Apatheia

Poveri morti

Questa notte eravate di nuovo qui

Questa notte eravate di nuovo qui.
Profumati con le vostre vesti chiare.
Danzavate coi fasci di colori,
rivoli di ricordi e risa pretese.
Mi pare di annusare la pelle rosea
che muta ad ogni incanto
o non cambia e si spezza d'improvviso.
Questa notte eravate occhi sgranati.
Ciangottati con le facce in sopra.
Eravate la luce, il mio respiro.
Ora archi trionfanti del buio.
Mi pare di sentirvi a preparar la cena
e le tavole troppo strette delle feste
o le troppo tristi tresche.

Poveri morti questa notte.
Dove siete ora che vi ho scaraventati qui?
L'ultima volta era un giorno di sole.
Ricordo la chioma ombrosa dei cipressi
lisciare ondosa il tuo sorriso di pietra,
sempre ghermita dall'ultima libagione.
Contorcersi altresì per non scalfirti,
disegnando facondia raggiante ora e ghigni sfuggenti,
creava fluide movenze che mi bisbigliavano
refoli e scrosci di fine inverno.
Poi folate improvvise smarrivano la via
per tornare eterni.
Apatheia

Apatheia

La rubrica di Rino Negrogno

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