Apatheia

Due uomini ed un bambino

Rilassatevi. Provate a sognare

Rilassatevi. Provate a sognare, ad immaginare una realtà diversa, nuova anzi vecchia ma adattata ai nostri giorni. Provate ad immaginare cosa sarebbe accaduto se al posto di Napolitano ci fosse stato Pertini. Ve lo ricordate Pertini? Ho soprattutto tre immagini fisse nella mia mente, immagini che mi sono entrate quando ero ancora bambino e quindi ingoiate dagli occhi puri ed ingenui di un bambino ma che sono state elaborate negli anni e si sono scolpite indelebilmente dentro di me. Pertini esultante ai mondiali del 1982, la sua e la nostra gioia straripante, Pertini sofferente col capo chino e che con le mani accarezza la bara di Berlinguer. Ma c'è soprattutto un'immagine che ancora mi commuove e mi terrorizza, un fatto che resterà, credo per molti, per sempre un incubo atroce rimasto dentro il nostro cuore. Ve lo ricordate Alfredino? Alfredino Rampi. Era il 10 Giugno del 1981 ed il piccolo mentre tornava a casa cadde in un pozzo artesiano largo pochi centimetri e profondo 80 metri. Iniziarono 60 ore di lotta e di tentativi vani per salvarlo. Vi ricordate il volontario, Angelo Licheri, che si fece calare a testa in giù per 60 metri, afferrava il bambino e poi gli sfuggiva, lo riafferrava e gli sfuggiva ancora. Provo ancora la stessa ansia al solo ricordo. E vi ricordate Pertini che giunse sul posto con la nostra stessa ansia e volontà di salvare Alfredino. Vi ricordate il suo sguardo, la sua rabbia, la sua paura, la sua umanità? Queste sono le tre immagini più forti che ho di Pertini. Cosa avrebbe fatto oggi? Sicuramente in questi giorni lo avremmo visto tra le tende dei terremotati del modenese, aggirarsi con la sua pipa tra quei bambini. Sicuramente si sarebbe mosso diversamente tra mari e monti e la sua pipa gliel'avrebbe suonata in testa a chi, leggiadro, piangente o ridente, ama disquisire teorie di licenziamenti salvavita o salari degli operai e pensioni di pensionati, panacee a volte, vasi di pandora altre. Come Totò che battendo la pipa sulla testa di Nino Taranto ammonisce: "Sergente Quaglia, questa è pipa, non è un capitone!".



Ed il papa? Non quello tedesco, quello che è andato a Milano. Rilassatevi, non vi chiedo di immaginare cosa avrebbe fatto Cristo. Anche perché presumo che lui, i morti del terremoto li avrebbe resuscitati, le case le avrebbe fatte risorgere in tre giorni e i capannoni che hanno ammazzato gli operai li avrebbe inceneriti insieme a chi li ha costruiti e fatti costruire. Badate non lo dico con ironia, è quello che realmente mi aspetterei. Ve lo ricordate Albino Luciani? Quanto era bello. Papa dal 26 agosto del 1978 al 28 settembre dello stesso anno. La sua morte fu un'altra mina potente e destabilizzante per la mia già allora fede precaria. Ve lo ricordate? I miei ricordi sono proprio come la televisione di allora, colori sbiaditi, immagini un po' sfocate, tremolanti, con qualche interferenza. Vi ricordate che voleva cambiare le regole? Per lui Marx era un male terribile, chiamava i comunisti "i nostri fratelli erranti" ma in un discorso disse: "La proprietà privata per nessuno è un diritto inalienabile ed assoluto. Nessuno ha la prerogativa di poter usare esclusivamente dei beni per il suo vantaggio oltre il bisogno quando ci sono quelli che muoiono per non avere niente. Sono parole gravi. Alla luce di queste parole non solo le nazioni, ma anche noi privati, specialmente noi di chiesa, dobbiamo chiederci: abbiamo veramente compiuto il precetto di Gesù, che ha detto ama il prossimo tuo come te stesso?". È durato solo trentatré giorni.

Rilassatevi. Potrei andare avanti ancora ed arrivare fino a noi, dentro la nostra città ma mi fermo qui nel ricordo di questi due uomini e di questo bambino, Alfredino, che con la sua morte ha scosso noi bambini di allora, il 13 giugno saranno trascorsi trentuno anni dalla sua morte. Ricordiamoli.
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La rubrica di Rino Negrogno

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