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Una certa Trani inetta, fasulla e col vestito buono

Dobbiamo lavorare per una città diversa

Vorrei rassicurare mia madre che dopo i tremebondi ma penosi commenti riferiti all'ultimo pezzo ("Trani Sotero International") si era preoccupata. Mia madre non è pratica del web e pensa che certi commenti siano reali. Mi dispiace solo di averne raccolti tanti, quando mi sono occupato di argomenti minori, come nell'ultimo caso (vabbè, è estate) mentre ne ho raccolti meno quando mi sono occupato di personaggi e fatti molto più impegnativi e importanti per la nostra città (una certa omertà su argomenti pesanti non guasta mai). Mi chiedo solo se cominciassi ad occuparmi con una certa puntigliosità di Amet e Amiu, tanto per fare un esempio, quanti commenti ci sarebbero? E della mancanza cronica di personale nella Polizia Municipale e a Palazzo di Città?

Quindi, tornando a mia madre, ribadisco che non deve preoccuparsi: mamma, funziona così: se io domani vengo attaccato in un articolo sul web, poniamo per esempio da Biagino Fanelli (così non si offende nessuno, visto che è impossibile che ciò avvenga), io chiamo un mio amico fidato o vado a casa sua: o gli detto quello che deve scrivere sul forum o lo scrivo da casa sua. Mi siedo accanto e gli dico: «Scrivi che Fanelli è una vergogna, che il suo editore non dovrebbe pagarlo, che lo metterei a capo delle sagre più puzzolenti (questa è davvero forte, intelligente, basica da accademia dell'umorismo), e tanti altri insulti». Chiuso il web, bevo una bibita, faccio una pipì, mi faccio un panino e torno a casa bel bello.

Peccato che qualcuno però interpreti il giornalismo, per ignoranza o per ingenuità, o per tornaconto, come attacco personale e non come lotta quotidiana per il miglioramento della nostra città. Non basta mettersi il vestito buono della festa (anzi del festival) per non apparire cafoni. Nei matrimoni di una volta il cafone rispolverava l'unico vestito buono che aveva per ben figurare davanti ai parenti e agli amici. Ora non basta che un'amministrazione faccia dare tartine e salmone o inviti l'attore internazionale di turno se poi non garantisce, che so, tra le tante cose, il mare pulito.

Per il turismo di Trani, un mare pulito, davvero pulito e che attira gente per quattro mesi, dalla mattina alla sera, vale quattro Trani international festival! Volete mettervelo in testa, zucche vuote! Non me ne frega niente di Sotero e dei suoi amici, facciano quello che vogliono: vadano a Roma, a Bruxelles, a Montecarlo in decapottabile (a parte che non ho mai parlato di decappottabile in precedenza). Non me ne frega nulla. Anzi non ce ne frega nulla (vista la solidarietà che ho ottenuto in questi giorni, anche da rappresentanti di governo, dopo gli insulti.) Voglio una Trani che funzioni, senza piagnistei passatisti, come leggo su certa stampa, ma con la consapevolezza che è nostro diritto avere strade pulite senza l'oltraggio degli scarafaggi, mare cristallino senza che i bambini prendano gli eritemi, che si modernizzi quell'obsoleta discarica Amiu che fa più danni di quanto non immaginassimo, voglio una Trani con una stazione ferroviaria degna di questo nome, senza urina, delinquenti, tossicodipendenti a fare da accoglienza ai passeggeri. Voglio una cattedrale senza urina ai suoi quattro angoli. E' inutile rimpiangere in eterno la Trani dell'avvocato Pastore, che non tornerà certo perché evocato.

Inutile rimpiangere la Trani delle raccomandazioni democristiane, che però garantiva anche un qualche buon servizio e qualche struttura efficiente. Dobbiamo lavorare per una Trani davvero moderna, che garantisca servizi e diritti minimi, di base a tutti i cittadini. Non metterci il vestito buono per nascondere una Trani inetta e fasulla. E non scrivere sui forum mettendoci il vestito buono dei moralisti e ipocriti, per altro codardi in quanto nascosti dietro l'anonimato, per nascondere una natura cafona e profittatrice.
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