Toni e timbri
Un miracolo tardivo
Toni e Timbri 16 - di Tony D’Ambrosio
mercoledì 16 settembre 2009
E' stato come il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. No, forse il paragone è irriverente. Ma certo è che la forza di volontà di Panciariccia, in quell'istante così sbeffeggiato dal mondo intero, così deriso in quell'intima e apoteotica convinzione di una sua essenza eterna e generale dell'esser presidente, dell'essere marito, dell'essere idraulico e all'occorrenza giardiniere, dell'esser tutto ciò che si potrebbe fare, che s'è fatto e si farà, fu così eguale e contraria all'umiliazione di quel ridere così perculeggiante, così irridente e derisorio di quei compari intorno a lui, che o poteva implodere, il nostro amato segretario, nell'irreversibil combustione di un'energia enorme e senza uscita, o sarebbe esploso, letteralmente, nella dimostrazione definitiva della sua incompresa ragionevolezza.
E fu così che, nell'empito parossistico di rabbia e certezza, di forza e dolore, di giustizia e incomprensione, di convinzione e terrore, nel crocefiggersi di un vedersi un mondo frantumare addosso, o vedersi frantumare addosso la prospettiva di un immortale impero - o, per far più bella figura, in quella che potremmo definire come la migliore emersione di uno sciamanico misticismo -, fu così che, Panciariccia sbigottito, disarmato, frustrato e colto, no, non volevo dire colto, macché, poverino, intendevo scriver "molto", molto, molto, molto incazzato, fu così che Panciariccia, il marito della Sanpappana moglie lasciva e preoccupata, solida e pragmatica, donna di commercio, di commercio delle strisce, strisce di carne, strisce di tessuto, strisce a buon mercato di piccole idee e grandi verità, fu così che il Panciariccia venuto dopo Graziassai nella geniale epifania del "se l'apparenza inganna", adottando in Gadamer il figlio genio che non aveva avuto e consentendo a questo genio di imperlar le lente ore di segreteria di un partito dagli albori un po' pesanti per il gusto di chi non voleva aver passato ma soltanto esserlo, il passato, fu così insomma che quel Panciariccia, proprio quel Panciariccia che aveva solo poco tempo prima tentato di annegare un quadro che poi non era solo un quadro ma era anche un uomo cioè un uomo assai appiattito ma con cui si poteva conversare o perlomeno pensar di conversare, Palasticchio, un Padre fondatore, si intendeva, Palasticchio ammonitor severo e un po' spaventato per questa scespiriana crudeltà di Panciariccia, fu così insomma che proprio lui, Panciariccia cui piaceva morir restando a galla, bearsi di onde morte e un po' leggere che tenevan supine la pigrizia e l'utopia, l'utopia dell'esser monarchi e la pigrizia d'essere indistinti e confondibili, fu così, perdindibaccabaccioinsomma, che Panciariccia esplose da se stesso, con la stessa concentrazione con cui un matematico cui non stia venendo la formula finale ed assottigliandosi ormai il tempo atto a salvare il mondo da una catastrofe mortale riesce proprio all'ultimo momento a fondere disperazione e genio così creando la soluzione più immortale, fu così che Panciariccia... oddio ma non ho più tempo bisogna rimandare...
Ps. Speriam che Panciariccia, che ancora non sa cosa gli sta per accadere e che gli tocca rimanere immobile così per tre giorni almeno, non s'arrabbi...
E fu così che, nell'empito parossistico di rabbia e certezza, di forza e dolore, di giustizia e incomprensione, di convinzione e terrore, nel crocefiggersi di un vedersi un mondo frantumare addosso, o vedersi frantumare addosso la prospettiva di un immortale impero - o, per far più bella figura, in quella che potremmo definire come la migliore emersione di uno sciamanico misticismo -, fu così che, Panciariccia sbigottito, disarmato, frustrato e colto, no, non volevo dire colto, macché, poverino, intendevo scriver "molto", molto, molto, molto incazzato, fu così che Panciariccia, il marito della Sanpappana moglie lasciva e preoccupata, solida e pragmatica, donna di commercio, di commercio delle strisce, strisce di carne, strisce di tessuto, strisce a buon mercato di piccole idee e grandi verità, fu così che il Panciariccia venuto dopo Graziassai nella geniale epifania del "se l'apparenza inganna", adottando in Gadamer il figlio genio che non aveva avuto e consentendo a questo genio di imperlar le lente ore di segreteria di un partito dagli albori un po' pesanti per il gusto di chi non voleva aver passato ma soltanto esserlo, il passato, fu così insomma che quel Panciariccia, proprio quel Panciariccia che aveva solo poco tempo prima tentato di annegare un quadro che poi non era solo un quadro ma era anche un uomo cioè un uomo assai appiattito ma con cui si poteva conversare o perlomeno pensar di conversare, Palasticchio, un Padre fondatore, si intendeva, Palasticchio ammonitor severo e un po' spaventato per questa scespiriana crudeltà di Panciariccia, fu così insomma che proprio lui, Panciariccia cui piaceva morir restando a galla, bearsi di onde morte e un po' leggere che tenevan supine la pigrizia e l'utopia, l'utopia dell'esser monarchi e la pigrizia d'essere indistinti e confondibili, fu così, perdindibaccabaccioinsomma, che Panciariccia esplose da se stesso, con la stessa concentrazione con cui un matematico cui non stia venendo la formula finale ed assottigliandosi ormai il tempo atto a salvare il mondo da una catastrofe mortale riesce proprio all'ultimo momento a fondere disperazione e genio così creando la soluzione più immortale, fu così che Panciariccia... oddio ma non ho più tempo bisogna rimandare...
Ps. Speriam che Panciariccia, che ancora non sa cosa gli sta per accadere e che gli tocca rimanere immobile così per tre giorni almeno, non s'arrabbi...