico Comunale a favore della Vodafone Omnitel datato 6.03.2007, come da comunicazione del 10 aprile 2007 del competente Ufficio di Polizia Municipale); l'accesso da parte degli operai che hanno materialmente posizionato l'antenna è avvenuto attraverso lo scasso e la successiva sostituzione del lucchetto dei cancelli; non è più possibile utilizzare tale struttura sportiva in quanto privati del possesso della stessa; Alle proteste formali che inoltro al commissario prefettizio e alle osservazioni formulate alla presenza dell'Ufficio tecnico del Comune mi si risponde che non è una cosa particolarmente strana introdursi con scasso in una proprietà di cui il manutentore è un'associazione cittadina. Abitando in una città di poco più di 50.000 abitanti e non essendoci molte parrocchie che portano il nome di S. Giuseppe credevo che non fosse difficile rintracciarci per chiederci la consegna dell'immobile.



Inaugurazione del campetto, parla il Prof. Ronco Presidente del Circolo CRESCA-ANSPI. (Foto Antonio Capogrosso)

Maggio 2007: Durante la campagna elettorale per le amministrative locali conto oltre una decina di emissari del candidato sindaco che mi fanno giungere notizie della volontà del Dott. Tarantini di volermi incontrare per darmi rassicurazioni sugli sviluppi della questione campetto. (In questo periodo, non intendendo assolutamente dare adito a strumentalizzazioni, preferisco far cadere nel silenzio tali richieste).

27.06.2007: al solo fine di ripristinare la legalità così palesemente violata, restituisco formalmente alla civica amministrazione il suolo concesso in comodato d'uso gratuito.
Tale atto avviene significativamente in occasione del ventesimo anniversario della morte di don Aldo Martucci, parroco indimenticato di questa parrocchia che ha profuso energie di ogni genere per veder realizzato il sogno di uno spazio di sano divertimento e formazione per i giovani. Avrei potuto aprire un contenzioso giudiziario con l'amministrazione ma ho preferito agire in maniera differente, ripristinando la legalità e auspicando una qualsiasi risposta. Ovviamente, anche di fronte a questo atto formale, non segue nessuna risposta da parte del neo-rieletto sindaco.

Ottobre 2007. Mi reco presso il Comune di Trani, all'Ufficio Tecnico e finalmente la tanto ventilata area messa a disposizione per la sostituzione del campetto viene indicata: si tratta di una striscia di terreno vicina al campo alle spalle della scuola secondaria di primo grado "G. Bovio" (tra l'altro l'area era in quel periodo interessata dai lavori per l'apertura del sottopasso ferroviario di Via Giuliani). Ovviamente si trattava di un'area di scarso interesse per i giovani di questa comunità ed oltretutto fuori dal territorio parrocchiale! Da allora non ci sono stati più contatti.

Se la volontà politica del sindaco è nel frattempo cambiata sarò il primo a rallegrarmene. Frattanto sono in attesa di almeno qualche risposta alle tante domande che mi sto facendo insieme alla comunità. Non sono abituato a mendicare nulla, ma non posso accettare che si dicano cose non aderenti alla realtà dei fatti, dipingendomi come un parroco non attento alle generose offerte di disponibilità di questa Civica Amministrazione».

Don Enzo de Ceglie
Parroco di S. Giuseppe