«L'Italia non è ancora un paese per donne»

Lunetta Savino è stata la prima ospite del segmento Talk del Tif. «In questa società c'è la necessità di riequilibrare il rapporto tra uomo e donna»

martedì 16 luglio 2013 15.00
Donna, attrice, mamma e tanto impegno sociale, lei è Lunetta Savino, la prima protagonista della sezione Talk del Trani International Festival. Il nome "Lunetta" le fu dato dai genitori il papà Gino Savino, professore di Storia e filosofia, Gigliola De Donato, docente di Storia moderna e contemporanea all'università) per via dei capelli chiarissimi che aveva alla nascita e anche perché era l'epoca dello Sputnik. Separata, un figlio, Antonio (classe 1989) si definisce una gran cuoca. Nel talk condotto da Vito Santoro del Circolo Dino Risi, Lunetta non ha nascosto il desiderio di voler tornare in Puglia. «Porto con me sempre i miei amici – ha dichiarato l'attrice – ma purtroppo per noi attori la terra fertile è la Capitale».

In programma per il 2014 un monologo con la regia e la produzione di Antonio Albanese in cui interpreterà la signora Margherita. Gli occhi lucidi le vengono facili quando parla dell'essere madre e della condizione delle donne nel nostro paese: «Mi rattristo molto quando ascolto giovani ragazze che mi dicono che non posso avere figli perché il non lavoro di questa società non ci permette di essere mamme e lavoratrici insieme. Il nostro non è un paese per donne. Ecco il perché del mio impegno nell'associazione Se non ora quando». «Sono una madre imperfetta - dice - ma sento che in questa società c'è la necessità di riequilibrare il rapporto tra uomo e donna non solo nella famiglia ma anche nel lavoro».
Lunetta Savino a Trani per il TIF © Sergio Tatulli
Lunetta Savino a Trani per il TIF © Sergio Tatulli
Lunetta Savino a Trani per il TIF © Sergio Tatulli
Lunetta Savino a Trani per il TIF © Sergio Tatulli
Lunetta Savino a Trani per il TIF © Sergio Tatulli
Lunetta Savino a Trani per il TIF © Sergio Tatulli
Attrice popolarissima grazie alla tv, Lunetta Savino è stata la Cettina di Un medico in famiglia fino alla quinta serie, l'Agnese Astuti Borsi de Il bello delle donne, l'Elena Ferrucci di Raccontami, l'Angela Latella de Il coraggio di Angela. In teatro diede scandalo col monologo Prova orale per membri esterni di Claudio Grimaldi (che ne fu il primo interprete, nel 1989). Ha al suo attivo molti ruoli da protagonista come quello di Casa di bambola (regia di Leo Muscato) e al cinema una parte in Saturno contro (Ferzan Ozpetek 2007). Laureata al Dams con una tesi su Peppino De Filippo (Il buffone e il pover'uomo), in teatro anche con Glauco Mauri (Macbeth), al cinema con Nanni Loy (Mi manda Picone, 1983) e Cristina Comencini (Lucia in Matrimoni, 1998).