Agorà

Trani 2012, chiarezza e dialogo

Reggere una città è una grande responsabilità

La mia personale opinione è che, nella nostra città, la partecipazione al bene comune ed alle prossime elezioni amministrative non difetterà di presenze. Anzi, forse, saranno troppe visto il numero delle sigle, dei movimenti e dei partiti già presenti. Penso che sia giusto ripetere a chi si appresta a scendere in campo che non ci si può sottrarre al dovere dell'esemplarità, della testimonianza, dei requisiti della competenza riconosciuta, della onestà riconosciuta, del disinteresse personale nel raggiungimento di obiettivi condivisi. Ci si candida non per fare il medico, il commercialista, l'avvocato, l'insegnante ma per fare il politico, l'amministratore, il servizio generoso e disinteressato per la nostra città.

Di fronte alle fibrillazioni degli ultimi anni, noi cattolici abbiamo avuto il privilegio di poter restare in silenzio, da ascoltatori attenti, sollevati dal duro compito di attaccare chi amministra o difendere chi si oppone. Il tempo che ora viviamo richiede più che mai intelligenza, coraggio, disponibilità al dialogo e fedelta alla visione comune, come scaturisce dalla dottrina sociale della chiesa. Sappiamo bene anche quanto è debole, sfuggente la funzione ideale e di proposta in città. Pertanto crediamo che il primo passo del nuovo corso di noi cattolici debba essere la creazione, con tutti gli accorgimenti oggi necessari, di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica. Ciò darebbe una benefica scossa alla politica ed anche alle politiche dei cattolici già impegnati, oltre che di tutti coloro che vorranno dare una mano.

Alla nostra città, ora più che mai, non serve una generica ricerca di rinnovamento generazionale, ma la consapevolezza di una persona esperta e capace di ascoltare gli umori popolari, che sia all'altezza del compito gravoso che lo attende. Il bivio che si apre davanti non riguarda solo le allenze, ma la sua natura, evitando il ritorno a vecchie pratiche in cui invece valeva il principio della cooptazione o dell'esclusione. In questa fase della vita politica di Trani, questo problema torna a porsi in modo serio. E ogni passo indietro, come quello delle tante liste che scendono in campo creando ulteriori divisioni, può rivelarsi rovinoso per l'unità vera della città.

Reggere una città come Trani è una grande responsabilità, ricordiamocelo bene tutti. Anche se non vediamo le armature, a me pare che molti in campo difendono prima i propri interessi. Abitiamo nello stesso fazzoletto di terra e non siamo capaci di pensare prima di ogni cosa al bene comune lasciando da parte le ambizioni ma soprattutto gli interessi personali. Saranno già circa 30 liste, cioè quasi 1000 tranesi candidati. Un popolo. Ciascun candidato sarà in grado di prendere più di 100 voti? Ma quanti saranno i votanti nella nostra città, a cui doverosamente è logico sottrarre il 30% circa di persone che probabilmente si asterrà dall'andare alle urne? Si sta veramente perdendo lo slancio e la passione, l'onestà e la dirittura morale, il senso del limite? Ovviamente tutti sanno bene che il sindaco e la sua squadra devono reggere la città consapevoli del loro compito, dedicando il proprio tempo, la propria cultura ed intelligenza. Per restituire alla politica la dignità che i continui litigi, le maldicenze, le vanità, la voglia di potere hanno distrutto, è da sperare che il loro esempio faccia rinascere la speranza.

La crisi ci porterà ad uscire dal vecchio sistema creando circuiti sociali di interscambio. I beni utili e concreti, decisivi per la gente, hanno due caratteristiche: la prima è che consistono in relazioni sociali fra persone, la seconda è che richiedono la compartecipazione di coloro che generano e godono i loro frutti. Sono, per esempio, l'amicizia, la famiglia, i gruppi di aiuto (per esempio le Caritas parrocchiali), le associazioni civili, una banca del tempo (ne aveva lanciato l'idea ad un gruppo famiglia della mia parrocchia già due anni fa), il clima di un'azienda o di un luogo di lavoro, la sicurezza di un quartiere. E le ricadute pratiche di queste presenze consistono soprattutto nell'aumento della fiducia, nel constatare l'efficacia della collaborazione fra le persone, nel godere di un clima positivo che deriva dal fatto di sentirsi sostenuti dagli altri e di sapere che si è utili agli altri. Si tratta di essere in grado di attivare scambi utili per la vita quotidiana. Dove tutto non è ridotto a denaro, ma a sentirsi comunità, anche grazie alla politica.

Questo mi pare possa essere l'appello e la sfida da non lasciare cadere. Anche per i nostri giovani, che sono i nostri figli oggi, orfani doppiamente della tradizione e del futuro, senza radici e senza ali, senza memoria e senza progetti. Tocca a noi, genitori ed adulti, accompagnarli passando da un atteggiamento di compromissione e di rassegnazione a uno creativo ed entusiasta. Ad inziare dal sostenere e candidare alla poltrona di sindaco della nostra città una persona stimata, autorevole, seria, competente, credibile, perbene, da prestare alla politica. A lui il compito di comporre la sua squadra che possa fare la differenza. A noi il compito di sostenerlo, indirizzalo e, alla fine del mandato, giudicarlo. Tocca a noi cittadini scegliere, col voto responsabile di ciascuno, con l'esercizio della sovranità popolare, sostenendo il dovere della partecipazione ed il diritto di cittadinanza.
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