Apatheia

9 ottobre 1967

E i comunisti?

Non si può vivere di soli politici bravi che fanno paura ai politici cattivi, che rottamano, che friniscono, che fanno primarie, che inventano nuovi partiti. Non si può sopravvivere di grandi uomini che si siano distinti nella loro nobile professione e che a coronamento diventano politici, di animatori di villaggi turistici che hanno creato imperi, di vecchi ex comunisti, ex combattenti, ex potere operaio, ex rifondatori, ex ex che ora hanno solo delle facce satolle e stanche. Continuo a non sentirmi un cittadino normale se devo sperare in politici bravi e per questo innamorarmene a prescindere. Non si può vivere di soli politici spettacolosi, che sanno vendere immagini di mondi migliori, pubblicizzare il loro sbiancante, attirare le folle. Anche perché sappiamo bene come vanno a finire quelli che attirano le folle, spesso. Nella maggior parte dei casi se chiedi ad uno della folla, proprio sul più bello mentre acclama, cosa stia insegnando il profeta, non lo sa o quanto meno non ne è sicuro. Nella migliore delle ipotesi ti risponde che non ha importanza, ti invita a guardare la gente che c'è, lo spettacolo.

Tutti ipnotizzati dai flash, dai bisbigli e da qualche minuto di gloria. E se chiedi, sempre ad uno della folla, se non sia troppo liberista uno per essere di sinistra, facendo bene attenzione a non pronunciare la parola "comunista" per non rischiare di essere scomunicato a divinis o troppo qualunquista l'altro per non essere di destra, nella migliore delle ipotesi, ti risponde che, qui devo virgolettare perché è una citazione: "è liberista, è liberista, è per la libertà di tutti". Non voglio discutere sulla possibilità che la mancanza di conoscenza possa o meno favorire lo sfruttamento delle masse, che sia il nutrimento di questo sistema economico e politico, non voglio parlare della possibilità che sia realizzabile o meno una libertà di tutti ma chiedermi almeno se un liberista possa creare le premesse per tendere all'utopia in questione o chiedermi se un urlatore con la faccia dentro le telecamere possa risolvere il problema della differenza tra il salario ed il valore del lavoro, questo me lo si conceda. E i comunisti? Dove sono? Naturalmente non ci sono altrimenti non saremmo arrivati fin qui. E non ce ne saranno.

Il 9 ottobre del 1967 moriva assassinato a la Higuera il comandante Ernesto Che Guevara, El Cristo de Vallegrande. Andò via da Cuba dov'era ministro dell'industria, non proprio come i nostri ministri che non vanno via anche se beccati nemmeno con le fucilate. Andò a combattere in Bolivia perché diceva che non possiamo rimanere indifferenti di fronte a quanto accade in ogni parte del mondo e che una vittoria di qualsiasi nazione contro l'imperialismo è una nostra vittoria come una sconfitta di qualsiasi nazione è una nostra sconfitta. Diceva anche che ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.
Hasta la victoria siempre comandante. Patria o muerte!
Apatheia

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La rubrica di Rino Negrogno

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