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Checco Zalone alla Cultura e...Tiffo al cuore

Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo....

DAMASCELLI – COME CALA' – VA A VIVERE DA SOLO?

Il consigliere Nico Damascelli, dopo la lettura dell'ultimo numero di Dizionario Tranese, nuova rubrica di Traniviva che sta sempre più incontrando il favore del pubblico, ci ha tenuto a precisare che al momento egli, in effetti, non intende dimettersi da consigliere. La grana quindi, e la minaccia per la stabilità del governo Riserbato, sarebbe ancora più grande: "Io non mi dimetto – afferma ND – io, se c'è azzeramento della Giunta, esco dalla maggioranza, in quanto vedrei "azzerato" l'assessore Ceci, elemento di riferimento del mio partito. Il mio sostegno a questa maggioranza non avrebbe più senso". Ci ricorderebbe Jerry Calà, protagonista a sorpresa delle cronache giudiziarie tranesi di questi giorni, che "andava a vivere da solo", come il titolo di un suo non indimenticabile film. Cappittoo?

CONFESSIONI E CHECCHI ZALONI

Capa di cavolo! Vai ora a sciogliere quest'altro nodo … Un altro motivo per rinviare o non procedere con l'azzeramento? Un altro motivo per cui si penserebbe di tirare avanti coi risicati 18 in maggioranza, sindaco compreso, con gli inserimenti di Carneade e Armadio in giunta … E se a qualcuno venisse un mal di pancia? In effetti, sul filo del rasoio, oltre che dei 18, non sarebbe nemmeno ben chiara, al momento, la situazione di un altro Nico, ovvero Di Pinto: le dimissioni del "suo" assessore Nardò, farebbero pensare ad una concomitante presa di distanza dalla maggioranza dello stesso Di Pinto; almeno questo è quello che, più o meno esplicitamente, il Nico, al netto di tutto, aveva dichiarato nella sua ultima apparizione televisiva da Francesco Rossi di Teledehon; dopo De Noia, Di Pinto; giustamente, data la matrice ecclesiastica della tv in questione, per la quale ho anche collaborato in passato, sembra che alcuni dei nostri politici siano più o meno inconsciamente portati a "confessarsi". A meno che non cada dalle nubi di zaloniana memoria, un revisore dei conti risolutore … Checco Zalone alla cultura però non sarebbe stato male. Così li avrebbe mandati tutti affan… Altro che dimissioni signorili nardonesche.

PALOMBELLA ROSSA E RI-TIF

Finalmente una sinistra che fa la sinistra: dopo le beghe della tesoreria e dell'argenteria nel PD, dopo i silenzi enigmatici e le manfrine "livello Giletti" della solidarietà sì, solidarietà no, ecco una richiesta da veri partiti di sinistra: il PD, con Amoruso e Ventura, chiede di limitare le indennità degli amministratori delle ex municipalizzate (e sarebbe ora: le indennità di risultato, pur previste dalla legge, fanno tanto venire in mente il colpo da Superenalotto, il Bingo dorato, i cannoncini che buttano giù con la pallina metallica i birilli di legno – ossia noi cittadini che paghiamo ignari) e Sel con Santorsola, pone in risalto il problema dei vigili "scaricati" e sacrificati alla Ragion di stato dei freddi numeri, delle leggi non fatte per gli uomini ma applicate freddamente dagli uomini per tagliare le gambe, tarpare le ali, annullare il futuro e i progetti di stabilità d'intere famiglie. La ragion di Stato che non valorizza gli uomini ma li piega alle fredde e ferree leggi. Quella ragion di Stato riconducibile fino al mondo classico – mi ricordo ancora le memorabili lezioni di Nicola Pepe - che ancora oggi non guarda alle esistenze e ai sentimenti, cui invece amministratori locali dovrebbero essere ancora più attenti, visto che sono sul territorio e vivono fianco a fianco con quelle storie e quegli uomini e donne, ma muove quegli stessi esseri umani come pedine, stavolta in nome della fredda contabilità, di un risparmio forzato, che finisce per diventare azione sberleffa, dinanzi ai tanti sprechi e alle estati vacue e dispendiose, oltre che poco remunerative per il Comune di Trani (fonte: assessore alle finanze D'Amore), quelle estati tutta forma e poca sostanza che sono il contrario di quei vigili scaricati: uomini di sostanza, uomini in carne ed ossa, a fronte degli sprechi per quattro guitti e qualche luce proiettata sui muraglioni del Fortino: emblema della parvenza, dell'effimero, di ciò che appare ma non è, di ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Un tiffo al cuore.
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