Savino Montaruli
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Sequestro ittico nella Bat, Montaruli: «Non generalizziamo»

Le precisazioni del presidente di Unibat dopo l'operazione della Guardia Costiera

Appena conclusasi l'operazione della Capitaneria di Porto di Barletta negli esercizi pubblici e commerciali dei dieci comuni della Bat. Ad essere sottoposti a controlli e verifiche le imprese dedite alla commercializzazione dei prodotti della pesca, della vendita di prodotti ittici freschi e della somministrazione al pubblici di pasti quindi anche ristoranti, trattorie ed esercizi similari.

Nella fattispecie l'attenzione dei militari della Capitaneria di Porto si sarebbe concentrata su pescherie e ristoranti della provincia. Immediatamente dopo le operazioni di verifica e di controllo è stato il presidente UNIBAT – Settore Turismo e Pubblici Esercizi della Bat, Savino Montaruli, ad intervenire anche su questi casi, dopo averlo fatto in modo approfondito su quelli immediatamente precedenti che hanno interessato le gelaterie di ben 12 comuni delle province di Bari e della Bat.

Anche in questa circostanza Montaruli analizza i dati dei rilievi, esattamente come aveva fatto per le gelaterie, evidenziandone gli aspetti "mediatici" che non devono mia superare i "fatti". Il sindacalista andriese ha dichiarato: «L'incremento dei controlli e delle verifiche sugli esercizi commerciali e su quelli pubblici sono sempre elemento di soddisfazione perché in ballo ci potrebbe essere anche la salute dei consumatori e la leale concorrenza tra gli operatori. Esattamente come ho fatto, ed a quanto pare resto ad averlo fatto solamente io, con la questione relativa alle gelaterie, ridimensionando completamente quanto accaduto, sganciandolo da fatti e circostanze estranee e specificando in modo puntuale il contesto delle verifiche, anche in questa occasione sento il dovere di tutelare completamente l'immagine complessiva di pescherie e ristoranti della provincia.

Premesso che parliamo di esercizi commerciali e pubblici di grandissimo spessore e livello, invidiati in tutta Italia e spesso anche nel mondo per bontà gastronomiche, arte della preparazione, qualità e freschezza dei prodotti lavorati, venduti e somministrati, tutto questo premesso mi sembra giusto, corretto ed opportuno affermare che i sequestri dei 500 chilogrammi di prodotto ittico di vario genere sarebbero avvenuti non perché in cattivo stato di conservazione né perché avrebbero potuto arrecare danno alla salute umana ma "semplicemente" perché sforniti della prevista documentazione di tracciabilità ed etichettatura. Un'infrazione? Certo, sicuramente un'infrazione punibile per legge ma è opportuno precisarlo e sottolineare che si tratterebbe "solo" di questo e le motivazioni dell'assenza di tale documentazione vanno sicuramente approfondite, accertate quindi punite. Il numero esiguo, molto esiguo, quasi insignificante delle sanzioni amministrative elevate nella circostanza, sottolineo "amministrative", sarebbero addirittura solamente 9 per un ammontare totale di alcune migliaia di euro. Tutto questo va bene ma l'importante è che il messaggio arrivi al consumatore, al pubblico ed al lettore in modo chiaro e preciso.

Forse questo per quanto riguarda le gelaterie controllate alcuni giorni fa non è stato fatto e la confusione dovuta ad un'impropria "generalizzazione" dei casi non ha fatto bene anzi ha fatto malissimo. In quanto al fenomeno del controllo della filiera della pesca, con tolleranza zero verso coloro che svolgono attività illecite in materia di pesca e commercializzazione di prodotti ittici non tracciabili, siamo decisamente concordi con la Capitaneria di Porto, auspicando che tali controlli proseguano con assiduità, costanza e soprattutto che vi siano risorse umane, economiche e disponibilità perché questa azione prosegua con i ritmi e la perseveranza necessari, e non solo nei piccoli negozi e nei nostri eccellenti ed eccelsi esercizi di ristorazione» – ha concluso Montaruli.
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