Un caffè con...

Un caffè con Giuseppe Di Marzio

Le interviste del direttore Biagio Fanelli

Grazie per aver risposto al nostro invito. Lei ha sempre mantenuto un basso profilo comunicativo. In un periodo storico in cui tutti comunicano tutto, lei si distingue per l'esatto contrario. I suoi interventi pubblici sono centellinati e si contano sulla punta delle dita.
E' una mia scelta. Non sono molto propenso a rilasciare dichiarazioni a destra e a sinistra. Credo più nei fatti che nelle parole, una linea di condotta politica che, finora, mi ha dato ragione. Ho sempre cercato di rilasciare il minor numero di interviste, di non esprimermi se non quando era inevitabile. La politica va fatta nelle sedi competenti, non nei bar o per la strada. Altrimenti si rischia di cadere in facili contraddizioni e si perde di serietà.

Rompiamo il ghiaccio e cominciamo con il farle gli auguri.
Per cosa?

Ci risulta che l'attuale commissario provinciale di Forza Italia, Francesco Ventola, le abbia conferito un incarico di rilievo nel partito.
Sì. E lo ringrazio per questa gratificazione. Nell'ambito di una nuova organizzazione del partito sul territorio, ha voluto inserirmi nel nuovo coordinamento provinciale, dandomi la delega su Trani. Credo sia un importante riconoscimento, non soltanto per il sottoscritto ma anche per i nostri elettori che avranno un punto di riferimento all'interno del comitato di Forza Italia della Bat.

A Trani, in Forza Italia, oggi, quel punto di riferimento a cui accennava, è venuto a mancare.
Veniamo da una situazione interna non facile. La vigilia delle elezioni politiche è stata caratterizzata dalle dichiarazioni di un nostro esponente di spicco che ha, di fatto, stravolto il quadro generale, modificandone gli equilibri. Mentre prima c'era un autorevole punto di riferimento, dalle elezioni in poi sono sorte alcune difficoltà, inevitabili quando i figli diventano orfani.

Per diversi mesi non sono mancate polemiche e tensioni, con tanto di testimonianze epistolari, soprattutto fra i componenti del direttivo.
Dopo ogni terremoto ci sono delle scosse di assestamento e soltanto dopo si può cominciare la ricostruzione. Oggi, il partito di Forza Italia Trani, ha superato sia i terremoti che le scosse di assestamento ed è pronto alla fase di ricostruzione.

Uno dei primi passi sarà quello di rivendicare maggior presenza e visibilità nel governo locale.
Forza Italia è sicuramente sottodimensionata. Penso sia legittimo chiedere una revisione di uomini e di incarichi, sia nell'amministrazione che nel sub governo cittadino. Prima avevamo un componente del nostro partito con un incarico pesante e importante come quello di Direttore generale. Venuta meno la Direzione generale, Forza Italia si è ritrovata sottodimensionata sotto il profilo numerico. Alla luce delle nuove forze in campo, il quadro generale va rivisto. E anche il sindaco Tarantini ha condiviso questa esigenza.

Parliamo di un azzeramento totale o di una serie di sotituzioni e di implementazioni di uomini di Forza Italia?
Tutto ciò che sarà fatto, passerà attraverso delle decisioni di partito. La contestazione mossa all'attuale commissario cittadino era quella di non essere mai intervenuto per rivendicare, nelle sedi opportune, le legittime aspettative di Forza Italia. Da qualche settimana abbiamo ricominciato ad incontrarci ed a dialogare, tutti insieme, sia a livello di direttivo che di gruppo consiliare. Sono convinto che partoriremo la soluzione più giusta. Che si faccia un azzeramento totale o si adotti qualche intervento correttivo, non spetta a me dirlo. Sarà il partito a decidere.

A proposito di aspettative: ma davvero Forza Italia non era pronta ad avere un proprio candidato sindaco?
Forza Italia ha degli uomini che sono sicuramente capaci, preparati e, di conseguenza, candidabili. A Trani avevamo una situazione politica particolare che ha determinato poi le scelte fatte.

Ci spieghi.
Quando Pinuccio Tarantini ha deciso di dimettersi, contro anche la nostra volontà, si è aperta una, inevitabile, riflessione nei partiti del centrodestra. In quel momento Forza Italia ha avanzato la possibilità di avere un proprio candidato sindaco, atteso che non lo esprimeva da tempo immemore. C'erano tutti i presupposti affinché ciò accadesse, in tal senso c'erano stati degli incontri positivi sia a Roma che a Lecce con l'attuale Ministro, Raffaele Fitto. La strada sembrava spianata.

Ed infatti il partito annunciò la sua candidatura a sindaco. Poi cosa è successo?
E' successo che la città è rientrata in equilibri più ampi, di carattere regionale. Sia Lecce che Trani avevano due sindaci uscenti di Alleanza Nazionale. A Lecce, dopo il doppio mandato di Adriana Poli Bortone, la scelta è ricaduta su un candidato di Forza Italia. A Trani, per contrasto, si decise di cedere la candidatura ad Alleanza Nazionale. In quel contesto fu anche deciso che la presidenza del Consiglio comunale di Trani andasse a Forza Italia e, se ci fosse stato un buon risultato, al sottoscritto.

La presidenza del Consiglio è stata un risarcimento, insomma?
Noi crediamo nelle coalizioni e non volevamo andare spaccati alle elezioni. La scelta di Pinuccio Tarantini è stata una scelta ottima, confermata anche dai risultati. La mia presidenza, che è anche frutto di quell'accordo, non credo vada intesa come un risarcimento. Mi fu chiesto di fare un passo indietro. In politica sono abituato a fare sia passi in avanti che passi indietro, per il bene della coalizione ho scelto questa strada ed oggi penso di potermi ritenere più che appagato nello svolgere un ruolo così importante nell'interesse della comunità.

Berlusconi sale su di un predellino, annuncia la nascita del PdL e stravince le elezioni interpretando la volontà di un elettorato orientato verso una drastica semplificazione del quadro politico. Dal bipolarismo al bipartitismo, volenti o nolenti. E adesso la fusione tra Alleanza Nazionale e Forza Italia diventerà effettiva. Giusto così?
Sì, anche se vedo delle oggettive difficoltà, riscontrabili anche a livello nazionale. Siamo in presenza di due grandissimi e strutturati partiti, che adesso devono fondersi, con tutti i problemi annessi, dall'individuazione di un'unica dirigenza a fattori di natura culturale. Essendoci unità d'intenti e di vedute, col tempo ogni problema verrà risolto. In fase di partenza è naturale che seguiremo le direttive che giungeranno dall'alto.

Ha il timore che, a Trani, Forza Italia possa soffrire la comunanza con Alleanza nazionale?
Se guardiamo i numeri, il peso maggiore ce l'ha Forza Italia. Forza Italia è il partito che, da più legislature, esprime il maggior numero di consiglieri comunali. Se ragioniamo nell'ottica della prospettiva, dobbiamo metterci in testa, tutti, l'idea di dover fare dei sacrifici. Altre soluzioni non ve ne sono. E questo vale per noi come per Alleanza Nazionale.

Veniamo all'attualità. Lei è stato presidente dell'Ospedale. La Regione, pochi giorni fa, ha varato il piano della salute. Nel commentarlo, il governatore Vendola ha detto: "Stop agli ospedaletti deperiti e degradati. Devono diventare poliambulatori o case della salute". E' questo il destino dell'ospedale di Trani?
Credo di sì. Nel nuovo piano, da quanto mi è dato sapere, sia l'ospedale di Trani che quello di Bisceglie, verrebbero soppressi per fare un nuovo ospedale. Se così fosse, la soluzione non mi dispiacerebbe, perché non ha più senso tenere in piedi una struttura come quella attuale. Oggi Trani ha un "mezzo ospedale" ed i nostri cittadini preferiscono spostarsi altrove per farsi curare. Molto meglio, dunque, fare qualche chilometro in più sapendo, però, di entrare in una struttura d'eccellenza. Una cosa è certa: Vendola è diventato presidente della Regione Puglia facendo promesse sulla sanità. Il suo predecessore, Raffaele Fitto, ha invece pagato con la sconfitta le conseguenze di una riforma sanitaria ritenuta drastica dalle popolazioni. Vendola, sui palchi, promise mari e monti. Fra le altre cose garantì che, nei primi 100 giorni, avrebbe ridato i quattro reparti di base a tutti gli ospedali. Questo non è accaduto. Adesso il governatore ha deciso di rivedere il piano della salute, partendo dal piano Fitto, dimostrando che la scelta dell'attuale Ministro non era sbagliata. Per noi cambia poco, comunque.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un depauperamento costante del nostro ospedale senza che nessuno sia riuscito a fare qualcosa per salvare il salvabile. Anche il comitato cittadino, dopo essere partito in quarta, si è inabissato nel silenzio. Ci meritiamo questa fine?
E' nell'indole del tranese e della classe politica di questa città borbottare inizialmente e poi assuefarsi alle decisioni che ci piovono in testa. Per l'ospedale fu costituito questo comitato che non ha mai avuto un grande peso, come dimostrano gli esiti. Ancora adesso si lotta più a livello personale che a livello politico.

Ma almeno c'è qualcuno che lotta per l'ospedale?
Credo di sì, ma sono pochi. Servirebbe una mobilitazione generale, anche se ritengo sia troppo tardi.

Se sull'ospedale non si sente più volare una mosca, sulle altre vicende quotidiane c'è sempre grande fermento. Lei come giudica questo anno e mezzo di Tarantini bis?
Darei un giudizio sostanzialmente positivo anche se si poteva fare di più.

Colpa dei partiti o di qualche consigliere che fa da freno all'attività amministrativa?
Mi sento di escluderlo. Questa amministrazione non ha subito traumi, né sconfitte numeriche all'interno della maggioranza. Tutti i provvedimenti giunti in Consiglio comunale sono stati votati e approvati. La maggioranza bulgara non è un handicap, al contrario è una garanzia. Tra l'altro, grandissimi problemi in maggioranza finora non ce ne sono stati. Si è registrata qualche fibrillazione all'interno dei singoli partiti, ma questo è giusto e normale che accada.

In alcuni casi, però, vi siete fatti opposizione da soli. Vi sostituite ad un avversario politico che non c'è?
Definirei l'opposizione evanescente, ma non perché non esista o non sappia fare il suo mestiere. Quando di fronte ci sono maggioranze così robuste è difficile far ascoltare la propria voce e riuscire a ricoprire al meglio quel ruolo. Le elezioni amministrative hanno premiato ampiamente il centrodestra, ridimensionando, anche numericamente, chi ha perso. Se qualcuno vuol insinuare che vi siano problemi nella maggioranza farebbe bene a guardare prima dall'altra parte.

Il travaglio del Pug ha risvegliato tutti come per magia. Le prime indiscrezioni dopo la conferenza dei servizi in Regione hanno rasserenato di molto gli animi.
Stiamo portando avanti il discorso Pug da molti anni, chiaro segnale di una volontà politica ben precisa. La città è ferma dal punto di vista edilizio, serve una svolta ed il Pug la incarna. La Regione ha evidenziato alcuni problemi, allarmando un pò tutti. Dopo il primo incontro, ci sentiamo più tranquilli. Ci auguriamo che la struttura del piano non subisca stravolgimenti nell'interesse di tutta la comunità.

Fra un pò si torna in Consiglio per la prima, significativa, manovra finanziaria della stagione.
La situazione economica del Comune di Trani è nota a tutti. E val la pena ricordare che gran parte dei debiti rinvengono da precedenti amministrazioni. I debiti ci sono in ogni Comune, Trani ha avuto il merito di farli emergere una volta per tutte. Adesso stiamo lavorando per risolvere questo problema. La situazione debitoria sarà nuovamente all'esame del Consiglio comunale. I mezzi ed i modi per uscire da questa situazione ci sono. Aspettiamo con fiducia novità per quanto concerne la vendita di alcuni beni immobili che non fruttano assolutamente nulla al Comune. Se ciò non dovesse accadere, sono al vaglio altre soluzioni. Mi preme sottolineare che la situazione dei conti pubblici non è così drammatica come qualcuno vuol far credere.

Ammette qualche falla nella riorganizzazione del settore delle entrate tributarie? Il caso dell'affidamento del servizio Ici è sintomatico.
Un punto debole dell'amministrazione è sicuramente il settore economico-finanziario, inutile nasconderlo. Abbiamo un dirigente che da circa un anno sta cercando di venire a capo di una situazione ingarbugliata ereditata dal passato. Pur avendo delle grandi possibilità di introitamento, siamo fra i Comuni che incassano meno dai tributi. Sicuramente ci deve essere più attenzione, anche perché il governo nazionale sta chiudendo i rubinetti.

Chiudiamo con il capitolo provincia ed il toto candidature. In primavera si dovrebbe andare votare e tutto tace. Non siamo in ritardo?
Sicuramente siamo in ritardo, ma credo sia naturale essendo la prima assoluta di un Ente ancora da decifrare. Partiamo tutti dallo stesso punto, sia a destra che a sinistra. Il PdL si sta comunque muovendo in un'unica direzione. Per quanto ci riguarda, Trani avrà quattro collegi. Al nostro interno lavoreremo affinché si faccia una sintesi. Auspico che ci sia un'attenta valutazione dei nomi per non lasciarsi sfuggire l'occasione.

L'attuale commissario provinciale di Forza Italia, Francesco Ventola, sarebbe un buon candidato presidente per il centrodestra?
Francesco Ventola è sicuramente un autorevole candidato. E' un sindaco vincente, è diventato commissario provinciale di un partito come Forza Italia su precisa volontà di Raffaele Fitto. Anche in questo caso, però, voglio sottolineare che la scelta del candidato sarà frutto di un accordo politico. A mio avviso Forza Italia ha le carte in regola per ottenere la candidatura. Sono convinto che, se la scelte ricadesse su di lui, sarebbe un'ottima soluzione per il centrodestra.
7 fotoUn Caffè con Giuseppe Di Marzio
Un caffè con Giuseppe Di MarzioUn caffè con Giuseppe Di MarzioUn caffè con Giuseppe Di MarzioUn caffè con Giuseppe Di MarzioUn caffè con Giuseppe Di MarzioUn caffè con Giuseppe Di MarzioUn caffè con Giuseppe Di Marzio
Giuseppe Di Marzio, presidente del Consiglio comunale di Trani, è l'ospite di questa settimana della rubrica Un caffé con, firmata dal direttore Biagio Fanelli. Di Marzio e Fanelli si sono incontrati all'interno della caffetteria Beltrani.
  • Giuseppe Di Marzio
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