Lavoro! Lavoro!

Se il sindaco e la sua amministrazione vorranno chiudere in modo degno la propria esperienza politica di governo agli occhi della città, soprattutto a fronte delle ultime zavorre che potrebbero derivare dal danno d'immagine legato alla questione concorsi, credo che tutti abbiano una sola cosa da fare: sedersi a tavolino, spremersi le meningi ed attivarsi per creare situazioni e premesse, quante più possibile, per sbloccare il settore più delicato in questo momento: quello del lavoro. I giovani che passano le mattinate in casa coi genitori, senza far nulla o sforzandosi di "trovare qualcosa" sono sempre di più. Altrettanti quelli che hanno gettato la spugna e il lavoro non lo cercano più. Ci sono anche giovani, in aumento pure quelli, che non terminano gli studi e si ritrovano con ancora meno chance. E le scuole, così come i servizi sociali, fanno poco per arginare il fenomeno. Al di là della presente amministrazione, credo che il problema debba già essere pensato ed affrontato in termini di programmazione, anche da chi domani comporrà il nuovo governo cittadino. Mi sembra che sia il centrodestra (vedi iniziativa dello sportello informativo), sia il Pd (vedi iniziativa per il settore lavorativo a San Luigi, il prossimo 12 marzo) lo abbiano ben chiaro. E' finito il tempo della città che deve curare prima di tutto una propria immagine: qui la gente chiede sostanza; la chiedono i figli, i giovani, i genitori, le presenti e le future generazioni.

Il servizio dello sportello o la conferenza programmatica costituiscono solo primi passi verso quello che dovrebbe diventare un unico grande punto per i futuri governi: una politica del lavoro, una strategia, un tavolo di studi, dei consulenti (una volta tanto utili e non prendi – prebende) che vengano pagati dal Comune per incontrare i giovani tranesi; occasioni d'incontro tra gli imprenditori locali ed alcuni rappresentanti nazionali che possano offrire un know how chiaro e fattibile in fatto di creazione di nuovi posto di lavoro. Queste sarebbero strategie! Spero che chi verrà non si trinceri dietro la frase tranciante che spesso Pinuccio T. ha utilizzato: «Il Comune non è un ufficio di collocamento». Questo è giusto, ma un Comune, un Palazzo che abbia a cuore le esigenze dei cittadini, e quelle lavorative sono ormai molto più urgenti della piazza rifatta o della zona pedonale chic, atti pur giusti, pianifica un budget per favorire quel tipo di situazioni sopra accennate, crea tavoli di lavoro, cerca agganci con l'esterno, magari sfruttando la vicinanza e la stesso colore politico, di chi, come ad esempio a Molfetta, è riuscito a creare un polo industriale. Oppure, restando in tema, ma cambiando ambito, favorisce la creazione di luoghi di svago che attirino utenza esterna e creino qui posti di lavoro; non solo un'infinita teoria di licenze per ristoranti e pizzerie, o bar, ormai quasi ad ogni isolato.

Se il centrosinistra saprà coniugare un minimo di almeno passeggera impostazione carismatica, giusto il tempo delle elezioni, e dopo l'eventuale passaggio delle primarie, che mi sembra non proprio tutti vogliano, con una sostanziosa politica del lavoro, quella invece fondamentale e duratura, potrà tornare a governare con successo questa città. Quando ebbe l'ultima chance, dal 1999 al 2003, non ricordo di grandi atti in tal senso e sarebbe davvero l'ultimo tram nel feeling con la città. Il centro – destra magari non avrà più quel carisma tarantiniano, molto utile, come s'è visto, al momento del voto, ma non troppo funzionale poi per questioni di ampio respiro come quella del lavoro, ma se punterà ad un nuovo trend, fatto di più sostanza in termini di atti utili alla vita pratica del cittadino e meno operazioni formali (Elton John ne è un emblema), potrà tornare ad avere quel peso specifico che in questo momento gran parte della città non gli riconosce. Insomma, meglio un sindaco meno bravo in tv, ma più decisivo nell'imprimere un vero cambiamento a Trani.

Non basta sbandierare il pug, perché ad là dell'atto storico in se ed il fatto di averlo partorito dopo anni d'immobilismo (un merito), tutti crediamo che resti un "progetto" bisognoso di mutamenti, variazioni, accorgimenti ed in definitiva, che debba osservare o che avrebbe dovuto farlo, un maggiore rispetto nel rapporto con l'ambiente, nella proporzione cemento – verde, che al momento è del tutto sbilanciata a danno del secondo elemento.