
Salute d'asporto
L’insulino-resistenza nei bambini: un campanello d’allarme per la salute futura
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 20 settembre 2025
8.47
Negli ultimi decenni l'incidenza di sovrappeso e obesità infantile è aumentata in modo significativo, portando con sé una serie di problematiche metaboliche che fino a poco tempo fa erano considerate tipiche dell'età adulta. Tra queste, l'insulino-resistenza rappresenta uno dei principali fattori di rischio, in grado di compromettere la salute non solo nell'infanzia, ma soprattutto negli anni a venire.
L'insulina è un ormone prodotto dal pancreas che regola il metabolismo del glucosio, permettendo alle cellule di assorbirlo e utilizzarlo come fonte di energia.
Quando l'organismo diventa resistente all'azione dell'insulina, le cellule non rispondono più in maniera adeguata. Il pancreas è quindi costretto a produrne quantità maggiori per mantenere la glicemia sotto controllo. Questo stato di "iperinsulinemia compensatoria" può durare per anni, fino a quando il pancreas non riesce più a sostenere lo sforzo, aumentando così il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2.
Nei più piccoli, l'insulino-resistenza è spesso correlata ad eccesso di peso e obesità viscerale, scarsa attività fisica, dieta squilibrata, Fattori genetici e familiari, ed infine alla pubertà, poiché in questa fase della crescita vi è fisiologicamente una riduzione temporanea della sensibilità insulinica, che può accentuare il problema in soggetti predisposti.
Spesso l'insulino-resistenza non dà sintomi evidenti e può passare inosservata, possono comparire alcuni segni che possono fungere da campanelli d'allarme, come l'acanthosis nigricans, ovvero una pigmentazione scura e vellutata della pelle, soprattutto in aree come collo, ascelle e pieghe cutanee, sovrappeso o obesità, alterazioni del profilo lipidico, (trigliceridi elevati o/e colesterolo HDL basso) e pressione arteriosa più alta della norma.
Se trascurata, l'insulino-resistenza può predisporre a complicanze già in età pediatrica, come ipertensione, fegato grasso, sindrome dell'ovaio policistico nelle adolescenti e disturbi cardiovascolari precoci.
L'impatto più preoccupante è quello che si manifesta nel corso della vita. I bambini che sviluppano insulino-resistenza hanno una probabilità molto più alta di diventare adulti con Diabete di tipo 2, Sindrome metabolica, una combinazione di iperglicemia, ipertensione, dislipidemia e obesità addominale, aterosclerosi precoce, con aumento del rischio di infarto e ictus già in giovane età, Ridotta qualità e aspettativa di vita, legata alle complicanze cardiovascolari e renali.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'obesità infantile rappresenta una delle sfide sanitarie più importanti del XXI secolo. In Europa, l'Italia si colloca tra i paesi con i tassi più elevati di sovrappeso e obesità nei bambini in età scolare
Secondo i dati del sistema di sorveglianza nazionale "Okkio alla Salute", promosso dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità, in Italia, circa 3 bambini su 10 (di 8-9 anni) presentano sovrappeso o obesità e la prevalenza è maggiore nelle regioni del Sud Italia. In Puglia, l'ultima rilevazione (2019) indica che circa il 23% dei bambini è in sovrappeso e il 12% obeso (Okkio alla Salute – ISS).
Questi numeri sottolineano il rischio concreto di sviluppare insulino-resistenza e patologie metaboliche già in età pediatrica, con un impatto che potrebbe aggravarsi negli anni se non vengono attuate strategie di prevenzione efficaci.
Fortunatamente l'insulino-resistenza è in larga parte prevenibile e reversibile, soprattutto se individuata tempestivamente. Gli interventi più efficaci riguardano lo stile di vita:
Alimentazione equilibrata: privilegiare frutta, verdura, cereali integrali, legumi, proteine magre e grassi "buoni" come quelli dell'olio extravergine di oliva e della frutta secca. Limitare zuccheri aggiunti e prodotti industriali.
Attività fisica regolare: almeno 60 minuti al giorno di movimento, anche sotto forma di gioco, sport o camminata.
Riduzione del tempo sedentario: limitare l'uso di dispositivi elettronici e incoraggiare attività all'aperto.
Coinvolgimento della famiglia: i cambiamenti risultano più efficaci se adottati da tutto il nucleo familiare, creando un ambiente sano e sostenibile.
È importante fornire ai bambini una buona educazione alimentare, soprattutto nell'ambiente scolastico, dove contrastare il consumo eccessivo di zuccheri ed il consumo di alimenti confezionati (tipicamente obesogeni ed infiammatori) può fare la differenza, soprattutto nelle regioni più colpite come il Sud Italia. Agendo precocemente significherebbe non solo proteggere i bambini, ma anche investire nella salute della società di domani.
L'insulina è un ormone prodotto dal pancreas che regola il metabolismo del glucosio, permettendo alle cellule di assorbirlo e utilizzarlo come fonte di energia.
Quando l'organismo diventa resistente all'azione dell'insulina, le cellule non rispondono più in maniera adeguata. Il pancreas è quindi costretto a produrne quantità maggiori per mantenere la glicemia sotto controllo. Questo stato di "iperinsulinemia compensatoria" può durare per anni, fino a quando il pancreas non riesce più a sostenere lo sforzo, aumentando così il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2.
Nei più piccoli, l'insulino-resistenza è spesso correlata ad eccesso di peso e obesità viscerale, scarsa attività fisica, dieta squilibrata, Fattori genetici e familiari, ed infine alla pubertà, poiché in questa fase della crescita vi è fisiologicamente una riduzione temporanea della sensibilità insulinica, che può accentuare il problema in soggetti predisposti.
Spesso l'insulino-resistenza non dà sintomi evidenti e può passare inosservata, possono comparire alcuni segni che possono fungere da campanelli d'allarme, come l'acanthosis nigricans, ovvero una pigmentazione scura e vellutata della pelle, soprattutto in aree come collo, ascelle e pieghe cutanee, sovrappeso o obesità, alterazioni del profilo lipidico, (trigliceridi elevati o/e colesterolo HDL basso) e pressione arteriosa più alta della norma.
Se trascurata, l'insulino-resistenza può predisporre a complicanze già in età pediatrica, come ipertensione, fegato grasso, sindrome dell'ovaio policistico nelle adolescenti e disturbi cardiovascolari precoci.
L'impatto più preoccupante è quello che si manifesta nel corso della vita. I bambini che sviluppano insulino-resistenza hanno una probabilità molto più alta di diventare adulti con Diabete di tipo 2, Sindrome metabolica, una combinazione di iperglicemia, ipertensione, dislipidemia e obesità addominale, aterosclerosi precoce, con aumento del rischio di infarto e ictus già in giovane età, Ridotta qualità e aspettativa di vita, legata alle complicanze cardiovascolari e renali.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'obesità infantile rappresenta una delle sfide sanitarie più importanti del XXI secolo. In Europa, l'Italia si colloca tra i paesi con i tassi più elevati di sovrappeso e obesità nei bambini in età scolare
Secondo i dati del sistema di sorveglianza nazionale "Okkio alla Salute", promosso dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità, in Italia, circa 3 bambini su 10 (di 8-9 anni) presentano sovrappeso o obesità e la prevalenza è maggiore nelle regioni del Sud Italia. In Puglia, l'ultima rilevazione (2019) indica che circa il 23% dei bambini è in sovrappeso e il 12% obeso (Okkio alla Salute – ISS).
Questi numeri sottolineano il rischio concreto di sviluppare insulino-resistenza e patologie metaboliche già in età pediatrica, con un impatto che potrebbe aggravarsi negli anni se non vengono attuate strategie di prevenzione efficaci.
Fortunatamente l'insulino-resistenza è in larga parte prevenibile e reversibile, soprattutto se individuata tempestivamente. Gli interventi più efficaci riguardano lo stile di vita:
Alimentazione equilibrata: privilegiare frutta, verdura, cereali integrali, legumi, proteine magre e grassi "buoni" come quelli dell'olio extravergine di oliva e della frutta secca. Limitare zuccheri aggiunti e prodotti industriali.
Attività fisica regolare: almeno 60 minuti al giorno di movimento, anche sotto forma di gioco, sport o camminata.
Riduzione del tempo sedentario: limitare l'uso di dispositivi elettronici e incoraggiare attività all'aperto.
Coinvolgimento della famiglia: i cambiamenti risultano più efficaci se adottati da tutto il nucleo familiare, creando un ambiente sano e sostenibile.
È importante fornire ai bambini una buona educazione alimentare, soprattutto nell'ambiente scolastico, dove contrastare il consumo eccessivo di zuccheri ed il consumo di alimenti confezionati (tipicamente obesogeni ed infiammatori) può fare la differenza, soprattutto nelle regioni più colpite come il Sud Italia. Agendo precocemente significherebbe non solo proteggere i bambini, ma anche investire nella salute della società di domani.

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