Cementeria, Ferrante scrive ai Matarrese

Chiesti chiarimenti sulla costruzione dell’opificio industriale dopo 3 anni di silenzio. Il presidente del Consiglio starebbe valutando la possibilità di una revoca della variante urbanistica

venerdì 5 aprile 2013 17.15
A giugno saranno passati esattamente 3 anni da quando il Consiglio comunale di Trani ha approvato la variante urbanistica sul suolo dove doveva sorgere un impianto per la produzione e la micromacinazione di clinker (componente base per la produzione del cemento). L'investimento, secondo quanto sancito dal protocollo d'intesa firmato diversi mesi prima da Vincenzo Matarrese (presidente della società General cemento) e Giuseppe Tarantini (all'epoca sindaco di Trani) doveva completarsi nell'arco di 4 anni per un costo complessivo di 120 milioni di euro e con un assorbimento lavorativo di circa 110 unità (indotto compreso).

Da allora però sulla cementeria di Trani è calato un silenzio totale. Ragion per cui, Fabrizio Ferrante presidente del Consiglio comunale, ha preso carta e penna per scrivere al gruppo industriale chiedendone le intenzioni. La General cemento Puglia è composta da quattro grandi aziende italiane produttrici di calcestruzzo. Tre sono del nord (Veneto, Piemonte e Toscana) una è pugliese (il gruppo Beton bitume & cave della famiglia Matarrese). L'idea imprenditoriale di partenza era quella di realizzare una cementeria che potesse rifornire le stesse aziende, garantendone autonomia e autosufficienza. Per favorire la nascita dell'opificio industriale, l'amministrazione approvò in Consiglio una variante urbanistica poiché l'opificio ricadeva in un'area facente parte di un enclave non classificato come zona industriale ma come zona agricola.

La nota di Ferrante è finalizzata a verificare se il procedimento stia andando avanti. In caso negativo, il presidente del Consiglio starebbe valutando la possibilità di una revoca della variante urbanistica.