Palma caduta
Palma caduta
Mazza e panella

A Trani il verde pubblico muore ma tutti restano al loro posto

Mazza e panella di Giovanni Ronco con un appello al sindaco

C'è almeno un ambito, uno solo, che non sia l'eterna manfrina per garantire i numeri in Consiglio, oltre che le pedine assessorili mosse alla bisogna per accontentare qualche analfabeta istituzionale e non, in cui il sindaco di Trani riesca ad imporsi, per fornire un bene ai cittadini? Ieri notte ho assistito in diretta, e aggiornato in tempo reale i lettori di Traniviva, sulla storia triste dell'ennesimo albero semicollassato a Trani. In via Malcangi, per la precisione, l'ennesimo meraviglioso e maestoso pino, di quelli che accoglieva e dava il benvenuto all'ingresso di Trani sud. Il tutto con grande pericolo per l'incolumità della gente e lungo e difficoltoso dispiegamento di mezzi e forze, da parte di Polizia e Vigili del Fuoco, Carabinieri e Guardia di Finanza. Tutto per una questione di incuria. Ci rendiamo conto?

Così qualche giorno fa, come ci ha "raccontato" in un post il consigliere Aldo Procacci, passato poco prima: una palma che crolla in piazza della Repubblica. E poi la strage di pini in via Bari, non ne parliamo… Non può essere una coincidenza. Ci sono incapacità e incompetenza a questo punto a farla da padrone. Perché non si è fatto un serio monitoraggio dello stato degli alberi? Se fosse stato fatto, non avremmo sfiorato la tragedia in via Malcangi. Il ramo staccatosi, costituiva quasi metà dell'intero albero e chiunque si fosse casualmente trovato in quel punto sarebbe stato accoppato. Un albero da tempo non potato, all'apparenza marcio nella parte crollata e stracarico di pigne. Che vorremmo dare in testa a qualcuno per l'occasione.

C'è almeno uno slancio di forza di volontà da parte del sindaco, nel rimuovere chi si sta dimostrando non all'altezza della situazione? Il verde per Trani ha sempre costituito una componente importante circa la bellezza e l'attrattiva della Città. Vorrei sapere dall'assessore Di Gregorio, addetto proprio all'ambiente, se ha fatto mettere in pratica le "direttive" che predicava per il verde, quando era all'opposizione. Ne facemmo riferimento in un articolo mesi fa. La persona che vergò a nome suo quel decalogo mi ha anche contatto dicendosi delusa dall'assoluta mancanza d'interventi in tal senso. Anzi.

Può il sindaco Bottaro imporsi nell'ambito del verde e cambiare delega, impostazione, personale addetto che poti le piante come si deve (operai), dia e pretenda le direttive e la giusta cura (assessore), facendo potare bene, monitorare come si deve e non sradicare, tranciare, ridurre a fantasmi gli alberi, o, in altri casi e passando all'eccesso opposto, non accorgendosi che alcuni stanno marcendo o potrebbero essere stati colpiti dai tarli, o non potati? Non chiediamo lune nel pozzo, non chiediamo, almeno in questa sede, i parcometri o l'azzeramento dei fallimentari Cda di Amet e Amiu, visti i pessimi risultati; non rivolgiamo qui richieste "hard" come quella che stanno per fare i sei consiglieri "bizzosi", ex "dissidenti": il reintegro in servizio del nostro "Angelo o Demone" Sergio De Feudis (ieri una riunione dei 6 appositamente organizzata, oltre che per studiare le prossime mosse nei confronti di AB); qui non firmiamo lettere più o meno carbonare e/o clandestine contro il sindaco, come l'ultima firmata da cinque consiglieri del PD (ai quali AB tra l'altro deve ancora dare risposta). Qui chiediamo al sindaco di essere fermo almeno su un argomento "facile", ma non per questo meno fondamentale per Trani: la rimozione (magari anche dando altra delega o incarico, se proprio gli sta così a cuore) di chi sta facendo andare in malora il verde pubblico a Trani.

Almeno sto' regalo alla città vuoi farlo? Se no come fai, seppur solo ad immaginare una lontana, flebile, già oggi utopica, riconferma da parte dei cittadini? PS: i lecci in piazza della Repubblica ed in villa appaiono sempre più deboli e con grandi spazi vuoti. Possibile che se ne accorga un profano in materia come il sottoscritto e non un assessore, un dirigente al ramo o chicchessia a Palazzo? E dai, non ci vuole tanto!
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