Cava dei veleni 2
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Vita di città

Cava fumante, circa 3000 cittadini chiedono interventi urgenti

Online la petizione di Antonio Procacci rivolta al Ministro dell'Ambiente


Sono circa 3000 i cittadini che nel giro di una settimana hanno firmato la petizione lanciata dal portavoce di Trani a Capo, Antonio Procacci, sull'emergenza legata alla cava fumante in contrada Monachelle. Con la petizione si chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Ambiente e al Presidente della Regione Puglia "d'intervenire urgentemente per porre fine alla contaminazione del territorio di Trani, già segnato da numerose emergenze". Una battaglia quella del movimento portata avanti già in Consiglio Comunale, nelle piazze ed in incontri pubblici con la stampa ma che non ha ancora raggiunto i risultati sperati.

Il caso è anche balzato all'attenzione nazionale grazie ai servizi di "Pinuccio" di Striscia La Notizia, tg satirico in onda ogni sera su Canale 5. Il numero di cittadini che ha abbracciato la battaglia sta crescendo di ora in ora, segno che l'intera vicenda desta preoccupazione e sospetti nella popolazione. Il link del documento è già divenuto virale sui mezzi social e questo fa ben presagire che l'obbiettivo (5000 firme) è prossimo a concretizzarsi.

Di seguito riportiamo il testo della petizione: «A settembre del 2017 un cittadino di Trani (Bt) ha pubblicamente denunciato l'emissione di fumi da una cava dismessa in contrada Monachelle. Fumi che, secondo alcune testimonianze, risalgono almeno ad un mese prima, quindi ad agosto 2017. A distanza di sei mesi la cava fuma ancora. Fuma ininterrottamente. Le analisi eseguite da Arpa Puglia hanno accertato il superamento delle concentrazioni limite relative agli "idrocarburi pesanti" >12' con una concentrazione di 50.809 mg/kg a fronte delle concentrazioni limite di 50 mg/kg. Un affrettato intervento finalizzato al soffocamento dei fumi attraverso la copertura con inerti non ha avuto alcun esito positivo e gli ultimi rilievi condotti hanno accertato che la temperatura del suolo ad una profondità di alcuni decimetri dal piano topografico è di circa 400 gradi centigradi. I sopralluoghi tecnici eseguiti dai Vigili del Fuoco hanno evidenziato il potenziale rischio di esplosione. La Procura di Trani ha aperto un'inchiesta, il Sindaco ha emesso un'ordinanza nei confronti dei proprietari dell'area per la messa in sicurezza e la bonifica dell'area (ordinanza che però non ha una scadenza né prevede sanzioni e che peraltro è stata impugnata dinanzi al Tar dai proprietari dell'area), ma a distanza di sei mesi non è stato ancora compiuto alcun intervento e così i rifiuti in combustione continuano a bruciare e la cava continua ad emettere cospicue esalazioni tossico-nocive dall'olezzo acre e solforoso che giungono nell'abitato di Trani, ubicato a soli 2 chilometri di distanza in direzione nord-est. In funzione della direzione del vento gli stessi fumi giungono anche nell'abitato di Andria che dista dal sito circa 5 chilometri. Quasi quotidianamente nell'abitato di Trani si avvertono le esalazioni e sono numerosissimi i casi di cittadini che dovendo sostare persistentemente e per numerosi giorni per motivi di lavoro nelle aree circostanti alla cava fumante abbiano avvertito difficoltà respiratorie e giramenti di testa. Tutto questo senza parlare della contaminazione che la combustione sotterranea di rifiuti (speciali) sta provocando su suolo e sottosuolo (falda acquifera). Con la presente petizione si chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Ambiente e al Presidente della Regione Puglia di intervenire urgentemente per porre fine alla contaminazione del territorio di Trani, già segnato da numerose emergenze: la vecchia discarica comunale (carente di barriera impermeabile di fondo e dei minimi presidi di monitoraggio delle matrici ambientali come piezometri e centraline per il monitoraggio dell'aria); cava fumante in località "Profico" (scoperta nel 2015, dopo aver soffocato i fumi non vi è stato alcun aggiornamento sugli esiti delle operazioni di monitoraggio e messa in sicurezza eventualmente eseguite); discarica comunale in contrada "Puro Vecchio" (chiusa a settembre 2014, poi sequestrata per la contaminazione della falda acquifera e per il rischio di esplosione a gennaio 2015, tutt'ora non ancora messa in sicurezza e né, tantomeno, bonificata); amianto presente su numerosi edifici pubblici e privati; alta presenza di ripetitori telefonici».

Questo il link dove poter firmare e poter, anche se virtualmente, far sentire la propria voce. Il premio posto in palio è la salute di tutti.
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