Toni e timbri
Di necessità virtù (frammento post-platonico)
Toni e Timbri 4 - di Tony D'Ambrosio
sabato 11 luglio 2009
Socrate: ...e quindi, Teeteto caro, dimmi quali sono i perché dei tuoi bisogni. Che vuol dire, cioè, aver bisogno, e di che cosa si ha bisogno...
Teeteto: Socrate, il bisogno è una forza che garantisce all'uomo la sua sopravvivenza. Intendo dire che se gli esseri umani, i loro corpi almeno - giacché dell'anima non sappiamo quanto e come debba aver bisogno, visto che essa è immortale -, non sentissero il bisogno di vivere, io credo che la specie umana si sarebbe estinta al suo apparire. Perché ogni bisogno è bisogno di sopravvivere.
Socrate: Tu dici benissimo, validissimo Teeteto. E che relazione passa fra l'amare ed il bisogno?
Teeteto: Questa, credo, almeno finquando non sarò contraddetto da te, Socrate: che l'amore, nella sua natura più profonda, non nasce che per tener legato, nell'anima, ciò che il corpo non può legare.
Socrate: E cioè?
Teeteto: Cioè non esiste la possibilità di unire veramente i corpi: essa è contronatura, sarebbe mostruoso. Ma esiste la possibilità di creare, fra le anime, qualcosa che le tenga sempre unite. I corpi, di conseguenza, imiterebbero le anime, e tenderebbero così ad allontanarsi meno con le conseguenze benefiche che ne deriverebbero. Per il nostro sopravvivere.
Socrate: Possiamo dire dunque che amiamo fino a che se ne ha bisogno, Teeteto?
Teeteto: Le anime non sanno quel che serve ai loro corpi. Esse sono sì uno strumento di quel Dio che vuole sostenere viva la natura. Ma esse amano perché amano, ed è tenuto lor nascosto l'intendimento che fa amare. Perciò, Socrate, e correggimi se sbaglio, si ama per tenere forte un legame. Per questo nacque amore. Lui, l'amore, intendo, certo non sa, ne deve sapere, di cosa è servo, e perché.
Socrate: Hai detto bene Teeteto. Perché la ragione delle cose è sempre profonda, e ciò che diventa, al suo apparire, è sempre qualcosa di diverso dal suo nascere. I bambini, quando chiudono gli occhi, credono di non esser visti. Così, seppure la radice è necessità, ormai è virtù l'amare. Perché se l'amare sapesse perché ama, non sarebbe amore...
La morale parmi evidente: si ama in avanti, non all'indietro. E si ama perché si ha voglia di vivere: non una antica, spettrale, pur vera ma superata "necessità di sopravvivere.
Teeteto: Socrate, il bisogno è una forza che garantisce all'uomo la sua sopravvivenza. Intendo dire che se gli esseri umani, i loro corpi almeno - giacché dell'anima non sappiamo quanto e come debba aver bisogno, visto che essa è immortale -, non sentissero il bisogno di vivere, io credo che la specie umana si sarebbe estinta al suo apparire. Perché ogni bisogno è bisogno di sopravvivere.
Socrate: Tu dici benissimo, validissimo Teeteto. E che relazione passa fra l'amare ed il bisogno?
Teeteto: Questa, credo, almeno finquando non sarò contraddetto da te, Socrate: che l'amore, nella sua natura più profonda, non nasce che per tener legato, nell'anima, ciò che il corpo non può legare.
Socrate: E cioè?
Teeteto: Cioè non esiste la possibilità di unire veramente i corpi: essa è contronatura, sarebbe mostruoso. Ma esiste la possibilità di creare, fra le anime, qualcosa che le tenga sempre unite. I corpi, di conseguenza, imiterebbero le anime, e tenderebbero così ad allontanarsi meno con le conseguenze benefiche che ne deriverebbero. Per il nostro sopravvivere.
Socrate: Possiamo dire dunque che amiamo fino a che se ne ha bisogno, Teeteto?
Teeteto: Le anime non sanno quel che serve ai loro corpi. Esse sono sì uno strumento di quel Dio che vuole sostenere viva la natura. Ma esse amano perché amano, ed è tenuto lor nascosto l'intendimento che fa amare. Perciò, Socrate, e correggimi se sbaglio, si ama per tenere forte un legame. Per questo nacque amore. Lui, l'amore, intendo, certo non sa, ne deve sapere, di cosa è servo, e perché.
Socrate: Hai detto bene Teeteto. Perché la ragione delle cose è sempre profonda, e ciò che diventa, al suo apparire, è sempre qualcosa di diverso dal suo nascere. I bambini, quando chiudono gli occhi, credono di non esser visti. Così, seppure la radice è necessità, ormai è virtù l'amare. Perché se l'amare sapesse perché ama, non sarebbe amore...
La morale parmi evidente: si ama in avanti, non all'indietro. E si ama perché si ha voglia di vivere: non una antica, spettrale, pur vera ma superata "necessità di sopravvivere.