Dalla Bat a Procida attraverso gli occhi della “nostra” Samantha Cito

L’isola diventa Capitale Italiana della Cultura 2022: il cortometraggio di presentazione della candidatura ha mostrato il lato più bello di quella terra

martedì 26 gennaio 2021
A cura di Lucia De Mari
C'è qualcosa, e anche di più, di pugliese, anzi di tranese e di barlettano, perché no di "territoriale", nella proclamazione dell'isola di Procida a Capitale Italiana della Cultura 2022: il cortometraggio "La cultura non isola" è ideato e realizzato da una donna, una professionista, del nostro territorio. Pugliese.

Nata a Barletta ma residente a Trani, la 41enne Samantha Cito gira l'Europa, in senso lato: "gira" immagini e storie, raccoglie sensazioni e le rimanda sullo schermo, piccolo e grande. Cineasta, storyteller e docente universitario di materie cinematografiche: i suoi studi umanistici al Liceo Classico di Trani e poi al Dams di Bologna, le esperienze come docente all'Università di Barcellona, insieme ad una innata sensibilità verso questa che è una vera e propria arte, le hanno permesso di realizzare numerosi e premiatissimi lavori.

Le numerose collaborazioni con la Campania Film Commission le hanno poi permesso di essere scelta proprio per ideare e realizzare il cortometraggio per la fase finale della candidatura di Procida a Capitale Italiana della Cultura 2022: insieme alla regista napoletana Simona Cocozza e la collaborazione dell'attrice ischitana Luciana de Falco, hanno realizzato un lavoro che ha "rapito" la giuria (in gara erano i dieci cortometraggi delle altrettante città finaliste), che ha decretato poi la vittoria di Procida.



E pensare che, in principio, si erano candidate anche Trani e Barletta (quest'ultima poi ritirò la candidatura), e poi Bari e Taranto, arrivate anche in finale, con cortometraggi di presentazione di Piva e Mezzapesa.

Il nostro territorio potrà riprovarci? «La Puglia, e la Bat in questo caso, ha tutte le carte in regola e le potenzialità, e anche le chanche per una candidatura forte – dice Samantha - ma bisogna fare rete, coinvolgere tutti i protagonisti del territorio, creare una rete dinamica professionale e culturale, e soprattutto formulare un progetto vincente in cui si crede. Per fare in modo che ci credano anche gli altri».