Chiaro e Tondo

I numeri spietati e la strategia scapocchiona

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In politica ci sono due momenti in cui la legge dei numeri diviene spietata e nessuno può scamparne: i numeri in fatto di voti, a ridosso di campagne elettorali più o meno colorite e combattute, e quelli che, periodicamente, vengono fuori circa i bilanci delle amministrazioni, come in questo momento a Trani. Per non parlare dei numeri che rischiano di distruggere intere economie nazionali ed internazionali, come ascoltiamo ultimamente nei tg , ogni giorno.

Dall'uscita fuori strada, almeno a livello d'immagine, con ricaduta sulla vita dei cittadini, causa accumulo debiti, la presente amministrazione di centro-destra, non può sfuggire. Chi accumula debiti ha gestito male la cosa pubblica e su questo non ci possono essere sofismi, giri di parole od ordinarie storie di finanza creativa. Durante l'ultima campagna elettorale vi era stata una fiammata "d'esternazione" improvvisa, dai palchi, da parte di colui che forse adesso avrebbe potuto raccontare qualcosa di più, a freddo, sull'accumulo del debito, in quanto ha vestito la maglia della squadra di governo di centro-destra, come assessore alle finanze, durante il periodo critico, quello delle Estati tranesi, ora sotto la lente dell'opinione pubblica e accusate, unitamente a spese legali varie, di essere le cause del vulnus.

Ora Sergio de Feudis, cui faccio riferimento sopra, potrebbe nuovamente intervenire, magari a mezzo stampa, per chiarire il suo punto di vista. Negli ultimi mesi nessuno si è più ricordato di sentirlo e ridiscutere con uno che stava nella stanza dei bottoni, sul delicato argomento.

Il centro-sinistra invece, come appare anche da alcune recenti dichiarazioni, sembra rassegnato a vivere un momento di ammissione di debolezza, sfilacciamento interno, strabismo congenito sugli obiettivi da perseguire. Quest'estate, anche in alcuni interventi televisivi, sembrava che, a fronte di ben altre problematiche, cui il debito amministrativo era solo la punta di un iceberg, e qui non abbiamo spazio per elencarle, sembrava che il nodo maggiore della vita dei cittadini tranesi fosse divenuto la diretta o meno del consiglio comunale in tv.

Ora giungono, a capocchia, richieste di dimissioni del sindaco, senza che, qualora eventualmente arrivassero, lo stesso centro-sinistra mostrasse quella compattezza, quella lucidità programmatica, quella spietatezza, quegli attributi, quelle idee chiare sulle priorità intorno alle quali agire: a capocchia, da qualche mese a questa parte, si è andati dal traffico, al bilancio, al "caso Caffarella", alla pista ciclabile, alla diretta tv che se non si realizza si rischia la rivoluzione.

Il consiglio spassionato e costruttivo che mi sento di dare al centro-sinistra tranese, dunque, poiché da buon democratico ritengo che il civismo politico nasca anche da un'opposizione che funziona in modo pragmatico ed efficiente, per il bene della città, è quello di unirsi sugli intenti, senza giocate isolate, pur apprezzate e citate nei precedenti numeri, compiere interventi propositivi (ricordo in tal senso due assenze eccellenti in Consiglio, e si sente, come Nicola Cuccovillo e Ninni De Feudis), agire sul territorio, non con manifesti, comparsate fugaci in tv e richieste di dimissioni a bamba, ma con un progetto snello, pratico e possibilmente popolare, allettante in fatto di forma e contenuti, in vista di eventuali future responsabilità di governo.

Questo centro-sinistra non sarebbe certo pronto a giugno 2009. Quindi, pedalare, pedalare, pedalare. Ideare, concretizzare, lavorare sul campo, non in poltrona o dietro microfoni di varia schiatta. Non lasciarsi trasportare dalla tematica del giorno, ma condurre una strategia, mostrare un gioco politico di squadra, con personalità politica, ciò che ora manca di più. Mostrare una cifra, una caratteristica peculiare e poi intervenire sulla realtà, senza rincorrere le mosse, giuste o sbagliate che siano di un centro destra sempre capace di cogliere il consenso, poi, indipendentemente da ciò che sia successo, vedi ultima tornata elettorale.
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