Piano comunale delle Coste, Tommaso Laurora: «Cosa è stato attuato finora?»
Il vice presidente regionale di Italia in Comune sottolinea la mancanza di una «seria programmazione»
venerdì 31 maggio 2019
"Ripartiamo dal mare" enunciava uno slogan del sindaco in campagna elettorale. Era una idea condivisa con entusiasmo dalle forze politiche che lo sostenevano, e i cittadini forse anche per questo hanno votato. Tutti sanno, ma è bene ricordarlo perché sembra un argomento fuori moda, che la vera programmazione in materia è costituita dal Piano Comunale delle Coste, il quale regolamenta la fruizione delle aree demaniali e quindi il rilascio delle relative concessioni, nel rispetto delle criticità e sensibilità dei tratti di litorale.
Insomma, una programmazione a dir poco fondamentale e strategica per lo sviluppo della economia cittadina. Cosa è stato attuato per tale programmazione? Al momento assolutamente nulla! Nulla di condiviso, nulla di discusso, nulla di adottato. Al momento è stato solo consentito a dei privati di attrezzare per due anni, con dei servizi, le spiagge libere, che di fatto di "libero" ne lasciano solo una parte. Tali realizzazioni si sono rese possibili, in assenza del Piano Comunale delle Coste, solo perché compatibili con il Piano Regionale Costiero.
Ma la vera programmazione, quella strategica del Piano Comunale delle Coste, diventa fondamentale per dare una complessiva zonizzazione delle aree demaniali, conferendo anche nuove possibili destinazioni d'uso. Senza un Piano Comunale delle Coste, per esempio, non è possibile concedere le aree delle sciale site sul lungomare C. Colombo per riconvertirle in auspicabili attività turistico-ricreative.
Basti solo questo esempio per comprendere che un conto è gestire l'ordinario, assegnando con bando pubblico per due anni (salvo sorprese) le spiagge libere, ed un conto è programmare la ristrutturazione di strutture produttive dismesse per fini turistici, nell'ottica di una revisione complessiva di tutte le concessioni demaniali vigenti, da valutarsi sulle capacità di carico della costa.
Solo per chiarezza si precisa che per capacità di carico della costa si intende la quantità di utenti che può essere ospitata in un determinato tratto di spiaggia, senza che si generino impatti negativi significativi a danno della risorsa ambientale. Come passiamo parlare di turismo di qualità, se il nostro lungomare è deturpato dalla presenza di strutture con esso incompatibili? Il giudizio complessivo anche su questa materia è chiaro.
Il sindaco ha fallito. Il sindaco ha fallito, perché non ha pensato al futuro della città come aveva promesso, ma solo alla gestione ordinaria ed immediata. O forse si preferisce ancora una volta la strisciante colonizzazione, con la nomina attesa dell'ennesimo commissario ad acta, a cui delegare le scelte?
Tommaso Laurora,
Vice presidente regionale Italia in Comune
Insomma, una programmazione a dir poco fondamentale e strategica per lo sviluppo della economia cittadina. Cosa è stato attuato per tale programmazione? Al momento assolutamente nulla! Nulla di condiviso, nulla di discusso, nulla di adottato. Al momento è stato solo consentito a dei privati di attrezzare per due anni, con dei servizi, le spiagge libere, che di fatto di "libero" ne lasciano solo una parte. Tali realizzazioni si sono rese possibili, in assenza del Piano Comunale delle Coste, solo perché compatibili con il Piano Regionale Costiero.
Ma la vera programmazione, quella strategica del Piano Comunale delle Coste, diventa fondamentale per dare una complessiva zonizzazione delle aree demaniali, conferendo anche nuove possibili destinazioni d'uso. Senza un Piano Comunale delle Coste, per esempio, non è possibile concedere le aree delle sciale site sul lungomare C. Colombo per riconvertirle in auspicabili attività turistico-ricreative.
Basti solo questo esempio per comprendere che un conto è gestire l'ordinario, assegnando con bando pubblico per due anni (salvo sorprese) le spiagge libere, ed un conto è programmare la ristrutturazione di strutture produttive dismesse per fini turistici, nell'ottica di una revisione complessiva di tutte le concessioni demaniali vigenti, da valutarsi sulle capacità di carico della costa.
Solo per chiarezza si precisa che per capacità di carico della costa si intende la quantità di utenti che può essere ospitata in un determinato tratto di spiaggia, senza che si generino impatti negativi significativi a danno della risorsa ambientale. Come passiamo parlare di turismo di qualità, se il nostro lungomare è deturpato dalla presenza di strutture con esso incompatibili? Il giudizio complessivo anche su questa materia è chiaro.
Il sindaco ha fallito. Il sindaco ha fallito, perché non ha pensato al futuro della città come aveva promesso, ma solo alla gestione ordinaria ed immediata. O forse si preferisce ancora una volta la strisciante colonizzazione, con la nomina attesa dell'ennesimo commissario ad acta, a cui delegare le scelte?
Tommaso Laurora,
Vice presidente regionale Italia in Comune