Cronaca
Presunti illeciti nella gestione del contenzioso con Le Lampare, ascoltato in Procura Michele Capurso
Le dichiarazioni del responsabile dell’ufficio legale del Comune hanno ricalcato quelle rese dal sindaco
Trani - martedì 12 novembre 2019
Ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini per l'inchiesta sui presunti illeciti nella gestione del contenzioso col ristorante Le Lampare al Fortino, aveva chiesto di esser interrogato dal pubblico ministero Francesco Aiello per chiarire il proprio ruolo e cercare di evitare la richiesta di rinvio a giudizio. L'avvocato Michele Capurso, responsabile dell'ufficio legale del Comune, è stato così ascoltato in Procura. Anche la sua, come quello che aveva già sostenuto il sindaco di Trani Amedeo Bottaro, è stato un interrogatorio protrattosi per diverse ore. Le sue dichiarazioni hanno ricalcato quelle rese dal primo cittadino.
Capurso ha sostenuto che i 60mila euro non pagati dalla Sas Le Lampare di Del Curatolo Antonio & C. non rientravano nella sentenza a favore del Comune. Infatti l'Ente aveva conseguito dal tribunale un decreto ingiuntivo di pagamento per 190mila euro, stralciando dunque dalla maggior somma vantata i 69mila euro sostenti dalla Società per il rifacimento del solaio del locale di proprietà del Comune. Capurso ha riferito che quando espresse il parere legale la sentenza di rigetto dell'opposizione a decreto ingiuntivo promossa dalla Società non era ancora passata in giudicato. Anche Capurso, difeso dall'avvocato Bepi Maralfa, ha sostenuto che la spesa per il rifacimento del solaio del ristorante (per cui la Società anticipò i 60mila euro) spettava solo al Comune in quanto l'intervento, per sua natura, non può rientrare nella nozione di straordinaria manutenzione, cui era invece tenuta la Società in virtù del contratto di concessione.
Il legale del Comune ha, inoltre, sostenuto che i lavori per l'intero rifacimento del solaio non possono rientrare nel novero delle opere di straordinaria amministrazione a cui comunque era tenuta la Società. Oltre che a Bottaro e a Capurso, la Procura contesta i reati di abuso d'ufficio e falso in concorso agli ex assessori Giovanni Capone, Raffaella Bologna, Debora Ciliento, Grazia Di Staso, al tuttora assessore Luca Lignola ed all'ex dirigente del settore lavori pubblici e patrimonio Giovanni Di Donna. Sembrerebbe che il pubblico ministero miri, attraverso gli interrogatori, a suffragare l'ipotesi che la tardiva richiesta dei canoni, la successiva dilazione di pagamento e la compensazione delle spese sostenute dalla Società per il rifacimento del solaio abbiano avuto una sorta di "padrino politico", nonostante le diverse amministrazioni comunali succedutesi.
Capurso ha sostenuto che i 60mila euro non pagati dalla Sas Le Lampare di Del Curatolo Antonio & C. non rientravano nella sentenza a favore del Comune. Infatti l'Ente aveva conseguito dal tribunale un decreto ingiuntivo di pagamento per 190mila euro, stralciando dunque dalla maggior somma vantata i 69mila euro sostenti dalla Società per il rifacimento del solaio del locale di proprietà del Comune. Capurso ha riferito che quando espresse il parere legale la sentenza di rigetto dell'opposizione a decreto ingiuntivo promossa dalla Società non era ancora passata in giudicato. Anche Capurso, difeso dall'avvocato Bepi Maralfa, ha sostenuto che la spesa per il rifacimento del solaio del ristorante (per cui la Società anticipò i 60mila euro) spettava solo al Comune in quanto l'intervento, per sua natura, non può rientrare nella nozione di straordinaria manutenzione, cui era invece tenuta la Società in virtù del contratto di concessione.
Il legale del Comune ha, inoltre, sostenuto che i lavori per l'intero rifacimento del solaio non possono rientrare nel novero delle opere di straordinaria amministrazione a cui comunque era tenuta la Società. Oltre che a Bottaro e a Capurso, la Procura contesta i reati di abuso d'ufficio e falso in concorso agli ex assessori Giovanni Capone, Raffaella Bologna, Debora Ciliento, Grazia Di Staso, al tuttora assessore Luca Lignola ed all'ex dirigente del settore lavori pubblici e patrimonio Giovanni Di Donna. Sembrerebbe che il pubblico ministero miri, attraverso gli interrogatori, a suffragare l'ipotesi che la tardiva richiesta dei canoni, la successiva dilazione di pagamento e la compensazione delle spese sostenute dalla Società per il rifacimento del solaio abbiano avuto una sorta di "padrino politico", nonostante le diverse amministrazioni comunali succedutesi.