Villa Turrisana: dopo 10 anni riprendono i lavori

Accordo fra Comune e proprietà

mercoledì 16 dicembre 2020
Mediante lo strumento giuridico dell' "accordo" fra il Comune di Trani e la società Gavetone srl, si mette fine ad una vicenda durata dieci anni: ora Villa Turrisana potrà risorgere, dopo un blocco dei lavori durato molto a lungo.

Ci sono voluti infatti proprio 10 anni per vedere la conclusione del procedimento giudiziario in materia urbanistica relativo a quell'antico fabbricato di campagna nella zona a sud della città, dove nel settembre 2010 la società Gavetone srl, proprietaria dell'immobile, cominciò i suoi lavori di adeguamento funzionale della struttura, dopo aver legittimamente richiesto al Comune e da questo ricevuto il permesso di costruire n.61/2010.

Il 6 settembre 2010 cominciarono i lavori; il 16 settembre, dopo un sopralluogo, il Comune notificò una ordinanza di sospensione, e il 4 ottobre successivo arrivò l'ordinanza di demolizione "dei pilastri in c.a. della struttura intelaiata in c.a. realizzata all'interno del fabbricato per esigenze antisismiche, in quanto considerate difformi dal permesso". Un anno dopo, il 10 ottobre 2011, "interveniva anche l'Autorità Giudiziaria, su denuncia del locale circolo di Legambiente e su segnalazione della Polizia Municipale, che disponeva il sequestro preventivo dell'immobile".

E da allora cominciarono a rincorrersi inchieste, denunce, ricorsi, impugnazioni, che non stiamo a descrivere (è tutto pubblicato sull'Albo pretorio del Comune di Trani); ma è comunque bene sottolineare subito e chiaramente "che in tale complessa situazione, sotto il profilo penale non vi fu abuso edilizio alcuno (la sentenza di assoluzione con formula piena "perché il fatto non sussiste", è divenuta irrevocabile da anni)".

Quel permesso di costruire ad oggi è ancora valido, come sottolinea la sentenza n.61/20 del Tar (anche i numeri hanno delle combinazioni magiche certe volte), in base alla quale si è addivenuti allo strumento dell'accordo fra Comune di Trani, che provvederà alla revoca dell'ordinanza di demolizione, mentre la società Gavetone srl rinuncia ad ogni azione risarcitoria correlata alle problematiche accadute.

Di cosa si tratta lo si legge negli stessi documenti: "Lo strumento dell'accordo, ai sensi dell'art. 11 della legge 7 agosto 1990 n. 241, si appalesa quale modulo adatto a comporre gli interessi pubblici e privati coinvolti, in modo tale da evitare ulteriori dispersioni di risorse economiche pubbliche e private, che indi permettano un migliore utilizzo del territorio, a tutto vantaggio della comunità della città di Trani che alla stregua delle indicazioni fornite dal Tar Puglia Bari con la sentenza n. 61/2020 nonché del parere reso dall'Ufficio Legale è oggettivamente interesse dell'Amministrazione comunale far riprendere i lavori al fine di evitare altresì il perimento della Villa in questione i cui lavori sono bloccati proprio per via della vicenda su descritta".

Tutto questo giova "sia all'interesse pubblico di consentire il recupero di un bene architettonico che, nonostante non risulti vincolato è in ogni caso da considerarsi di pregio architettonico e culturale, sia alla prospettata rinuncia al risarcimento del danno ed azioni conseguenti il cui alto rischio è stato ravvisato altresì dal Tar Puglia": l'accordo è firmato dal rappresentane legale della Gavetone srl e dal Dirigente dell'Area 4 Urbanistica Demanio Ambiente, arch. Francesco Gianferrini.