
Salute d'asporto
Obesità: la nuova definizione clinica secondo il rapporto della Lancet Commission
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 15 febbraio 2025
L'obesità è una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo, con un impatto significativo sulla salute globale e sui sistemi sanitari. Per anni, questa condizione è stata definita principalmente in base al BMI, ovvero l'Indice di Massa Corporea, che però limita la misurazione al rapporto tra peso e altezza. Un recente lavoro della Lancet Commission on Obesity propone un cambio di paradigma, ridefinendo l'obesità come una malattia cronica complessa e suggerendo nuovi criteri per la diagnosi e il trattamento.
Uno dei punti centrali del rapporto della Lancet Commission è la necessità di superare la visione dell'obesità come semplice eccesso di peso. Ad oggi la diagnosi si si basa sull'indice di massa corporea che, come già detto, presenta dei limiti significativi, perché non è in grado di sidtinguere i compartimenti di massa magra e massa grassa, la localizzazione del grasso corporeo e non tiene conto delle differenze etniche e genetiche, che influenzano la composizione corporea ed i rischi associati all'obesità.
Il rapporto propone una diagnosi dell'obesità basata su più parametri, tra cui:
1. Valutazione della composizione corporea attraverso l'uso di tecnologia avanzata come Bioimpedenziometria (BIA), DEXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry) e Risonanza Magnetica.
2. Indicatori metabolici e infiammatori
L'obesità è associata a uno stato di infiammazione cronica di basso grado, che aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e tumori. I nuovi biomarcatori proposti per la diagnosi includono: Insulina a digiuno e indice HOMA-IR per valutare la resistenza insulinica, proteina C-reattiva (CRP) come indicatore di infiammazione e Lipidomica e metabolomica per individuare precocemente squilibri metabolici.
3. Impatto sulla qualità della vita
L'obesità non va valutata solo in termini di peso, ma anche in relazione al suo impatto sulla funzionalità dell'organismo e sulla qualità della vita. Nuovi criteri diagnostici includono: limitazioni motorie e respiratorie (es. apnea ostruttiva del sonno), comorbidità metaboliche (diabete di tipo 2, ipertensione, steatosi epatica) e disturbi psicologici legati al peso (depressione, disturbi alimentari).
Questa nuova prospettiva suggerisce quindi che una persona con un BMI elevato ma con ottima salute metabolica potrebbe non essere considerata clinicamente obesa, mentre un individuo con BMI normale ma con elevati livelli di infiammazione e resistenza insulinica potrebbe necessitare di interventi specifici.
Il rapporto della Lancet Commission sottolinea che l'obesità non è solo un problema individuale, ma un fenomeno sistemico legato a fattori socioeconomici, ambientali e politici, infatti l'aumento della povertà e dell'insicurezza alimentare favorisce il consumo di cibi economici ma poco salutari, ill marketing aggressivo delle multinazionali alimentari contribuisce alla diffusione di cibi ultra-processati e la sedentarietà legata alla digitalizzazione riduce il dispendio energetico giornaliero.
Per questo motivo, il rapporto sollecita governi e istituzioni a implementare strategie di sanità pubblica, tra cui tasse sulle bevande zuccherate, regolamentazione della pubblicità e incentivi per stili di vita più sani.
Il rapporto della Lancet Commission on Obesity segna una svolta nella comprensione e gestione di questa malattia. L'obesità non è solo un problema di peso, ma una condizione metabolica complessa, che richiede strumenti diagnostici più precisi, trattamenti personalizzati e politiche sanitarie efficaci.
Superare l'approccio basato esclusivamente sul BMI e adottare una visione più ampia potrebbe migliorare la qualità della vita di milioni di persone, riducendo il carico sanitario globale dell'obesità e delle sue complicanze.
Uno dei punti centrali del rapporto della Lancet Commission è la necessità di superare la visione dell'obesità come semplice eccesso di peso. Ad oggi la diagnosi si si basa sull'indice di massa corporea che, come già detto, presenta dei limiti significativi, perché non è in grado di sidtinguere i compartimenti di massa magra e massa grassa, la localizzazione del grasso corporeo e non tiene conto delle differenze etniche e genetiche, che influenzano la composizione corporea ed i rischi associati all'obesità.
Il rapporto propone una diagnosi dell'obesità basata su più parametri, tra cui:
1. Valutazione della composizione corporea attraverso l'uso di tecnologia avanzata come Bioimpedenziometria (BIA), DEXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry) e Risonanza Magnetica.
2. Indicatori metabolici e infiammatori
L'obesità è associata a uno stato di infiammazione cronica di basso grado, che aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e tumori. I nuovi biomarcatori proposti per la diagnosi includono: Insulina a digiuno e indice HOMA-IR per valutare la resistenza insulinica, proteina C-reattiva (CRP) come indicatore di infiammazione e Lipidomica e metabolomica per individuare precocemente squilibri metabolici.
3. Impatto sulla qualità della vita
L'obesità non va valutata solo in termini di peso, ma anche in relazione al suo impatto sulla funzionalità dell'organismo e sulla qualità della vita. Nuovi criteri diagnostici includono: limitazioni motorie e respiratorie (es. apnea ostruttiva del sonno), comorbidità metaboliche (diabete di tipo 2, ipertensione, steatosi epatica) e disturbi psicologici legati al peso (depressione, disturbi alimentari).
Questa nuova prospettiva suggerisce quindi che una persona con un BMI elevato ma con ottima salute metabolica potrebbe non essere considerata clinicamente obesa, mentre un individuo con BMI normale ma con elevati livelli di infiammazione e resistenza insulinica potrebbe necessitare di interventi specifici.
Il rapporto della Lancet Commission sottolinea che l'obesità non è solo un problema individuale, ma un fenomeno sistemico legato a fattori socioeconomici, ambientali e politici, infatti l'aumento della povertà e dell'insicurezza alimentare favorisce il consumo di cibi economici ma poco salutari, ill marketing aggressivo delle multinazionali alimentari contribuisce alla diffusione di cibi ultra-processati e la sedentarietà legata alla digitalizzazione riduce il dispendio energetico giornaliero.
Per questo motivo, il rapporto sollecita governi e istituzioni a implementare strategie di sanità pubblica, tra cui tasse sulle bevande zuccherate, regolamentazione della pubblicità e incentivi per stili di vita più sani.
Il rapporto della Lancet Commission on Obesity segna una svolta nella comprensione e gestione di questa malattia. L'obesità non è solo un problema di peso, ma una condizione metabolica complessa, che richiede strumenti diagnostici più precisi, trattamenti personalizzati e politiche sanitarie efficaci.
Superare l'approccio basato esclusivamente sul BMI e adottare una visione più ampia potrebbe migliorare la qualità della vita di milioni di persone, riducendo il carico sanitario globale dell'obesità e delle sue complicanze.