Tiziana Tolomeo
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Bilancio 2019, Tolomeo: «Non partecipo a trattative al ribasso sulla pelle dei cittadini»

La consigliera di maggioranza motiva il suo abbandono dall'aula durante l'ultimo consiglio comunale

Dopo anni spesi nel mondo dell'associazionismo ho deciso di impegnarmi in un progetto politico certa che avrei potuto contribuire a dare risposte a quello spaccato di società fragile alla quale mi sono sempre sentita vicina. Atteso che il bilancio di previsione è l'atto politico più importante che contraddistingue un'amministrazione, con sommo rammarico, anche quest'anno per il quarto ed ultimo bilancio di quest'amministrazione noi consiglieri di maggioranza siamo stati convocati affinché l'Assessore alle Finanze, alla presenza del Dirigente, ci spiegasse un bilancio già bello e pronto, confezionato da qualcun altro in qualche altro luogo.

Alla domanda sul se si potessero valutare eventuali modifiche migliorative, la solita risposta tranchant: non si può toccare niente. Eppure qualche giorno prima mi ero illusa. Quando l'amico, collega ed ex capogruppo Mimmo De Laurentis manifestò la ferma intenzione di portare avanti, attraverso un emendamento di modifica alle aliquote Irpef che prevedeva la riaffermazione del principio sacrosanto della progressività della pressione fiscale, una iniziativa in favore dei cittadini volta ad alleggerire la pressione fiscale, in particolar modo per le fasce più deboli.

L'emendamento è stato poi presentato, ma inspiegabilmente la Giunta ha deciso scientemente di non tenerne conto, non aprendo neanche la discussione con la propria maggioranza ed approvando uno schema di bilancio che non solo non teneva conto dell'emendamento, ma che confermava tout court le tariffe già ai massimi degli anni precedenti. L'amministrazione ha deciso dunque di portare in aula un provvedimento che non prevedeva diminuzione della pressione fiscale, né princìpi di progressività: ancora una volta i poveri avrebbero pagato come i più abbienti. Durante quello stesso consiglio comunale dopo una prima, lunga mediazione si decide, in seno alla maggioranza, di ridurre la portata dell'emendamento affinché incida sul bilancio per 700.000 euro, anziché per 1.300.000 com'era previsto all'inizio. Si procede alla votazione e l'emendamento per far pagare meno tasse, soprattutto ai più deboli passa con il voto favorevole di parte della maggioranza, compresa la sottoscritta e di una opposizione responsabile rispetto ad un provvedimento volto al bene comune.

Il consiglio comunale si è espresso, la volontà dei cittadini attraverso il voto dei loro rappresentanti si è affermata. A quel punto succede l'inaudito: quei colleghi che oggi pubblicano pagelline, si beano e si intestano la riduzione delle tasse, abbandonano l'aula facendo venir meno il numero legale, proprio al fine di non far approvare quel provvedimento che riduceva le tasse, provocando la sospensione della seduta. Poco male, ho pensato ingenuamente, il Sindaco, sulla base della volontà sovrana del consiglio comunale, darà mandato al Dirigente di ragioneria di reperire le somme all'interno del bilancio (sì, perché per questo sono pagati i Dirigenti: per tradurre la volontà del consiglio comunale in atti amministrativi) per approvare quest'ottimo provvedimento in seconda convocazione.

Al contrario il Sindaco, lo stesso che nel suo intervento, qualche ora prima aveva magnificato la riduzione della Tari per 650.000 euro (più o meno dai 10 ai 20 euro l'anno per nucleo familiare) come la madre di tutti i provvedimenti, derubricava la riduzione Irpef di 700.000 euro di cui al provvedimento in votazione ( più o meno dai 10 ai 15 euro l'anno a persona) come un'inezia per la quale non valeva la pena prendersi tanto affanno da far rimettere il Dirigente a lavorare sul Bilancio; ricordando addirittura, come se questo avesse un nesso con la questione, che a Trani si spendono 118 milioni di euro per le scommesse e i gratta e vinci (mah!). Morale della favola il Sindaco ritira il provvedimento per conto dell'amministrazione. Ho abbandonato i lavori, orgogliosamente, perché non partecipo a trattative al ribasso sulla pelle dei cittadini, dei più deboli.

L'amministrazione in cui mi riconosco, per la quale ho deciso di impegnarmi, non lo avrebbe ritirato; non avrebbe negato la democrazia della scelta e dell'indirizzo del consiglio comunale, non avrebbe riproposto un provvedimento praticamente identico, ma abbondantemente annacquato e con meno della metà delle risorse stanziate. L'amministrazione in cui mi riconosco avrebbe sostenuto strenuamente la scelta di parte dei propri consiglieri di andare incontro alle esigenze di quelle fasce sociali martoriate, sarebbe stato un segnale importante per mostrare che noi ci siamo, che noi li supportiamo. Sarebbe stato l'unico sforzo da parte dell'Ente ed avrebbe dovuto farlo; anche perché ricordo che la riduzione della Tari derivano da minori costi e da ricavi presunti (ricavi da Conai per presunta percentuale di RD dei prossimi mesi) e dunque non comportano esborsi da parte del Comune.

La Regione infatti, facendo risparmiare alla nostra città ben 5,132 euro a tonnellata di quota ecotassa, ha consentito all'amministrazione per fortuna senza tirar fuori soldini di proprie risorse di abbassare la Tari. Io non ho mai ambito a poltrone ed incarichi, le questioni strumentali, i retropensieri e il mercimonio politico lo lascio volentieri ad altri, a me interessa solo il bene dei miei concittadini ed in particolare di chi è più in difficoltà, su questo non transigo!

Tiziana Tolomeo
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