Apatheia

​La libertà

Un popolo libero non vende il suo voto

Si possono commettere degli illeciti solo perché sono piccoli e irrisori? Si possono giustificare degli atti contra legem solo perché realizzati per un ipotetico buon fine? In realtà siamo abituati ad urlare contro il governo che è ladro proprio mentre incassiamo un corrispettivo senza emettere lo scontrino. Inveiamo contro i politici che sono corrotti mentre otteniamo un parcheggio per disabili sotto casa nostra per un disabile che non gestiamo o che gestiamo una volta al mese mentre per il resto è chiuso in casa seguito da una badante rumena malpagata e a nero. Se prendo una siringa dall'ospedale, mentre lavoro, perché devo fare un'iniezione ad un mia zia che è povera commetto un illecito irrisorio? Credo che l'atto illecito sia illecito sempre, piccolo o grande. Ormai, purtroppo, la questione morale ha ceduto il passo allo stato personale di necessità, da un tempo incalcolabile, forse da sempre. Siamo machiavellici conclamati tanto che basta non esserlo per diventare un eroe o un semplicione. Così, se rubiamo, rubiamo la gallina non il denaro, rubiamo per fame non per lusso. Salvo avere iPhone e Marlboro sempre a portata di mano.

Vendiamo e compriamo tutto, anche i voti e questo ci rende schiavi. Se abbiamo venduto il nostro voto non potremo pretendere un mondo migliore per i nostri figli, se invece il voto lo abbiamo comprato oltre a non poter comunque pretendere un mondo migliore, non potremo liberarci dal debito contratto con il votante, debito che quasi sempre non potremo saldare. La libertà, anche quella di essere onesti, è diventata un privilegio. Per essere libero devi avere un lavoro, una casa, delle persone accanto, devi essere colto, devi leggere più che puoi ed avere meno speranza possibile perché la speranza è fuorviante e viene largamente spacciata da chi vuole dominare gli altri. Far credere che domani andrà meglio, infondere questa speranza, permette, a chi coltiva il suo tornaconto, di avere tutto il tempo a disposizione per giungere a buon fine. La libertà è un privilegio difficile da raggiungere e, perché questa libertà sia vera, non devi aver bisogno di ringraziare nessuno, non deve esserti concessa da qualcuno altrimenti è una libertà a metà che termina quando quel qualcuno ti chiederà di rendergliene conto, quindi, questa libertà in comodato d'uso è inutile. La libertà è così difficile da raggiungere che alla fine resta un privilegio per pochi fortunati ma, essendo un privilegio così raro, non è libertà, perché quei pochi potranno dominare, ricattare chi non ne gode ed anche chi della libertà non ne fa un uso improprio o spropositato dovrà soccombere di fronte alla subordinazione, alla cessione, alla svendita di una mezza libertà in cambio di un po' di pane.

Gaber, in una sua famosa e meravigliosa canzone diceva:
Per esempio il piccolo borghese
com'è noioso
non commette mai peccati grossi
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
lui pensa che l'errore piccolino
non lo conti o non lo veda.
Per questo
io se fossi Dio
preferirei il secolo passato
se fossi Dio
rimpiangerei il furore antico
dove si odiava e poi si amava
e si ammazzava il nemico.
Un popolo senza lavoro non è libero. Un popolo libero non vende il suo voto. A chi compra il voto non conviene che il popolo sia libero quindi non conviene che lavori.
Apatheia

Apatheia

La rubrica di Rino Negrogno

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