Parcheggi in divieto
Parcheggi in divieto
Mazza e panella

Parcheggi in sosta vietata ed è boom di multe: ma durante il resto dell'anno?

E sull'ospedale "Pirandello" di Trani ancora troppe contraddizioni

Ma perché le multe aumentano solo con la bella stagione? Me lo sono sempre chiesto: come le prime rondini tra le palazzine ottocentesche, come l'Inter che esce definitivamente dalla corsa scudetto (in verità avviene anche pria), come l'esultanza (Unica et Sola) degli antijuventini per la sconfitta della Juve in coppa, come l'abusivo che incombe al Porto (quello incombe sempre in verità), ecco l'aumento delle multe, ad esempio per i divieti non rispettati al porto, con tanto di comunicati ed articoli.

Ma durante il resto dell'anno che succede? Non si multa il carretto del pesce fuori posto; non si allontana l'abusivo incombente; non si multa il mega suv quasi arrampicato su palazzo Quercia o palazzo Soria. Niente. Ma perché? Qualcuno me lo spieghi. I sabati d'inverno passavo per piazza Plebiscito e guardavo auto di taglia grande e soliti sobri Suv parcheggiati sui marciapiedi adiacenti piazze e palazzi storici: parcheggiati si fa per dire perché erano in verità inclinati più verso la strada, tanto erano alti i marciapiedi dove erano posizionati. Più che veicoli, ruspe a bordo strada.

Vabbè, dico, uno straccio di multa l'avranno fatta. Passo la prima, passo la seconda: nulla. Poi un giorno che avevo bisogno di trenta secondi per consegnare un dvd affittato e chiedo cortesemente al vigile posizionato per l'uscita da scuola, di lasciare la mia auto, non rispettando i canonici 5 metri di distanza dall'incrocio e quello mi urla: "Nooooo!". Il suv quasi reclinato al Porto tutta la sera, si; l'utilitaria 30 secondi parcheggiata in modo poco ortodosso no.

Sui gruppi social ormai si sprecano le foto di auto o Suv davanti alle rampe per disabili, sui marciapiedi, addirittura sulle piazze; da quanto raccontano molti, se non c'è la chiamata diretta per far multare, non si vede nessuno e c'era una volta Gennaro Palmieri che sovrintendeva a queste mancanze: tranquilli ora con la bella stagione potete risparmiarvi la telefonata. Forse.

A margine vedo ausiliari del traffico spaesati che girano col blocchetto e l'attrezzo per il parcheggio smartphone. Di loro parlerò però nelle Pagelle di giovedì. La storia dell'ospedale "Pirandello" di Trani è ormai consegnata agli Annali e alla letteratura grottesca, un degno omaggio a Chiarelli. Un incrocio di contraddizioni: se critichi con riferimenti prima dell'avvento di Bottaro sei contro Tarantini; se critichi ora sei prevenuto e non conosci la storia; se dici male di Bottaro sulla questione dice che è colpa della Regione, chi sta in Regione dice che Emiliano deve stopparsi (see!); poi, chi governa ora chiede ad Emiliano di rivedere le sue posizioni, dopo averlo assecondato in tutto e dopo averlo fatto accomodare nella Trani con l'amministrazione "amica" ( e meno male).

Chi governò ieri bypassa la scure fittiana e dice che era meglio chiudere; una calca di personaggi, post, interventi, rivendicazioni, maledizioni, gossip (incredibile pure la voce della vendita dell'ospedale per i posti di primariato, degna di ruoli alla Renzo Montagnani, buonanima e Nadia Cassini). Ricordi di denunce, ricordi di quando funzionava, ricordi di quando si rifuggiva e si andava a Bisceglie, ingrossando i numeri dello stesso ospedale biscegliese e poi prendendosela coi politici biscegliesi.

Insomma un tutti contro tutto, un vale tutto sempre, in ogni tempo, un caos peggio d'una campagna acquisti interista. Poi sullo sfondo una sola certezza: chiude tutto, senza aver avuto mai una linea politica qui a Trani da imporre in Regione. Perché è vero che le decisioni le prende la Regione, ma l'istituzione locale avrebbe dovuto andare a fare pressing. Ora è pollaio totale. Ieri ognuno si è fatto i cacchi suoi. Domani la nostra salute sarà in mano a Google, per diagnosi al volo. Non ci resta che questo, non ci resta che piangere la nostra miopia elevata, che manco il raggio laser.
  • Giovanni Ronco
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