Enti locali

Tony e fulmini

L'ira di D'Ambrosio sulla maggioranza

«Come sempre apprendo questo tipo di notizie dalla stampa. Cado dalle nuvole, ma ormai ci sono abituato. Il documento è di una gravità assoluta, figlio di una politica di bassa lega. Non raccolgo la provocazione e non mi dimetto. Il mio destino è nelle mani del sindaco, non certo dei consiglieri firmatari del documento che, scrivendo e condividendo la nota, hanno mancato di rispetto soprattutto nei confronti del primo cittadino, tentando di esautorarlo. E' il sindaco che deve decidere togliermi o meno le deleghe. A dire il vero è da diverso tempo che cerco di parlargli per capire che intenzioni abbia, ma continua a prendere tempo, a dire che è occupato. Non è un modo elegante di comportarsi».

L'assessore al turismo Tony D'Ambrosio esordisce così dopo aver appreso dell'esistenza di un documento con cui la gran parte dei consiglieri di maggioranza ne ha chiesto apertamente le dimissioni, missiva diretta anche alla collega Paola Valente. «La lettera è la testimonianza lampante della mediocrità della nostra classe politica, immatura e jurassica. Si pensa solo a coltivare il proprio orticello, alle poltroncine da occupare per vivere di rendita. Qualcuno evidentemente sta sbattendo per avere visibilità in giunta sotto campagna elettorale e non riuscendoci, ha deciso di prendersela con alcuni assessori, tacciandoli di incapacità amministrativa. La realtà è ben diversa. Se la città di Trani arranca la è colpa di quei consiglieri che tendono solo a privilegiare amici e parenti, nani e ballerine, infognando qualsiasi altra iniziativa di crescita e sviluppo, avvalendosi della complicità di una macchina amministrativa che andrebbe quasi del tutto azzerata per quanto è scadenti. Oggi gli atti della giunta sono stati consegnati alle 12 e 15 quando la seduta era stata convocata per le 12. Mi sono astenuto dal votare i provvedimenti perché non posso firmare carte al buio, senza sapere neanche di cosa si stia parlando. E non è la prima volta che accade».

I consiglieri ne hanno chiesto la testa. D'Ambrosio restituisce le accuse al mittente. «Mi vien da sorridere quando scrivono che gli assessori sono assenti dal Palazzo. E loro dov'erano quando l'assessore D'Ambrosio stava cercando in Regione di sostenere il progetto del distretto produttivo di tipo turistico? Dov'erano quando l'assessore D'Ambrosio ha convocato una conferenza di servizi sollecitata dagli abitanti del quartiere stadio? E poi noi saremmo gli assenteisti».

D'Ambrosio ha anche denunciato casi di boicottaggio nei suoi confronti: «Sono stato osteggiato dai consiglieri di maggioranza fin dai primi mesi del mio mandato. Ho portato avanti fra mille difficoltà e senza l'aiuto di nessuno tantissimi provvedimenti importanti dei quali si è persa ogni traccia. La segreteria tecnica organizzativa per dirimere la questione del centro storico, il piano della comunicazione, i progetti di marketing territoriale che prevedevano importanti investimenti di imprenditori esteri. Tutto caduto nel vuoto per la volontà precisa di qualcuno. Combattiamo contro i mulini al vento, siamo buoni soltanto quando c'è da immolarsi per la patria come nel caso dell'approvazione del regolamento per l'occupazione del suolo pubblico. Il sottoscritto era contrario a quel tipo di provvedimento, ci ha messo la faccia in nome della salvaguardia degli interessi di un'intera maggioranza, prendendosi tutte le critiche senza batter ciglio, cercando di difendere il difendibile. Adesso invece siamo stati condannati alla gogna da chi nutre solo interessi di natura personale. Ma che coerenza è questa?».

D'Ambrosio non ci sta e non abbassa la guardia. «Certe accuse fanno male, ma andrò avanti fino a quando il sindaco non mi concederà quel colloquio che sto aspettando da tempo. Se dovesse chiedere le mie dimissioni sarei pronto a farmi da parte, in caso contrario andrei avanti rinunciando anche al mio stipendio da assessore. E' una proposta che già avevo fatto al sindaco in passato, seppur per telefono: gli avevo proposto di fare l'assessore senza portafoglio e senza percepire emolumenti, mosso dall'esclusivo interesse nei confronti della città di Trani. Purtroppo le logiche politiche che animano il Palazzo sono altre. Le ho già definite jurassiche in passato. Adesso ci aggiungo anche che denotano una immaturità da far paura».
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