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Con i campionati tornano anche i guai del Bovio

Per il campetto comunale di via Imbriani da anni si sollecitano interventi

Sabato mattina due dirigenti (delle società Ursus Trani e Polva Trani) andranno, in rappresentanza di tutte le altre, saranno ricevute dall'assessore allo sport del Comune di Trani, Giacomo Ceci, per trovare una soluzione congeniale per lo stadio Comunale. L'idea di dover giocare per due mesi lontano da casa non va giù a nessuno. La Fortis dovrebbe chiedere ospitalità a qualche città del comprensorio, l'Ursus e la Polva saranno costrette ad andare a giocare in una struttura privata, con costi più alti rispetto a quanto preventivato ad inizio stagione. L'ordinanza sindacale di chiusura dello stadio ha scontentato tutti. Le società stanno cercando delle soluzioni per fronteggiare l'emergenza in qualche modo, fra cui quella di giocare a Trani a porte chiuse utilizzando gli spogliatoi della struttura tensiostatica ubicata nelle vicinanze dello stadio. Soluzione fattibile? Si vedrà. Intanto non c'è solo lo stadio al centro dei pensieri. Domenica scattano anche i campionati regionali degli Allievi e Giovanissimi. E per l'ennesima stagione, si riprongono i problemi del campo comunale Giovanni Bovio. Sul campetto di via Imbriani giocheranno quattro squadre, mentre in settimana si alleneranno con regolarità le formazioni di ben sei società, ivi compresa quella di calcio femminile. L'elenco dei disagi legati alla struttura sono molteplici, piuttosto datati e mai risolti. Dalla pendenza che, in caso di pioggia, rende inagibile l'impianto, agli spogliatoi, troppo piccoli e spesso paralizzati dal via vai continuo di giocatori che devono cambiarsi, lavarsi e rivestirsi. Lo scorso anno andò anche in tilt la caldaia e la squadra di calcio femminile prese una multa per via delle docce fredde. Non solo: nonostante le continue segnalazioni da parte degli organi di informazione, non è stato ancora eliminato il cordolo in cemento del muretto posto alle spalle di una porta, poco dopo la linea di fondo, un serio rischio per l'incolumità dei ragazzi.
Biagio Fanelli junior
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