Avviso di chiamata

Non aprite quella porta

Anche i dissidenti hanno ritrovato il sorriso

Ora che il consiglio d'amministrazione dell'Amet è stato rinnovato, bisogna che qualcuno abbia il coraggio di aprire la porta dei numeri, che, come tutti sanno - ma nessuno fiata - non sono per nulla incoraggianti (eufemismo sesquipedale). Ora che il consiglio è stato nominato e la Poltrona, come concetto universale, diventa panacea di tutti i mali di un'amministrazione comunale come quella riserbatiana, anche i dissidenti (ormai ex dissidenti) hanno ritrovato il sorriso e appaiono come dobermann sdentati che ora, contenti per la carezza ricevuta, scodinzolano felici; ogni tanto abbaiano, certo, ma non fanno più paura al più democristiano dei sindaci, che, a suon di nomine e accordi machiavellici (recenti studi hanno solennemente rivalutato il segretario fiorentino) sta costruendo mattone su mattone, una stabilità di governo che in questi ultimi mesi è sembrata più volte traballare. Tra la "bonomia" politica di Ferrante e soci, l'offerta di collaborazione d'aiuto dell'UDC, e il rientro nel porto dei dissidenti satolli, Gigi R. e Peppino portano a casa rendite pesanti per la sopravvivenza futura del loro governo. Poi però restano le "porte" da aprire dei numeri, dei conti. Numeri su debiti mai ben chiariti alla cittadinanza e forse anche a chi li deve direttamente votare, per cui lì parte l'incognita delle coscienze dei singoli consiglieri (comunali o di Amet), nell' aprire "quella" porta e nel votare i bilanci, uscendo dalla metafora thriller.

Sfoglio come figurine le foto dei magnifici Cinque che ora siedono nella stanza dei bottoni del potere tranese: Riserbato, Di Marzio, Ruggiero, Nugnes e Di Pantaleo e, superata anche l'era tecnico - politica dei dirigenti a capo di tutto, noto che si è tornati al dominio della sola politica ritorta sulle sue dinamiche spartitorie e sullo studio degli equilibri creati col bilancino e schiava degli umori del consigliere comunale di turno accontentato o no. Gli equilibri ora ci sono eccome: basta vedere Beppe Corrado, nuovo "Vasa -vasa", stavolta non siciliano ma tranese, della politica. Il Vasa – vasa per eccellenza era Cuffaro, ex presidente della giunta regionale. Ora pare che Beppe baci e abbracci Di Marzio, dopo le nomine suddette, e sembra che voglia lucidargli la pelata ogni mattina. Gratis. Di Pasquale De Toma non parlo: dicono che sia in fase di lievitazione verso il cielo per la soddisfazione. Da sagrestano a gran sacerdote della politica tranese. Per il porporato si sta attrezzando … E se domani si svegliassero Raimondo Lima o qualcun'altro scontenti per qualche brutto sogno o perché hanno mangiato pesante la sera prima o perché vogliono rivedere gli equilibri e i criteri, le molle delle Poltrone che non vanno o qualche fontana che sgocciola? Come la mettiamo?
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