Chicco Corallo
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Cronaca

Chicco Corallo scambiato per un boss di Cosa Nostra

Incredibile e reiterata gaffe del sito Dagospia. Il commercialista tranese scambiato per un superlatitante

Vi ricordate la vicenda di Pompeo Camero, la cui immagine fu passata dal tg di Sky tra quelle dei 10 italiani rapiti nel mondo? Ebbene, c'è chi ha fatto di peggio. Il popolare sito Dagospia (250mila contatti al giorno di media) ha scambiato un'immagine del commercialista tranese Chicco Corallo (già consigliere comunale e candidato alle ultime amministrative con l'Udc) per quella di un omonimo superlatitante di Cosa Nostra.

La storia è stata raccontata da Lucia de Mari su le pagine de La Gazzetta. Il 29 maggio scorso Chicco Corallo viene raggiunto da una serie di telefonate da parenti, amici da tutta la Penisola: «Ehi, ma che hai combinato? Come si sta ai Caraibi?» ed altre frasi di scherno ma non solo, anche di forte preoccupazione da parte di colleghi, superiori, e altri professionisti del settore. Un brutto risveglio e la corsa al pc, e subito sul sito di Roberto D'Agostino: «La procura di Milano arresta l'ex presidente della Banca popolare di Milano, Massimo Ponzellini per associazione a delinquere e corruzione per un finanziamento sospetto da 148 milioni di euro alla Atlantis, società del gioco d'azzardo di Francesco Corallo, figlio di Gaetano, vicino al clan Santapaola». L'articolo era corredato dalla foto del noto boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola e da quella di Francesco Corallo, ma non il superlatitante bensì il commercialista tranese (iscritto all'Ordine dal 1999). Dopo una serie di telefonate il nostro Corallo riuscì ad ottenere l'eliminazione della sua foto anche se quella pagina era già stata super visitata ed aveva già fatto il giro del mondo.

Non è finita qui. Il 28 agosto scorso si è ripetuto un secondo caso. Sempre sul sito Dagospia viene pubblicato un altro articolo con questo testuale titolo: « In assenza dei cosiddetti intellettuali, a stroncare lo stato etico (a caccia di soldi) ci pensano le lobby delle macchinette mangiasoldi e delle bibite da rutto. Anche dalla latitanza caraibica, il reuccio dei videopoker, Francesco Corallo, fa vedere chi comanda. E il decreto Balduzzi finì in un bel ruttino». Anche questo articolo viene corredato da una bella foto di Francesco Corallo. Anche questa volta non era il superlatitante, ma l'inconsapevole professionista tranese, la cui dignità e reputazione finivano ancora una volta sotto le scarpe. La cosa si ripete il 31 agosto, con le conseguenze che abbiamo detto. Quella pagina è stata poi copiata e ribattuta da altri siti, nonostante (sempre dietro sollecitazione alla testata romana di Roberto D'Agostino) sia stata di nuovo rimossa.

«Io e Nitto Santapaola vicini, in cronaca – racconta Francesco Corallo, quello di Trani – rappresenta una immagine difficile da dimenticare, non solo per me ma anche per chi dopo aver visto quella pagina si è in un certo senso allontanato da me, soprattutto a livello professionale. Sto avendo parecchie ripercussioni negative sulla mia dignità e reputazione professionale».
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