Chirurgia bariatrica
Chirurgia bariatrica
Salute d'asporto

Integrazione alimentare in chirurgia bariatrica

Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca

L'obesità e le sue complicanze sono un problema di salute pubblica in crescita in molti Paesi, a causa dell'aumento della prevalenza, dell'impatto rilevante sulla salute degli individui affetti e del crescente peso economico correlato.

La chirurgia metabolico-bariatrica, è quella branca della chirurgia che si occupa della gestione dell'obesità grave, ed è stata sviluppata per ottenere una perdita di peso rilevante nei pazienti morbosamente obesi. Dopo un intervento di chirurgia bariatrica il profilo alimentare del paziente viene drasticamente modificato, infatti il percorso alimentare prevede diverse fasi, che tengono presente della consistenza degli alimenti, del volume dei liquidi e dei solidi, della frequenza e della durata del pasto. La prima fase prevede una dieta liquida, in seguito si passa alla dieta con cibi frullati, poi con cibi morbidi, fino utilizzare cibi solidi.

A seconda del tipo di intervento (restrittivo, malassorbitivo o misto) è consigliabile affiancare al percorso alimentare l'assunzione di integratori specifici, poiché per una drastica riduzione dell'introito di cibo, per una diminuzione della varietà alimentare e soprattutto se l'intervento rientra tra i malassorbitivi, si rischia di andare in deficit di nutrienti.

Uno dei punti cardine dell'integrazione post-bariatrica è l'utilizzo di integratori di aminoacidi essenziali e proteine in polvere, in modo da evitare deficit proteici e mantenere in condizioni fisiologiche la massa muscolare.

Soprattutto nelle procedure bariatriche malassorbitive o miste è necessaria l'integrazione di vitamine ed oligoelementi che non vengono assorbiti tramite il cibo, soprattutto vitamine del gruppo B, vitamina D, vitamina A, vitamina K, vitamina C, vitamina E, folati, zinco, ferro, selenio, calcio e magnesio.

L'assunzione di questi nutrienti può durare alcuni mesi o, ciclicamente, tutta la vita, in base alle esigenze specifiche, ed è opportuno seguire l'integrazione, poiché gli stati carenziali possono essere responsabili di anemia e fragilità ossea, fino a degenerare in osteoporosi, oltre che provocare altri disturbi, anche a livello cardiaco e neurologico.
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