Politica
Rifondazione Comunista: "On. Carlucci, rispetti i lavoratori"
Intervento sulla crisi del calzaturiero
Trani - venerdì 13 maggio 2005
Pubblichiamo una nota a firma del partito della Rifondazione Comunista di Trani:
"On. Carlucci, rispetti i lavoratori. Leggendo l'intervento e i documenti allegati dall'on. Carlucci riguardo alla crisi del settore Tessile-Abbigliamento-Calzaturiero siamo rimasti a dir poco increduli di fronte alle affermazioni della parlamentare che elenca cifre, allega documenti, propone soluzioni ma leggendo non capiamo di quale Paese stia parlando. L'onorevole di Forza Italia parla della mancanza dei diritti dei lavoratori cinesi, quando tutta la politica del lavoro di questo governo si è basata sull'attacco ai diritti dei lavoratori italiani, dal tentativo di abolire l'art.18, alla legge 30 che rende tutti i lavoratori precari e ricattabili; parla del lavoro minorile in Cina, mentre a Trani le prime a rimanere senza lavoro sono le ragazze minorenni che lavorano in casa o in laboratori improvvisati a contatto con materiali pericolosi, senza nessuna tutela e per pochi spiccioli. Ma l'onorevole probabilmente vive da un'altra parte e dimostra di non conoscere affatto la realtà lavorativa del nostro territorio.
Ci chiediamo, lei non è nel partito del libero mercato, sostenitore della globalizzazione capitalista? Perché non dice le stesse cose che afferma sui cinesi dei suoi amici imprenditori italiani che hanno aperto le fabbriche in Albania o nei paesi dell'est, dove la manodopera costa meno, perché i sindacati sono deboli e le leggi di difesa ambientale non esistono? Lei propone invece di dare ulteriori incentivi agli imprenditori, i quali comunque se ne avranno la convenienza delocalizzeranno le produzioni, di fare qualche intervento per ridurre ancora di più il costo del lavoro e inoltre avanza la proposta umiliante di dare un po' più di cassaintegrazione a chi perderà il posto di lavoro.
Noi non vogliamo porci sull'alto di un pulpito a predicare soluzioni ma vorremmo che in questa situazione di forte crisi si dia un sostegno al mantenimento di condizioni dignitose di vita ai lavoratori, chiediamo:
·L'istituzione di normative che regolamentino le delocalizzazioni degli impianti produttivi, partendo dalla richiesta di restituzione, agli operai, degli sgravi e degli incentivi ricevuti in questi anni e dalla cessione della proprietà dei macchinari e dei capannoni alla collettività affinché non si assista più al trasferimento dei mezzi di produzione all'estero.
·L'introduzione del salario minimo garantito ai giovani in cerca di occupazione e a chi il lavoro lo perde e ai piccoli proprietari che sommersi dai debiti sono costretti a chiudere le loro attività, per non far sprofondare nella miseria migliaia di famiglie. Chiediamo per queste famiglie la gratuità dei mezzi di trasporto, dell'istruzione e della sanità e della cultura.
·Un intervento forte delle istituzioni per il mantenimento degli insediamenti produttivi esistenti anche intervenendo sulla proprietà, aiutando l'aggregazione delle piccole imprese, migliorando infrastrutture, investendo nella ricerca e nell'innovazione e facendo una seria lotta al lavoro nero in Italia e cancellando tutte le leggi di precarizzazione delle condizioni di vita dei lavoratori.Basta a regalare soldi a chi gli ha già avuti, diamo la possibilità ai lavoratori che sicuramente non scapperanno in Cina di costruirsi un nuovo futuro con le loro mani, aiutiamoli anche nella prospettiva di un radicale cambiamento delle produzioni. Smettetela di dire bugie ai lavoratori per sottrarre anche in questo caso soldi alla collettività per darli ai soliti noti. Questo è l'ulteriore risultato del fallimento della globalizzazione capitalista che nel mondo e ora anche a casa nostra sta portando al progressivo impoverimento di sempre più persone è il momento di cambiare pagina."
Partito della Rifondazione Comunista di Trani
"On. Carlucci, rispetti i lavoratori. Leggendo l'intervento e i documenti allegati dall'on. Carlucci riguardo alla crisi del settore Tessile-Abbigliamento-Calzaturiero siamo rimasti a dir poco increduli di fronte alle affermazioni della parlamentare che elenca cifre, allega documenti, propone soluzioni ma leggendo non capiamo di quale Paese stia parlando. L'onorevole di Forza Italia parla della mancanza dei diritti dei lavoratori cinesi, quando tutta la politica del lavoro di questo governo si è basata sull'attacco ai diritti dei lavoratori italiani, dal tentativo di abolire l'art.18, alla legge 30 che rende tutti i lavoratori precari e ricattabili; parla del lavoro minorile in Cina, mentre a Trani le prime a rimanere senza lavoro sono le ragazze minorenni che lavorano in casa o in laboratori improvvisati a contatto con materiali pericolosi, senza nessuna tutela e per pochi spiccioli. Ma l'onorevole probabilmente vive da un'altra parte e dimostra di non conoscere affatto la realtà lavorativa del nostro territorio.
Ci chiediamo, lei non è nel partito del libero mercato, sostenitore della globalizzazione capitalista? Perché non dice le stesse cose che afferma sui cinesi dei suoi amici imprenditori italiani che hanno aperto le fabbriche in Albania o nei paesi dell'est, dove la manodopera costa meno, perché i sindacati sono deboli e le leggi di difesa ambientale non esistono? Lei propone invece di dare ulteriori incentivi agli imprenditori, i quali comunque se ne avranno la convenienza delocalizzeranno le produzioni, di fare qualche intervento per ridurre ancora di più il costo del lavoro e inoltre avanza la proposta umiliante di dare un po' più di cassaintegrazione a chi perderà il posto di lavoro.
Noi non vogliamo porci sull'alto di un pulpito a predicare soluzioni ma vorremmo che in questa situazione di forte crisi si dia un sostegno al mantenimento di condizioni dignitose di vita ai lavoratori, chiediamo:
·L'istituzione di normative che regolamentino le delocalizzazioni degli impianti produttivi, partendo dalla richiesta di restituzione, agli operai, degli sgravi e degli incentivi ricevuti in questi anni e dalla cessione della proprietà dei macchinari e dei capannoni alla collettività affinché non si assista più al trasferimento dei mezzi di produzione all'estero.
·L'introduzione del salario minimo garantito ai giovani in cerca di occupazione e a chi il lavoro lo perde e ai piccoli proprietari che sommersi dai debiti sono costretti a chiudere le loro attività, per non far sprofondare nella miseria migliaia di famiglie. Chiediamo per queste famiglie la gratuità dei mezzi di trasporto, dell'istruzione e della sanità e della cultura.
·Un intervento forte delle istituzioni per il mantenimento degli insediamenti produttivi esistenti anche intervenendo sulla proprietà, aiutando l'aggregazione delle piccole imprese, migliorando infrastrutture, investendo nella ricerca e nell'innovazione e facendo una seria lotta al lavoro nero in Italia e cancellando tutte le leggi di precarizzazione delle condizioni di vita dei lavoratori.Basta a regalare soldi a chi gli ha già avuti, diamo la possibilità ai lavoratori che sicuramente non scapperanno in Cina di costruirsi un nuovo futuro con le loro mani, aiutiamoli anche nella prospettiva di un radicale cambiamento delle produzioni. Smettetela di dire bugie ai lavoratori per sottrarre anche in questo caso soldi alla collettività per darli ai soliti noti. Questo è l'ulteriore risultato del fallimento della globalizzazione capitalista che nel mondo e ora anche a casa nostra sta portando al progressivo impoverimento di sempre più persone è il momento di cambiare pagina."
Partito della Rifondazione Comunista di Trani