Cronaca

«Capisco quel genitore salito sul campanile per la figlia»

Parla Fausto Donno: il suo caso nel 2003 ha fatto giurisprudenza

Il gesto compiuto qualche giorno dal 47enne terlizzese Giuseppe Giancaspero (salito sul campanile della Cattedrale per rivendicare il diritto a vedere la figlia di 11 anni) ha portato alla ribalta il tema dei padri che hanno difficoltà a vedere i figli dopo la separazione. La questione non è nuova ai tranesi.

Nel 2003 l'avvocato Fausto Donno intraprese una battaglia penale e personale, balzata alla ribalta locale e nazionale. «Nel 1995 sono stato uno dei primi padri italiani ad ottenere l'affido esclusivo dei miei due figli piccoli. Mi fu tolto nel 2003 dalla Corte di Cassazione perché, secondo il giudice, li lasciavo con la baby sitter o con la nonna e dedicavo più tempo al mio lavoro. Era una giustificazione assurda: anche le madri lavorano, e poi io li controllavo sempre».

Secondo l'articolo 155, i bambini sopra i 12 anni devono essere ascoltati. Uno dei suoi figli ne aveva quasi 10 ma era così deciso a non staccarsi dal padre che il giudice decise di farli restare con lui. «Di conseguenza l'articolo cambiò, prevedendo che anche bambini particolarmente svegli sotto i 12 anni fossero ascoltati. Il tribunale si avvale sempre di consulenze tecniche per capire se sono stati manipolati».

«L'affido condiviso - spiega Donno - ha fatto dei passi avanti, ma nella pratica molti genitori si coprono dietro i figli per ottenere ciò che vogliono. Molte madri li usano per aumentare l'assegno di mantenimento. Io capisco quel padre, perché loro sono la parte più debole nel rapporto coi figli». Secondo Donno i genitori separati dovrebbero essere intelligenti, più elastici e collaborare insieme ponendo in primo piano la salute dei figli, ma nella maggior parte dei casi non succede. La materia è complessa anche perché tre tribunali diversi se ne occupano. «Mi sono sempre battuto - dice - per una riforma in questo senso».
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