Fabrizio Ferrante
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Aggressione a Fabrizio Ferrante, la replica di Nicola D'Oria

Lettera in redazione del cittadino che chiedeva «ragguagli sul fitto casa»

In merito l'articolo apparso su Traniviva (leggi qui) riceviamo e pubblichiamo la replica di Nicola D'Oria, il cittadino che avrebbe aggredito verbalmente il presidente del Consiglio Fabrizio per ragguagli sul fitto casa.

Premetto che non sono un uomo a cui piace mettersi in mostra. Sono una persona umile e tranquilla. Ma ora sono anche esasperato. Non ho risposto immediatamente alle accuse provenienti da un consigliere comunale,perché non sapevo come fare. Poi ho pensato di scrivere ai giornali come fa lui. Il consigliere comunale mi ha accusato di essermi rivolto a lui, alzando la voce e arrabbiato, in quanto rappresentante dell'amministrazione. Tutto quello che dichiara in tal senso è falso, perché io mi sono rivolto a lui solo dopo che nella serata di giovedì 02/04/2020, davanti al palazzo Beltrani, mia moglie incontrò il consigliere comunale Ferrante, il sindaco Bottaro.

In modo educato, chiese delle informazioni sul fitto casa che aspettavamo da molto tempo e che colpevolmente non ci era stato ancora erogato. Bottaro disse a mia moglie di lasciare il suo numero di telefono a Ferrante (cosa che fece), il quale avrebbe dovuto aiutarmi. Inoltre le dissero che avrebbe dovuto dare il codice Iban per ottenere i soldi. Tornata a casa, mia moglie mi diede la buona notizia. Alcuni giorni dopo,mia moglie fu contattata dal Manzi, mia moglie passo il telefono a mia figlia e parlo lei,nella chiamata ci dicevano di comunicare Iban, mia figlia specifico che l'iban in possesso nostro era solo a nome mio e non di mia moglie allora ci chiese di fare un autocertificazione dove dichiaravamo l'autorizzazione del pagamento sul mio Iban, cosa che poi facemmo e consegnamo il giorno dopo al comune. Per farla breve,passarono i giorni, ma nulla accadde. Ancora oggi non ho ricevuto quello che mi spetta, nonostante abbia fatto tutto quello che mi hanno detto di fare!

Esasperato per le condizioni economiche della mia famiglia il giorno 23 aprile mi recai in comune con mia moglie, per chiedere spiegazioni. Quel giorno, da semplice cittadino in difficoltà, incontrai propio Ferrante, che in modo scostante (perché le elezioni sono state spostate), mi diceva che dovevo parlare con gli uffici e non con lui! Ma come? Fino a qualche giorno prima era stato il mio interlocutore indicatomi da Bottaro, poi stranamente non lo e più?

Mi sono sentito abbandonato da chi mi aveva offerto aiuto. Non mi nascondo, e ammetto che ebbi una reazione verbale,con tono della voce alto, per quella sua affermazione posta in modo distaccata e umiliante, soprattutto alla presenza di mia moglie. Ma cosa credono i nostri politici? Che per noi cittadini sia facile e bello venire in comune a chiedere aiuto? Che per noi sia bello attendere ore fuori dalle porte degli uffici per capirne qualche cosa? Per quanto mi riguarda è stato solo uno sfogo dovuto alla enorme attesa, ma niente che potesse degenerare in altro, come ha descritto il consigliere comunale. Scrivo questa lettera in nome di molti altri, perché so bene che il trattamento che è stato riservato a me e mia moglie, è lo stesso che viene riservato a tanti cittadini deboli e fragili con i quali e' facile, troppo facile fare il leone.

Voglio solo precisare che nessuno mi ha aizzato né fomentato,ma che il solo fatto di essere preso in giro mi ha dato fastidio. Se ho sbagliato,ma ritengo di no, posso anche chiedere scusa ed eventualmente subire un processo penale,ma non voglio essere giudicato da un sommario ed ingiusto processo mediatico ove sicuramente alla fine, come sempre, vince il più forte.

Nicola D'Oria

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