Toni e timbri

La stella moncherina

Toni e Timbri 22 - di Tony D’Ambrosio

Furono investiti da un nuovo getto d'acqua. Si era rotta un'altra tubatura proprio lì sul pianerottolo dove sostavano. Gadamer si prese il primo schizzo, stava ancora arrotando i raggi della stella per ficcarli nel calco tondo del suo gioco. La stella si mise a rotolar giù per le scale, Gadamer cominciò impazzito a rincorrerla. Rotolava, rotolava, e come colto da un balugginìo di intelligenza algebrica (una cosa nuova per il giovane nipote del Graziassai buonanima), rincorreva la sua stella fra ansimi e imprecazioni.

- Tu rotoli... perché??!... se sei una stella!...

Panciariccia 1, il nostro, l'originale, l'unico - no, non l'unico, giacché proprio non possiamo sostenere come anche l'altro non si possa definire Panciariccia -, quindi non l'unico, ma quello che ben conosciamo, Panciariccia 1, nonostante l'inebetudine del parto, la soddisfazione di avere una sorta di figlio in quest'improvviso alter ego, il gioiosissimo rinculo di una vendetta inopinabile su tutti quegli scettici ch'erano intorno a lui, la stanchezza puerperale d'inaspettata vicissitudine, la nativa tracotanza di un'autorivelazione divinatoria, ebbene nonostante tutti questi diaframmi che avrebbero impedito a qualsivoglia essere umano di potersi distrarre da un contesto così ricco di emozioni personali, e sensazioni private, e percezioni cosmiche, e anche forse responsabilmente investito, oltreché dall'acqua, dalla responsabilità di una exit strategy per tutto questo (a proposito, fra un po' dovremo raccontar di come Panciariccia si peritava ad imparar l'inglese...), beh, insomma, nonostante le mille cose da provare, le mille cose da pensare, le mille cose da fare, ascoltando il nipote d'elezione imprecar contro la stella, disse...

- La stella fugge via perché nelle tue intenzioni ha smesso d'esser stella e sta diventando ruota...
- Ma non è ancora ruota, fermaaa!!! – urlava Gadamer

Panciariccia aveva preso a rincorrere con Gadamer la stella mezza monca che se ne stava rotolando un po' zoppetta giù per le scale del Partito. Gli altri cercavano di turar la falla che si stava aprendo sempre più. Franco Scalzi, con il viso fradicio d'acqua e di sudore imprecava contro i nemici dell'opposizione, e Gino Triste, accanto a lui a far che cosa non s'era ben capito, gli domandava se fosse quello il miracolo di Panciariccia. Franco Scalzi gli brandì la mano davanti al viso prendendosi di riflesso - maledetta sbadataggine - lo schizzo cui la stessa mano impediva di schizzare, e rimettendo la mano sulla falla, urlò a Gino Triste...

- Il miracolo è avvenuto, l'hai visto o non l'hai visto, eri qui o eri nella tana di tua moglie a giocare con le frappole come fai sempre??... sveglia Gino Triste 'un cognome-un'intenzione', l'acqua fra un po' scioglie come zucchero il Partito e abbiamo pure il segretario trino... Tura l'altra falla, forza!!!...

Panciariccia 2, nella beatitudine della purezza, si stava rotolando nel pozzangherone acquatico sempre più esteso, mugolando di una giocosa gioia, sorridendo di una così divertente, colorosa epifania della vita.

- Uno neanche nasce, neanche fa in tempo a pensar 'ma che cos'è tutta sta roba qui?', che già si ritrova, neanche avesse il tempo di intrufolarsi nella sua anima un' inquietudine sul senso della vita, che si ritrova subito, tanto per chiarire, che la vita è bella, giochi d'acqua, spasso e confusione...!

Si rotolava urlando "Sì sì sì sì sì sì sì...!". Il suo fautore si trovava ormai tre piani sotto, con Gadamer a rincorrere la stella. Mormoravano, ansimavano. E mentre Pancariccia 1, fra mille patimenti, diceva al nipote d'elezione "Smetti di pensarla come ruota, che si fermerà!...", e Gadamer non rispondeva, salvo sbuffar qualche secondo dopo "L'ho fatto, non ci crede...", la stella, zoppetta, con le punte stondate, eppur sempre con i raggi della sua strana, piccola luce, ancora lì, ancora persistenti, cavalcando l'onda amica di quest'acqua inaspettata, continuava a fuggir dalla sua trasformazione, dalla voglia di qualcuno di farla diventar qualcosa che non era. Panciariccia e Gadamer erano frastornati e sempre più sconvolti dal respiro che mancava nello starle dietro. Ed era così forte questa voglia di fuggire della stella moncherina, che fra una rampa e l'altra delle scale del Partito, nei tratti piani che separavano i gradini del palazzo, la stella, chissà qual'era il suo motore, se ne scappava via, se ne fuggiva via, se ne sbrigava via, come direbbe Dante nato a Firenze e morto a Ravenna, 'più forte, più forte, più forte che pria'...
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