Cave dismesse e smaltimento rifiuti, Folgore e Arpana chiedono interventi

La denuncia delle associazioni ambientaliste: possibili attività illegali

venerdì 20 giugno 2014 8.08
Per le Associazioni Folgore e Arpana Puglia il problema del recupero delle cave dismesse rappresenta una delle priorità della loro attività. La preoccupazione sollevata dalle associazioni ambientaliste è che in tali aree si potrebbero sviluppare, come è successo altrove, attività illegali come lo smaltimento abusivo di rifiuti.

«Nel lontano 6 novembre 2002 - scrive il referente Nunzio di Lauro - l'allora Sindaco di Trani Carlo Avantario, con l'ordinanza sindacale N° 233, ordinò con decorrenza immediata, ai proprietari ed ai possessori di cave dismesse od in attività ricadenti sul territorio comunale, tra le altre prescrizioni, di provvedere al recupero dell'area di cava, autorizzata in ottemperanza della L.R. n.37/85. Difatti tale Legge della Regione Puglia N° 37 del 22-05-1985, che contempla le " norme per la disciplina dell' attività delle cave", prevede che nell'Autorizzazione per l'esercizio di tale attività dev'essere obbligatoriamente contenuto il progetto per la sistemazione e/ o il recupero e/ o il ripristino delle aree, con specifica indicazione delle opere da realizzarsi anche durante il periodo della coltivazione oltre che al termine della stessa.

Le violazioni delle norme della suddetta Legge sono accertate, oltre che dagli organi di Polizia di Stato, abilitati espressamente dalle leggi vigenti, anche dai dipendenti della Amministrazione Regionale, in servizio presso il Settore Industria - Ufficio Minerario Regionale. In aggiunta, l'ordinanza sindacale demanda anche agli agenti della forza pubblica, ai vigili sanitari ed al comando di polizia municipale i controlli delle attività di estrazione esercitate sul territorio comunale e la esecuzione della succitata ordinanza».

«A tal riguardo - prosegue nella nota - le associazioni ambientaliste Folgore e Arpana Puglia di Trani manifestano forti perplessità in merito all'effettiva realizzazione delle opere di sistemazione, recupero o ripristino di tutte le cave dismesse presenti nel territorio tranese. Il reale rischio che ne potrebbe derivare, così come esposto dal Sindaco Avantario nell'ordinanza, è che "nelle aree di cave dismesse potrebbero esercitarsi attività illecite e pericolose, come ad esempio lo smaltimento abusivo di rifiuti, fanghi, o rifiuti pericolosi vari e che le stesse fosse di cava, indubbiamente, rappresentano un appetibile luogo per lo stoccaggio abusivo di materiali ecologicamente pericolosi di qualsivoglia origine".

Nel tempo più persone sono state denunciate dalle forze dell'ordine, anche a Trani, per aver violato le norme del "Decreto Ronchi", relative allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, sia gli esecutori materiali e sia i proprietari intestatari del terreno con annessa cava adibita a discarica.Tanto per citare un episodio (anche se non riguarda Trani), nell'aprile 2013 all'interno di una cava dismessa situata in agro di Corato, furono rinvenute le carcasse di 28 auto rubate, auto che venivano smontate e poi date alle fiamme, con conseguente sprigionamento di diossine tossiche disperse nell'aria».

E conclude con un auspicio a celeri provvedimenti a chi di competenza: «Poiché l'ordinanza sindacale 12 anni fa disponeva anche l'istituzione, presso l'Ufficio Tecnico Comunale, dell'anagrafe comunale delle cave presenti sul territorio, non sarebbe poi un arduo compito oggi accertare che le aree in cui insistono le cave dismesse abbiano adempiuto agli obblighi previsti nel progetto di recupero e/ o sistemazione e/ o ripristino facente parte integrante del progetto globale per l' autorizzazione della cava e che sia stato collaudato al termine dell' attività della cava».